Sabato, 14 Gennaio 2017 14:13

L'Aquila, nel 2016 meno reati ma preoccupa la violenza sulle donne

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Meno reati, meno furti e rapine (anche quelle nelle abitazioni), più stranieri richiedenti asilo e un maggior ricorso a misure preventive, come gli avvisi orali, come mezzo di contrasto per alcuni reati, come quelli persecutori o di violenza nei confronti delle donne.

Sono alcuni dei particolari che emergono dal bilancio dell’attività della questura dell’Aquila nel 2016. Il rapporto è stato illustrato in conferenza stampa dal questore Alfonso Terribile e dai responsabili dei vari reparti, tra cui il capo della Squadra Mobile Gennaro Capasso.

L’anno che si è appena concluso si è caratterizzato per una generale diminuzione dei reati, passati dai 2511 del 2015 ai 2007 all’Aquila e dai 7986 ai 6604 nella provincia.

In particolare sono diminuiti i cosiddetti reati predatori e quelli contro il patrimonio, ossia quei reati che, generalmente, contribuiscono a determinare il senso di sicurezza percepita da parte dei cittadini.

Nel 2016 ci sono stati meno furti  - 893 all’Aquila e 2890 in provincia, nel 2015 erano stati, rispettivamente, 1264 e 3560 – meno furti in abitazione – passati dai 326 del 2015 ai 231 all’Aquila e dagli 811 ai 734 in provincia – e meno furti nei negozi.

In netta flessione anche il numero di rapine: in provincia da 55 si è passati a 40, mentre all’Aquila da 11 sono scese a 7.

In compenso è aumentato il numero degli arrestati e dei denunciati: i primi sono stati 94 (81 nel 2015) e i secondi 736 (557 nel 2015).

La diminuzione dei reati è anche la conseguenza di una più capillare azione di controllo e pattugliamento del territorio, resa possibile da un aumento del numero delle volanti e degli uomini a disposizione ma anche da una migliore organizzazione delle risorse. Sono state controllate più di 25 mila persone, oltre 18 mila veicoli e quasi 1800 individui sottoposti a misure restrittive.

Il dispiegamento di forze è stato notevole: 6925 volanti, 5380 posti di controllo, 9020 interventi richiesti alla centrale operativa territoriale e 9780 risorse umane impiegate, tutti numeri in crescita rispetto agli anni precedenti.

Molta attenzione è stata dedicata, dalla Squadra Mobile, al contrasto alla violenza sulle donne: nel 2016 22 persone sono state indagate e altre 19 denunciate per maltrattamenti familiari, atti persecutori e stalking.

Come strumento di prevenzione è stato usato in modo significativo l’avviso orale, una misura che può essere emessa anche senza l’esistenza di un procedimento giudiziario in corso e che rappresenta il primo campanello d’allarme, dopo il quale scattano le azioni repressive.

A conferma dell’importanza data dalla questura dell'Aquila al tema della violenza di genere c’è stato anche il progetto del Camper Anti Violenza, un esperimento lanciato proprio all’Aquila e poi esportato in altre 20 città italiane. Si tratta di una campagna di sensibilizzazione e educazione svolta dal personale della polizia a bordo, per l’appunto, di un camper itinerante a difesa delle donne vittime di violenza.

Il 2016 sarà ricordato anche come una delle annate di maggiore afflusso di migranti. La questura dell’Aquila ne ha censiti oltre 16 mila, quasi mille dei quali (967) richiedenti asilo. 68 sono state le espulsioni con provvedimento del questore, 4 quelle effettuate con l’accompagnamento alla frontiera e 3 con accompagnamento nei Cie.

Si tratta di espulsioni effettuate ai danni di individui socialmente pericolosi o che avevano commesso reati specifici, non di persone ritrovatesi, magari per aver perso il lavoro, senza permesso di soggiorno. Nei confronti di queste ultime, anzi, la questura dell’Aquila ha concesso permessi temporanei speciali della durata di due anni.

Sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, le operazioni che hanno avuto maggior risalto, anche a livello mediatico, hanno riguardato soprattutto la Marsica. Tra tutte, l’operazione condotta insieme alla Guardia di Finanza contro una famiglia di Avezzano di etnia rom, legata al clan dei Casamonica, che risultava nullatenente ma viveva in ville principesche.

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