Si allarga l'inchiesta della procura della Repubblica dell'Aquila su una serie di appalti gestiti dalla Regione Abruzzo che vede indagate 27 persone tra funzionari, professionisti esterni e imprenditori oltre al governatore Luciano D'Alfonso che, in più occasioni - l'ultima, in apertura del Consiglio comunale di ieri - si è detto estraneo ai fatti, ribadendo la piena fiducia sull'operato della magistratura.
E' spuntato, infatti, un quarto filone d'indagine relativo all'appalto, tutt'ora in corso, per la riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano (Chieti), del valore di 1.5 milioni di euro, 1.2 a carico dell'Ente regionale e 300mila stanziati dall'amministrazione comunale.
Sarebbero dieci le persone iscritte sul registro degli indagati; tra gli altri, gli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe oltre al dirigente Franco Bernardini, segretario di giunta: falso ideologico, l'accusa. A quanto si apprende, si tratterebbe di un avviso di garanzia 'tecnico': i quattro indagati, infatti, avrebbero partecipato alla riunione di Giunta del 3 giugno 2016 che approvò la delibera contestata, la numero 367, proposta dal governatore e che ha varato una procedura negoziata, ad invito, di venti ditte con scadenza al 28 febbraio prossimo, ma non sarebbero coinvolti nel contenuto del provvedimento, nel percorso - cioé - messo in campo dalla Regione e attenzionato dalla Procura.
Su tutta l'indagine c'è il massimo riserbo da parte di inquirenti e investigatori; si attendono, tuttavia, ulteriori sviluppi.
Il parco comunale Villa delle Rose si estende su un'area di 60 mila metri quadrati già usata per fiere e feste popolari, dotata anche di un ippodromo, su cui il Comune frentano ha proposto una riqualificazione con demolizione e ricostruzione delle tribune, la realizzazione di un campo di calcio e di piste pedonali e ciclabili. Costo dell'operazione, appunto, 1.5 milioni di euro, con la copertura finanziaria che - tuttavia - "deve essere rintracciata", ha chiarito il governatore innanzi all'assise regionale.
Febbo (Forza Italia): "I nostri sospetti erano più che fondati"
"A conferma di ciò che da tempo provo a far capire agli abruzzesi e, soprattutto, a questo esecutivo regionale, oggi arriva un'inchiesta della Magistratura che intende fare chiarezza sui contenuti procedurali e amministrativi degli atti adottati dalla stessa Giunta. All'indomani dell'approvazione della Delibera numero 367 del 3 giugno 2016, precisamente il 16 giugno, unitamente all'onorevole Fabrizio Di Stefano e al candidato sindaco di Lanciano, Enrico D'Amico, abbiamo fatto una conferenza stampa proprio per denunciare il contenuto di una Dgr dove di fatto non vi era né il parere di bilancio, né l'impegno di spesa, ma cosa più grave, il progetto del Central Park era demandato al direttore generale per la cantierabilità".
Questo il commento del Presidente della Commissione di Vigilanza e Consigliere regionale Mauro Febbo all'indomani delle notizie relative alle indagine sull'attribuzione del finanziamento per la riqualificazione del parco comunale Villa delle Rose di Lanciano. "La preoccupazione - spiega Febbo – era, ed è, dettata proprio dal leggere decine e decine di Delibere di Giunta dove mancano gli impegni di spesa del settore Bilancio che rendono praticamente gli atti amministrativi fumo e di difficile, se non impossibile, copertura finanziaria, senza dimenticare che alle stesse non viene data la pubblicità che norme e regolamenti impongono. Il 16 giugno a Lanciano si era voluto sottolineare un vizio legislativo e amministrativo riscontrato in quel provvedimento così come era stato fatto in tante altre precedenti occasioni dal sottoscritto".
Quindi - conclude Febbo – "adesso dalle figure di spicco del Partito Democratico, come il Sindaco Pupillo, l'Assessore Paolucci e il Consigliere regionale Camillo d'Alessandro, che avevano intenzione di realizzare una statua di pinocchio a futura memoria proprio all'interno del parco, mi aspetto quantomeno delle scuse ufficiali rivolte sia a coloro che erano presenti a quella conferenza stampa sia a tutti i lancianesi che oggi dovranno prendere semplicemente contezza di chi è il vero pinocchio".
