"Nelle ore più drammatiche segnate dai recenti tragici avvenimenti, ho avvertito il bisogno come cittadino di questa Regione e nell'esercizio della mia funzione, di partecipare, insieme a tutti Voi, al dolore ed al cordoglio dei familiari delle vittime delle terribili sciagure di Rigopiano, di Campo felice e degli altri comuni colpiti dagli eventi catastrofici degli ultimi giorni. Avvertivo inoltre la volontà di pormi al fianco dell'Intera Comunità regionale, delle sue Istituzioni rappresentative e, naturalmente, dell'Istituzione giudiziaria".
Lo ha detto il vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura, Giovanni Legnini che, solo tre giorni fa, ha deciso di partecipare all'inaugurazione dell'anno giudiziario a L'Aquila, revocando la precedente decisione di prendere parte alla cerimonia presso il distretto di Firenze. "Quello attuale è uno dei momenti più gravi attraversati dalla storia di questa Nostra Regione", ha sottolineato Legnini che ha voluto esprimere gratitudine al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che proprio ieri, qui a L'Aquila, ha voluto testimoniare la sua vicinanza e la sua partecipazione al dolore delle famiglie.
"Ciò che ci ha maggiormente colpito e angosciato è stata proprio la inusitata portata della sequenza degli ultimi eventi catastrofici", ha detto Legnini. "Agli effetti, per una parte non secondaria ancora persistente, del grave sisma del 2009, si sono aggiunti i danni delle scosse dei mesi di agosto e di ottobre dell’anno appena concluso; i forti, ulteriori sommovimenti della scorsa settimana, l'eccezionale nevicata, le interruzioni di alcuni dei servizi essenziali e vitali per i cittadini e per l'economia regionale, le esondazioni dei fiumi, i dissesti idrogeologici che è presumibile si manifesteranno ancor più nelle prossime settimane e infine il cedimento di numerose infrastrutture pubbliche e di strutture private". Una situazione che non trova precedenti tra tutte le Regioni italiane.
Per questo, "dobbiamo evitare il rischio che gli atroci drammi delle famiglie, le ferite inferte al nostro territorio, straordinariamente attrattivo e ricco di storia, ma investito da troppe fragilità, il possibile depressivo sulla nostra economia, in particolare agricola e turistica, vengano troppo presto dimenticate". Al contrario, "dobbiamo trarre nuova forza ed energia proprio dall'eccezionalità e gravità di quanto é accaduto alla nostra terra", ha proseguito il vice presidente del Csm. Dunque, "una nuova consapevolezza deve indurci a ritenere che è necessario, come è stato in occasione del terremoto del 2009 e come sta accadendo anche oggi, unire gli sforzi e profondere le energie di tutti per determinare le condizioni di un nuovo slancio. Una stagione di risanamento e nuovo sviluppo, capace di assicurare all'Abruzzo, e soprattutto ai suoi giovani, un futuro di speranza e di ripresa".
Legnini prefigua "un nuovo patto che faccia leva su chi ha responsabilità di governo e chi siede sui banchi dell'opposizione e ci consenta di ottenere adeguati strumenti normativi e risorse straordinarie, ma anche di suscitare lo spirito necessario per la ricostruzione materiale e morale della nostra Regione".
La questione di giustizia
Poi, il vice presidente del Csm è tornato a quella che ha definito "la questione di Giustizia", chiamata in causa "innanzitutto per l'intimo nesso che è venuto a determinarsi tra la questione ambientale e quella sociale; lo ha chiarito mirabilmente Papa Francesco, con l'enciclica "Laudato sii", nella quale ha descritto con straordinaria efficacia tale nesso e la necessità di una nuova visione dello sviluppo". Il Papa ha affermato che "tanto all'interno dell'amministrazione dello Stato, quanto nelle diverse espressioni della società civile o nelle relazioni degli abitanti tra loro, si registrano con eccessiva frequenza comportamenti illegali. Le leggi possono essere redatte in forma corretta, ma spesso rimangono come lettera morta. Si può dunque sperare che la legislazione e le normative relative all'ambiente siano realmente efficaci?".
Questo è l'interrogativo che deve ispirare ed accomunare lo sforzo di tutti nel ripensare ad un nuovo cammino; "E tale interrogativo - ha tenuto a specificare Legnini - si rivolge prima di tutto alle istituzioni rappresentative, alla politica in senso largo, alla pubblica amministrazione, quindi alla Dirigenza e agli impiegati pubblici che non possono trincerarsi dietro il burocratismo e l'irresponsabilità ed alla magistratura cui spetta dirimere le controversie ed esercitare l'azione penale che nel nostro assetto costituzionale è, come é noto, obbligatoria".
