Braccio di ferro tra il Ministero delle Infrastrutture e Strada dei Parchi spa, società concessionaria dei tratti autostradali di A24 e A25.
Nei giorni scorsi, il senatore della Lega Nord Jonny Crosio, capogruppo in Commissione Infrastrutture a Palazzo Madama, ha inteso manifestare la sua preoccupazione "per le condizioni dei viadotti delle autostrade abruzzesi, l'unico collegamento baricentrico - ha ricordato - che collega l'Est e l'Ovest d'Italia e che incide in modo determinante sulla viabilità della Regione. I viadotti erano già danneggiati in conseguenza del sisma del 2009 - ha sottolineato Crosio - e oggi ci risultano ulteriormente deteriorati. E' fondamentale, dunque, procedere alla messa in sicurezza dell'arteria stradale, così come previsto già dal 2012 in Legge di Stabilità, ma ad oggi non ci risultano accordi tra l'ente gestore e il Ministero; è molto grave che non si stia facendo nulla".
Per questo, il senatore leghista ha presentato una istanza in Commissione: "oltre al pericolo di danni alle persone, che ci auguriamo di poter scongiurare, crediamo che sia fondamentale oltre che doveroso garantire che questo collegamento possa essere percorso in totale sicurezza".
Della vicenda, si è interessato anche il senatore di Aria Popolare, Aldo Di Biagio, che già era intervenuto, mesi fa, sul finanziamento di Invitalia ad Accord Phoenix, attirandosi gli strali del sindaco Massimo Cialente. Di Biagio ha presentato un emendamento al decreto Milleproroghe, chiedendo l'attuazione di quanto previsto sin dal 2012, in Legge di Stabilità; la proposta emendativa prevede che venga sospeso "l’obbligo di Strada dei Parchi del versamento delle rate del corrispettivo della Convenzione relative agli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, ciascuna dell’importo di euro 55.860.000,00 comprensivo di interessi di dilazione", in modo tale che "l'importo possa essere destinato all’immediato avvio dei lavori di messa in sicurezza antisismica", col versamento delle rate sospese, "per complessivi 223.440.000 euro" che verrebbe spalmato su "tre rate, a scadenza 31 marzo degli anni 2029, 2030 e 2031".
Oltre la discussione parlamentare, però, i tratti autostradali non sono ancora stati oggetto d'intervento di messa in sicurezza, coi rischi connessi per i viaggiatori, proprio per le divergenze, manifeste da tempo, tra la società di Carlo Toto e il Ministero, con la Regione 'nel mezzo' che, in questi mesi, ha tenuto un atteggiamento piuttosto ambiguo.
Un passo indietro.
Con la citata legge di stabilità 2013, del 24 dicembre 2012, il Governo stabilì che "in considerazione della classificazione delle Autostrade A24 e A25 quali opere strategiche per le finalità di protezione civile e della conseguente esigenza di procedere all’adeguamento delle stesse alla normativa vigente per l’adeguamento sismico e la messa in sicurezza dei viadotti, per l’adeguamento degli impianti di sicurezza in galleria, per l’adeguamento alla normativa in materia di impatto ambientale e per lavori di manutenzione straordinaria delle dette autostrade, nonché per la realizzazione di tutte le opere necessarie in conseguenza del sisma del 2009, ove i maggiori oneri per gli investimenti per la realizzazione dei citati interventi siano di entità tale da non permettere il permanere e/o il raggiungimento delle condizioni di equilibrio del piano economico finanziario di concessione nel periodo di durata della concessione stessa, il Governo, fatta salva la preventiva verifica presso la Commissione europea della compatibilità comunitaria, rinegozia con la società concessionaria le condizioni della concessione anche al fine di evitare un incremento delle tariffe non sostenibile per l’utenza".
Dunque, nel marzo 2013 il Ministero ha chiesto a Strada dei Parchi spa di aggiornare il Piano economico finanziario per eseguire i lavori di manutenzione e messa in sicurezza dei tratti autostradali e, dopo una serie di interlocuzioni, la concessionaria ha predisposto una serie di Piani Finanziari. A quel punto, è iniziato il braccio di ferro. La società di Toto, infatti, ha inserito alcune varianti nei piani, spiegando che, essendo stati progettati negli anni '60, i tracciati erano oramai fuori norma dal punto di vista delle caratteristiche geometriche (raggi di curvatura planimetrici, pendenze trasversali, pendenze longitudinali etc.) e insistendo sulla necessità, tra l'altro, di abbassare la quota di valico, per garantire una migliore percorribilità, e di realizzare la parte dei nuovi tracciati in galleria, ai fini della sicurezza in caso di eventi sismici.
Si è arrivati così al faraonico progetto da 7 miliardi di euro che la società dell'imprenditore abruzzese avrebbe investito a patto che il Ministero 'allungasse' la concessione di ulteriori vent'anni, fino al 2050. Con la minaccia che, in caso contrario, avrebbe pensato a recedere dal contratto di concessione: "non possiamo far fallire la società per mettere in sicurezza una strada che tra quindici anni non gestiremo più", spiegò Cesare Ramadori, ingegnere, amministratore delegato di Strada dei Parchi.
D'altra parte, la proposta di variante del gruppo Toto era piaciuta molto all'amico Luciano D'Alfonso, con la Giunta che si espresse con un parere favorevole; se non fosse che le polemiche scatenate dal progetto, portarono la Giunta regionale sull'orlo di una crisi irreversibile, con la maggioranza di centrosinistra in Consiglio che, nel frattempo, aveva votato un documento per dire 'No' alle varianti impegnando l'esecutivo regionale ad aprire - piuttosto - un serrato confronto con il Governo e Strada dei Parchi per verificare il rispetto degli obblighi previsti dalla convenzione in essere in termini di manutenzione, investimenti ed ampliamento dei servizi all'utenza.
Poi, ad agosto scorso, la 'bocciatura senza appello' del ministero dei Trasporti che, rispondendo ad un'interpellanza presentata dal deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca, certificò, di fatto, la totale mancanza di qualsiasi presupposto normativo e amministrativo al progetto di modifica del tracciato, confermando che gli unici lavori possibili erano quelli di manutenzione e messa in sicurezza dell'attuale percorso, per un investimento totale stimato di circa un miliardo di euro".
Sembrava si fosse finalmente scritta la parola 'fine', sulla vicenda; invece, a seguito del terremoto del 24 agosto scorso, con la regia del governatore D'Alfonso - in luna di miele con l'allora premier Matteo Renzi - si arrivò ad una sorta di 'accordo' tra Governo e Strada dei Parchi, su un progetto di messa in sicurezza del tracciato esistente meno invasivo ma che avrebbe, comunque, determinato alcune varianti per un investimento di 3 miliardi di euro. A seguito del referedum, tuttavia, con le dimissioni di Renzi, l'accordo è finito in un cassetto; il Piano economico finanziario non è stato ancora approvato, i lavori di messa in sicurezza, dunque, non sono iniziati e, intanto, ogni anno che passa la società concessionaria ritocca al rialzo le tariffe su tratti autostradali non adeguati. "Dopo il terremoto del 2009 siamo riusciti con impegno, e pure grazie ad una certa dose di fortuna, a limitare i danni provocati dal sisma che ci ha costretto a risollevare circa 200 campate in tempi strettissimi consentendo alla macchina dei soccorsi di non fermarsi", ha spiegato nei giorni scorsi Ramadori al quotidiano 'Il Centro'. E se succedesse ancora? "Con un evento dello stesso genere, oggi la strada chiuderebbe".