Avevamo raccontato, lunedì sera, del blitz della Guardia di Finanza nello stabilimento dell'azienda Accord Phoenix; ora, arriva la notizia che le Fiamme Gialle hanno posto i sigilli all'area produttiva. Non sono stati ancora chiariti i motivi; l'indagine è coordinata dal Nucleo di Polizia Tributaria della GDF, comandato dal tenente colonnello Sergio Aloia, che mantiene uno strettissimo riserbo sulle attività d’inchiesta. Si parla, tuttavia, di diverse persone che sarebbero già iscritte sul registrato degli indagati: in particolare, si tratta del presidente del Consiglio d'amministrazione Ravi Shankar, del componente il Cda Francesco Baldarelli e del responsabile della linea produttiva Hansen Jorgen Lundo.
Stando a quanto si apprende, nello stabilimento sarebbero stati stoccati rifiuti pericolosi e non, per complessivi 105mila chilogrammi di scarti di materiale elettronico, seppure non fossero state istruite le dovute autorizzazioni; a quanto svela il Messaggero in edicola stamane, Accord Phoenix avrebbe inoltrato al Servizio gestione rifiuti di Regione Abruzzo una comunicazione di inizio attività parziale, per l'attività del comparto dissemblaggio monitor, "non consente l'avvio delle attività di gestione rifiuti poiché il direttore del lavori ha dichiarato la sola ultimazione delle opere edilizie dei locali del blocco uffici e sala monitor escludendo le aree dove di fatto sono stati rinvenuti stoccati i rifiuti. Lo stesso tecnico ha dichiarato che la pavimentazione interna del capannone non è impermeabilizzata".
Le Fiamme Gialle hanno contestato anche le localizzazioni degli impianti che sono stati acquistati per l'avviamento della prima linea di produzione.
Poco più di un mese fa, le attività in azienda erano state sospese a seguito di un accertamento della Asl che aveva ricostrato alcune anomalie da sanare. In particolare, sarebbe stata rilevata la mancata installazione di una balaustra intorno ad una buca del cantiere e l'assenza di percorsi segnalati per i muletti. Questioni operative, insomma; sta di fatto che sarebbero state comminate multe al Csa, responsabile della sicurezza, e alla stessa Accord Phoenix per non aver ottemperato alla necessaria vigilanza. "E' vero, è momentaneamente sospesa l'attività di cantiere - aveva spiegato Francesco Baldarelli, membro del Consiglio d'amministrazione della società, a NewsTown - ma le lavorazioni, per lo più, sono concluse. Stiamo rispondendo alle prescrizioni ma non abbiamo preoccupazioni particolari".
Baldarelli non aveva nascosto che l'azienda, in questi mesi, "si è sentita minacciata dal clima di ostilità che si respira in città: per questo, stiamo provvedendo autonomamente, con il coinvolgimento degli organi competenti, a predisporre gli accorgimenti necessari ad evitare qualsiasi problema per i lavoratori", aveva ribadito. "Documenti, strumenti e analisi svolte garantiscono che il processo produttivo è perfettamente in regola", aveva aggiunto.
Lunedì, l'arrivo della Guardia di Finanza nello stabilimento all'ex polo elettronico. Ed ora, è facile immaginare le polemiche che si scateneranno intorno all'investimento fortemente sponsorizzato dal sindaco Massimo Cialente e dal vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli. Intanto, l'azienda ha convocato per domattina le rappresentanze sindacali che, tuttavia, hanno deciso di non presentarsi. "Finora non hanno rispettato gli impegni assunti con le organizzazioni sindacali e, dunque, come avevamo già stabilito, parteciperemo ad incontri soltanto innanzi alla Regione Abruzzo", ha dichiarato a NewsTown Alfredo Fegatelli (FIOM). Per quel che attiene all'indagine, invece, "aspettiamo che gli organi competenti facciano piena chiarezza", si è limitato a sottolineare il sindacalista.
"Se fosse vero che sono stati apposti i sigilli allo stabilimento - ha invece dichiarato ai nostri microfoni il consigliere comunale Ettore Di Cesare - si tratterebbe dell'ennesimo falllimento di questa amministrazione, dopo quello conclamato dell'aeroporto: su entrambe le vicende fummo accusati dal sindaco Cialente di essere dei gufi. Ebbene, non ci occupiamo di ornitologia ma di politiche economiche e per lo sviluppo: se abbiamo nutrito delle perplessità su aeroporto e Accord Phoenix è perché avevamo letto progetti e carte, e, a nostro parere, non stavano in piedi. Visto che si tratta di ingenti contributi pubblici - ha aggiunto Di Cesare - ci siamo sentiti in dovere di esaminare le carte: è questo il compito di un amministratore pubblico, d'altra parte, che si tratti di un consigliere d'opposizione o del sindaco della città. Bisognerebbe fare sempre gli interessi della città, non delle aziende".
Al contrario, "l'amministrazione ci pare più occupata a tutelare le aziende che la città; si pensi all'aeroporto: nonostante gli impegni assunti e non rispettati dal soggetto gestore, nonostante ci si ritrovi, oggi, con una discarica abusiva sotto il sedime aerportuale, il Comune dell'Aquila continua a difendere la società". E a proposito di Accord Phoenix, "quando i sindacati protestarono perché non erano stati rispettati gli impegni assunti dall'azienda sui livelli occupazionali, il primo cittadino si scagliò contro le organizzazioni schierate a tutela dei lavoratori. Insomma, ci pare che questa amministrazione voglia favorire, con ingenti investimenti pubblici, le aziende e che non stia attenta, invece, a come vengono spesi i soldi, alle ricadute degli investimenti sul territorio".