Un ordinamento e una giustizia efficaci ed effettivi - ha ribadito - "aiutano a distogliere i consociati dal delinquere e dal violare gli obblighi imposti dalla legge. Si tratta quindi di una funzione essenziale per sostenere lo sforzo di tutti nel costruire una società migliore, che deve tendere a conseguire un sufficiente grado di certezza, prevedibilità, tempestività della fondamentale funzione di garanzia del sistema democratico".
L'esperienza del distretto aquilano
Il vice presidente del Csm si è concentrato, poi, sulle esperienze del distretto de L'Aquila dove - ha detto - "non è di certo mancata la capacità della magistratura, requirente e giudicante, di scrivere importanti pagine, alcune delle quali devono ancora trovare una risposta giudiziaria conclusiva. Mi riferisco allo straordinario lavoro della magistratura che voglio qui, ancora una volta, ringraziare, finalizzato a fronteggiare i rischi di infiltrazione malavitosa, la corruzione e il contrasto all'abusivismo edilizio nell'ambito della ricostruzione post-terremoto; un' attività che ha consentito di contenere i rischi immanenti di illegalità diffusa. Mi riferisco, inoltre, all'accertamento, seppur non ancora definitivamente confluito in giudicato penale, di gravissimi fenomeni di inquinamento ambientale; voglio anche richiamare il noto processo che ha interessato la 'commissione grandi rischi'".
Già il Presidente Canzio, nell'intervento in Cassazione, aveva sottolineato il rilevante contributo proveniente dalla Corte d'Appello dell'Aquila, "sui principi in tema di posizione di garanzia e sulla configurabilità di una condotta colposa, a seguito di informazioni inadeguate o equivoche, fornite alla pubblica opinione da parte degli organi a ciò deputati. Si tratta di una complessa vicenda processuale che ha consentito di affrontare, tra l'altro, il delicato e cruciale tema dell'obbligo di corretta informazione a fronte del rischio di eventi catastrofici di segno opposto; quella degli obblighi di preventiva informazione è comunque una questione che incide a fondo sul rapporto tra le autorità pubbliche e i cittadini".
In altre parole, la magistratura del distretto aquilano è investita, a fronte dell'eccezionalità della situazione che si è venuta a determinare, "di una responsabilità persino superiore a quella, già molto elevata, che riguarda l'intero ordine giudiziario italiano. Ogni iniziativa, ogni giudizio e l'attività di comunicazione ai cittadini delle attività giudiziarie non possono non tener conto tale accresciuta responsabilità".
La riorganizzazione della geografia giudiziaria d'Abruzzo
Legnini non ha 'scansato' il tema, delicato, della riorganizzazione della geografia giudiziaria abruzzese, "con le incertezze scaturite dalla programmata soppressione di 4 uffici giudiziari su 8 (Sulmona, Lanciano, Vasto e Avezzano), che ha determinato rallentamenti di vario genere e un indebolimento degli organici. Una decisone, adottata da un legislatore assediato dall'emergenza, che mi auguro possa, al più presto, trovare una nuova e diversa soluzione legislativa alla quale so che stanno lavorando il Sottosegretario Chiavaroli", ha sottolineato Legnini. "Personalmente, ho più volte ribadito ciò che pensavo ed ho già sostenuto in altre vesti istituzionali e cioè che costituisce un dovere, per la nostra regione, contribuire alla razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie. Tuttavia, la soppressione di 4 uffici giudiziari rischia di determinare un grave squilibrio di presidi giudiziari e di sicurezza a sfavore di un estesissimo territorio prevalentemente interno, e collocato nella parte sud della Regione, quella naturalmente a maggior rischio di infiltrazioni".
Il vice presidente del Csm ha poi sottolineato le carenze di organico magistratuale che, ad oggi, ammontano all'11,5%, "dato leggermente inferiore a quello nazionale ma ugualmente preoccupante, che, fortunatamente, si ridurrà al 7,54% con la destinazione di ben 7 Magistrati Ordinari in Tirocinio che il Plenum del CSM ha deliberato la scorsa settimana", e le gravi carenze del personale amministrativo, "prima alleviate e poi nuovamente aggravate dalle alterne ed ingiuste vicende che hanno riguardato i lavoratori in mobilità".
