Diecimila operai al lavoro ogni giorno, un monte salari che sfiora i 90 milioni di euro l'anno.
Sono alcune delle cifre della ricostruzione aquilana che traducono bene il concetto di "cantiere più grande d'Europa".
A fare il punto sulla situazione generale, in una conferenza stampa seguita da una conviviale di fine anno, è stato il presidente dell'Ance provinciale Ettore Barattelli.
Dall'analisi fatta dall'associazione costruttori viene fuori una fotografia della realtà dalle mille sfumature, in cui le tante criticità sono compensate da molti elementi positivi.
Tra questi ultimi possono essere annoverati, appunto, il volume d'affari che ruota intorno ai cantieri e le sinergie che stanno nascendo tra le istituzioni pubblche e i privati. Ne è un esempio l'accordo quadro firmato dall'Ance e dall'Università dell'Aquila grazie al quale gli studenti potranno fare formazione sul campo entrando direttamente nei cantieri.
Nel segno di una rinnovata attenzione alla coltivazione dei rapporti con l'ateneo si iscrive anche il finanziamento, sostenuto sempre dall'Ance, del progetto di restauro di palazzo Carli, presentato nel corso dell'edizione autunnale di Officina L'Aquila.
Nella sua relazione, Barattelli non ha nascosto, tuttavia, le molte cose che non stanno andando come come previsto: dalla ricostruzione pubblica ferma - "Rischiano di crearsi dei vuoti urbani spaventosi, non possiamo riportare in centro negozi e residenti senza, contestualmente, far rientrare anche gli uffici pubblici" - al blocco del genio civile, che sta strangolando la ricostruzione privata: "Per uscire da questa impasse" ha spiegato Barattelli "abbiamo proposto che le spese di istruttoria siano pagate dalle imprese con un cofinanziamento della Regione. Con quei soldi si potrebbero pagare gli stipendi di personale tecnico già formato. Se le pratiche non vengono esaminate non vengono finanziate e ciò diminusce il tiraggio rispetto ai fondi trasferiti dallo Stato. Il rischio è che, essendoci questa sproporzione tra fondi stanziati e fondi spesi, il Cipe possa diminuire gli stanziamenti".
Barattelli non ha nascosto la propria preoccupazione per gli emendamenti che avrebbero dovuto essere inseriti nella legge di Stabilità e che invece sono saltati per colpa della crisi di Governo ("Ma contiamo di recuperare con il Milleproroghe a fine anno") e anche per la pressione troppo alta eserciata dalla tassazione locale sulle imprese ("Il Comune dell'Aquila, l'anno scorso, ha alzato la Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, un aumento che è costato alle imprese, che devono necessariamente montare i ponteggi, decine di migliaia di euro in più").
Dove, però, il presidente Ance ha colpito di spada e non di fioretto è stato quando ha denunciato come il sistema degli appalti post terremoto stia favorendo i grandi gruppi imprenditoriali nazionali a discapito delle ditte del territorio.
"Le aziende iscritte all'Ance dell'Aquila" ha osservato Barattelli "assorbono circa il 30% della ricostruzione, tutto il resto è ad appannaggio delle grande imprese del sistema Italia. Questo avviene anche per colpa di alcune soglie di accesso per le gare della ricostruzione privata assurde, a causa delle quali le imprese locali vengono tagliate sistematicamente fuori".
In quest'ottica si deve leggere, secondo Barattelli, anche il mezzo flop del fondo etico: "Il fondo etico è uno strumento che l'Ance ha pensato di creare per dare modo a tutte le imprese di finanziare attività sociali, sportive, culturali. Purtroppo nessuna delle imprese di fuori regione ha versato. A noi questa cosa dispiace molto".
Per la verità, il fondo etico non ha riscosso particolare successo nemmeno tra gli imprenditori locali: "Non dobbiamo dimenticare, però" ha precisato Barattelli "che molte imprese iscritte all'Ance, anche se non hanno versato al fondo etico, hanno finanziato, in questi anni, tantissime iniziative o progetti legati al sociale, allo sport, alla cultura o allo spettacolo. Parliamo, dal terremoto a oggi, di almeno 3 milioni di euro. Ma, ripeto, questo è vero solo per le imprese iscritte all'Ance L'Aquila. Per questo vogliamo cogliere l'occasione per invitare i nostri concittadini, attraverso le assembleee di condominio, che sono sovrane, a valutare attentamente a quali imprese affidano i lavori".