Sabato, 28 Gennaio 2017 18:11

Scuole, cosa accadrà mercoledì? Cialente: "Monitoriamo sciame"

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Cosa accadrà mercoledì, riprenderà l'attività didattica nelle scuole? E se sì, con quali garanzie di sicurezza per studenti e personale docente? E' la domanda che passa di bocca in bocca, che rimbalza sui social network, rincorrendosi sui messaggi WhatsApp. Cosa accadrà mercoledì?

Diffile rispondere, al momento; si intrecciano, infatti, diverse questioni intorno alla decisione assunta dal sindaco Massimo Cialente di sospendere le attività fino al 31 gennaio, compreso. Una, attiene allo sciame sismico che sta interessando la città; l'altra, al braccio di ferro che i sindaci abruzzesi hanno iniziato con Governo e Protezione civile.

"La notte tra giovedì e venerdì, si sono susseguite, in modo piuttosto ravvicinato, una serie di scosse di grado modesto, poco al di sopra del 2° grado, ma tutte localizzate nello stesso punto", ha ribadito a NewsTown il primo cittadino. "Preoccupato, ho telefonato al sismologo Antonio Moretti che mi ha spiegato come le forme di onda delle varie scosse fossero praticamente identiche; ha aggiunto che la sorgente era esattamente la stessa e che, verosimilmente, eravamo dinanzi ad una 'asperità', un punto di maggiore resistenza su una superficie più ampia sottoposta a sforzo".

Elementi caratteristici dei foreshock - ha aggiunto Moretti - che possono preludere sia ad una scossa maggiore, sia all'esaurirsi dei fenomeni nell'arco di qualche giorno, magari di qualche ora. "Moretti, e così altri scienziati che ho contattato venerdì per un parere che rimane, comunque, probabilistico, hanno teso ad escludere la possibilità di una scossa disastrosa, condividendo, però, la possibilità di un evento intorno al 5° grado della scala Richter. Per questo, ho preferito sospendere le attività didattiche; ho pensato, in particolare, ai genitori dei piccoli che frequentano le scuole dell'infanzia e le classi primarie: provate ad immaginare il caos, e lo stress per le famiglie, in caso di scossa del grado 5° in orario scolastico. Resto convinto altresì che le scuole agibili dell'Aquila, di ogni ordine e grado, siano sicure", ha sottolineato Cialente: "altrimenti, non le avrei tenute aperte fino ad oggi; terremoti - in un territorio sismico come il nostro - possono verificarsi in ogni momento".

"Meglio eccedere in precauzione, comunque, che sottovalutare la situazione", in un momento delicato, tra l'altro, caratterizzato dalle polemiche per i mancati adempimenti del Comune dell'Aquila nella verifica della vulnerabilità sismica degli edifici pubblici strategici e dai timori generati alla notizia dei bassi indici manifestati dalle scuole superiori, di proprietà della Provincia che, al contrario del Comune, aveva sì provveduto alle verifiche, dimenticandosi però di rendere pubblici i risultati, preoccupanti senza dubbio.

E qui,si innesta il braccio di ferro che i sindaci abruzzesi hanno iniziato col Governo e la Protezione civile. E' necessaria una premessa, però.

Come ha spiegato a NewsTown l'ingegnere civile Fabio Balliana, che si occupa da anni di vulnerabilità e rischio sismico, per indice di vulnerabilità si intende il rapporto tra la capacità resistente di un fabbricato e la domanda, in termini di resistenza e spostamente, prevista dalla normativa tecnica. Un edificio pubblico strategico, una scuola dunque, soddisfa i requisiti vigenti se l'indicatore della verifica di vulnerabilità è maggiore o uguale a 1. Ebbene, nei giorni il sindaco dell'Aquila ha dichiarato che gran parte delle strutture di proprietà comunale, o di altri Enti e Istituzioni, hanno un indice di vulnerabilità sensibilmente inferiore, in alcuni casi anche al di sotto dello 0.30.

Si tratti di edifici che sono, comunque, considerati agibili: per agibilità, spiega ancora Balliana, si intende evidentemente la capacità delle strutture di far fronte ad ulteriori terremoti come quelli a cui sono già stati soggetti.

Prendiamo il caso del Cotugno, che ha scoperto il vaso di Pandora (ma vale lo stesso per gli altri istituti superiori dell'Aquila): la struttura è stata sottoposta - nell'estate 2009 - a interventi di rafforzamento locale su tutto il fabbricato per circa 3 milioni di euro, con misure anti-ribaltamento per le pareti divisorie e con rafforzamenti di fibre di carbonio sui nodi. In aggiunta, sono state effettuate prove sui calcestruzzi e 31 prove di carico, da 450 kg sui solai e 600 kg sui corpi scala, che non hanno mai evidenziato criticità. Seppure si scopra oggi che il corpo F con le relative rampe, sul quale la verifica d'agibilità fornisce gli esiti più preoccupanti, non è stata sottoposto a prova: per questo, l'istituto è stato chiuso fino al 4 febbraio così da adempiere alle verifiche.