Ad uno sguardo dei dati nazionali illustrati dal Ministro di Giustizia nell'intervento di giovedì scorso in Cassazione, tuttavia, "l'andamento dell'arretrato e delle pendenze del contenzioso civile e penale, pur con qualche difficoltà, volge nella direzione positiva" anche in Abruzzo. Legnini ha ricordato "la positività nel settore civile - per il grado di appello - dell’indice di ricambio superiore a 100, seppur con un trend più basso di quello medio nazionale e la durata media dei procedimenti di 883 giorni rispetto ai 988 nazionali, dati che sono sensibilmente migliori nel settore penale laddove la durata media è di 467 giorni rispetto ai 960 nazionali. In primo grado, nel settore civile risulta particolarmente significativa la riduzione delle pendenze ultratriennali con percentuali più elevate rispetto alla media nazionale e con performance particolarmente significative nei tribunali di Chieti e Lanciano collocati nelle posizioni di testa delle performance degli uffici giudiziari italiani. Inferiore alla media nazionale risulta anche la durata media dei procedimenti penali di primo grado".
Le attività del Csm
Infine, Legnini ha provato a tracciare un resoconto sintetico dell'attività del Csm, del senso di cambiamento che é in atto "nell'esercizio delle funzioni dell’organo di governo autonomo, contrassegnate dall'inizio di questa consiliatura da un'opzione culturale nuova; quella dell'affermazione nel corso del primo biennio del superamento di una concezione per così dire difensiva ed autoreferenziale dell'attività consiliare provando a far evolvere, con risultati soddisfacenti, l'ambito dell’autonomia verso un ruolo attivo; ciò senza arretrare nella irrinunciabile tutela dell'indipendenza della magistratura".
Il vice presidente ha citato alcuni dei risultati conseguiti in questo primo biennio: "l'elaborazione del manuale delle buone pratiche, a seguito del censimento delle numerose e ricche esperienze provenienti dagli Uffici giudiziari anche di questo distretto; la risoluzione contenente le linee guida sulle intercettazioni telefoniche, valorizzando le circolari di alcune Procure italiane; l’approfondito lavoro sui programmi di gestione degli Uffici, con il recepimento del prioritario obiettivo di riduzione dei carichi arretrati nel settore civile; l'innovativa riforma, approvata mercoledì scorso, della circolare sulle tabelle di organizzazione degli Uffici Giudiziari". Quello appena conclusosi, tra l'altro, è stato l’anno dell’approvazione del nuovo regolamento interno del Csm, "perseguendo i valori dell’efficienza, della collegialità e della trasparenza dei procedimenti del Consiglio. Il Regolamento, alla luce dei suoi contenuti innovativi, aspira a rendere il Consiglio aperto, pluralista, proiettato verso le relazioni con tutti i soggetti dell’ordinamento, non già solo con il Ministero e l’ordine giudiziario, e impegnato nello sviluppo della cooperazione giudiziaria internazionale".
In questo primo biennio, "abbiamo dovuto affrontare anche l'impegno straordinario di procedere ad una massiccia e concentrata opera di ricambio dei vertici degli uffici giudiziari italiani. Un compito che abbiamo per larga parte assolto, e che sarà completato nell'anno appena iniziato, con la nomina di ben 539 dirigenti giudiziari", ha detto Legnini. Sono stati conferiti 55 incarichi per la Suprema Corte di Cassazione, pari all’86% delle posizioni apicali, 153 per le Corti d’Appello, costituenti il 73% dei posti direttivi e semidirettivi e ben 328 incarichi di vertice per gli uffici di primo grado, con una percentuale di ricambio che, tra requirente e giudicante, oscilla intorno al 42%. Il numero di donne è notevolmente cresciuto rispetto al dato di partenza.
"Si é trattato di un'attività implicante l'esercizio di una grande responsabilità che abbiamo voluto affrontare innovando le regole, risolvendo anche l'antica discussione sul valore delle esperienze fuori ruolo che, come è a tutti noto, rilevano solo se idonee ad accrescere la cultura giurisdizionale e organizzativa del magistrato", ha concluso Legnini. Che ha poi ribadito l'impellente necessità di conseguire l'obiettivo di un sistema giudiziario equo ed efficiente "che impone a tutti noi di produrre uno sforzo straordinario proseguendo lungo la strada ormai da tempo intrapresa. All'aquila ed in Abruzzo lo sforzo è moltiplicato per tutte le ragioni che ho qui provato a rappresentare".