Sta di fatto che la Protezione civile ha dichiarato agibile la struttura; i dati della vulnerabilità sismica, però, a seguito di verifica del 2013, cozzano in maniera preoccupante con la documentazione prodotta a seguito del terremoto 2009 e con i sopralluoghi effettuati da Provincia, Vigili del fuoco e Protezione civile a seguito delle recenti scosse di terremoto che non hanno rilevato alcun danno strutturale. E dunque? Non lo dichiara nessuno, ufficialmente almeno: la 'sensazione diffusa', però, è che le verifiche approntate dai tecnici incaricati dalla Provincia sulle scuole superiori dell'Aquila non siano considerate attendibili; o meglio, si 'presume' possano manifestare indici così bassi volutamente, per mettere in condizione l'Ente di chiedere finanziamenti ingenti per la progettazione e realizzazione dei lavori di adeguamento. Si è detto anche questo, nel corso delle convulse riunioni informative che le Istituzioni stanno tenendo, in queste ore, negli istituti superiori della città.

Dunque, si è deciso di approntare un intervento straordinario di verifica, affidato a squadre di tecnici della ReLuis, su tutte le scuole, di ogni ordine e grado, a partire dalla Provincia dell'Aquila, al fine di effettuare una rapida ri-valutazione del grado di vulnerabilità sismica degli edifici; in questo senso, la Giunta regionale ha deliberato di contrarre un mutuo da 30 milioni di euro.

Si badi bene, però: l'indicatore di rischio sismico non è direttamente legato all'intensità sismica; in altre parole, non è detto che un edificio con un indice di vulnerabilità dello 0.30 possa 'reggere' in caso di scossa di magnitudo 7 della scala Richter, ma non è detto neppure che crollerebbe, poiché - come noto - le forze sismiche cui è soggetto un fabbricato dipendono sì dalla magnitudo, ma in misura determinante anche da profondità e distanza dall'epicentro e, inoltre, ogni sito è caratterizzato da una risposta sismica differente in funzione della natura dei terreni su cui viene realizzato. E infatti, "in riferimento alle problematiche delle strutture pubbliche con basso 'indice di vulnerabilità', non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di Protezione civile da porre in atto", ha scritto Fabrizio Curcio, rispondendo ad una lettera, allarmata, del sindaco Cialente.

Insomma, pure approntate le verifiche di vulnerabilità sismica su edifici che - lo ripetiamo - hanno il certificato d'agibilità, non verrebbe detta una parola certa sulla sicurezza degli studenti, considerato che è improbabile che le strutture raggiungano un indicatore pari a 1; la responsabilità resterebbe comunque in capo al sindaco. E' per questo che l'assemblea dell'Anci Abruzzo, riunita venerdì mattina a Teramo, alla presenza del sindaco di Siena Bruno Valentini (responsabile Protezione civile Anci nazionale) e di Antonio Ragonesi, direttore area di Protezione civile e sicurezza strutturale, ha deciso di "chiedere con forza che le strutture di prevenzione e sicurezza dello stato definiscano e comunichino ai sindaci italiani quale è il livello minimo di vulnerabilità sismica di un edificio scolastico che garantisca la sicurezza degli studenti", ha ribadito Cialente a NewsTown.

"L'assemblea ha deciso di darsi una breve pausa di riflessione sino a martedì, anche per un confronto con il Governo, riservandosi, nel caso di risposte ancora evasive, di stabilire la chiusura precauzionale delle scuole. Decisione già assunta, peraltro, da alcuni comuni abruzzesi, e si pensi a cosa sta accadendo a Teramo".

Si attendono risposte certe da Roma, insomma: i sindaci abruzzesi hanno avviato una battaglia politica di respiro nazionale, e non intendono fare passi indietro.

Torniamo così al punto di partenza: cosa accadrà mercoledì, riprenderà l'attività didattica nelle scuole? Sul punto, Cialente è chiaro: si sta monitorando con grande attenzione lo sciame sismico che interessa la città; dovesse esaurisi nel corso delle prossime ore, come si spera, le scuole verranno riaperte, ma soltanto innanzi ad una presa di posizione decisa delle strutture di prevenzione e sicurezza dello stato, che - chiedono i sindaci abruzzesi, e Cialente a voce alta - dovranno assumere l'impegno di garantire, in tempi brevi (non più di un mese), una risposta oggettiva sui livelli minimi di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici. Altrimenti, le attività didattiche nelle scuole in muratura potrebbero non riprendere: anche per questo, si sta ragionando di possibili doppi turni nei Musp che, mercoledì, riapriranno invece regolarmente.

Ultima modifica il Domenica, 29 Gennaio 2017 19:16

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