Gli altri filoni d'indagine
I nucleo del Noe dei Carabinieri e gli agenti della Squadra Mobile di Pescara hanno acquisito documentazione anche sull'appalto da 13 milioni di euro per la ricostruzione di Palazzo Centi, sede della presidenza dell'ente nel centro storico, danneggiata dal terremoto del 2009. Già nel luglio scorso, NewsTown scriveva del notevole ritardo nell'espletazione delle procedure di gara [leggi], poi assegnata all'Edil Costruzioni Generali di Isernia con il ribasso del 35%.
Il procedimento penale è stato avviato nei confronti di undici persone, in ordine alle quali si è compiuta acquisizione documentale; tra queste, non compare il nome di Luciano D'Alfonso.
Si tratta del capo della segreteria del governatore, Claudio Ruffini, che nella passata legislatura è stato consigliere regionale del Pd, dell'imprenditore Eugenio Rosa, amministratore delegato di Icet Engineering, dei tre componenti la commissione di gara, i funzionari regionali Giancarlo Misantoni (presidente), l'architetto Roberto Guetti e l'ingegnere Silverio Salvi; sotto indagine anche due progettisti: Gianluca Marcantonio, nominato nell'agosto del 2016 componente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, e un mese fa entrato nel Comitato tecnico scientifico della struttura del commissario per la ricostruzione in Centro Italia Vasco Errani, e Alessandro Pompa. Per loro, le ipotesi di reato sono corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio. Stando alle prime notizie diffuse dall'Ansa, la Procura contesterebbe in particolare pressioni per la scelta dei nomi in commissione e anche il fatto che i progettisti avrebbero avuto gli elaborati progettuali quattro mesi prima del bando di gara.
All'atto della proroga delle indagini sono stati poi notificati altri quattro avvisi di garanzia, all'ex dirigente del ministero dei Beni Culturali Berardino Di Vincenzo, ora in pensione, uomo molto vicino a D'Alfonso che lo ha voluto come suo consulente, al figlio Giancarlo, tecnico progettista, e agli imprenditori Giancarlo Di Persio e Mauro Pellegrini, titolari dell'impresa Dipe costruzioni che, nei mesi scorsi, erano finiti al centro di un'altra brutta vicenda giudiziaria, legata ad un presunto giro di mazzette nell'ambito dei lavori di puntellamento post terremoto.
Per loro, l'accusa è di induzione indebita a dare o promettere utilità, la così detta "concussione depotenziata". Secondo l'accusa, Berardino Di Vincenzo avrebbe indotto i due imprenditori a stipulare una consulenza con il figlio Giancarlo, incaricato di stilare il progetto con il quale la Dipe costruzioni ha partecipato al bando di gara del valore di 13 milioni di euro per palazzo Centi, poi aggiudicato alla ditta Edil Costruzioni Generali Srl di Isernia con un ribasso del 35%. In cambio, Di Vincenzo avrebbe assicurato un interessamento per la gara alla luce dei suoi buoni rapporti con il governatore.
Ma la sede storica della giunta regionale non è il solo motivo d'indagine: la Regione - in una nota - ha comunicato che il presidente D'Alfonso ha ricevuto due richieste di proroga delle indagini: la prima, iscritta nel registro delle notizie di reato il 18 novembre 2015, riguarda un fondaco di Penne, su cui il governatore avrebbe sollecitato il superamento di un vincolo per consentirne al Comune l'alienazione; l'altra, invece, i lavori - "solamente preventivati", ha spiegato il governatore - su 70 appartamenti Ater di Pescara, iscritta nel registro lo scorso 8 luglio.
C'è poi la vicenda relativa al Parco Didattico del Lavinio - nei comuni di Roccamorice, Scafa, Abbateggio, San Valentino, Manoppello e Lettomanoppello - per la quale è in corso un'attività di estimazione e progettazione tra Provincia, Comuni e Regione.
Per questi filoni d'indagine risultano indagati anche il presidente dell'Ater pescarese, Virgilio Basile, il dirigente della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco, Enrico Di Paolo, il geometra di Lettomanoppello Tino Di Pietrantonio, l'ingegnere responsabile dell’ufficio manutenzione dell’Ater di Pescara Carmine Morelli.
Le inchieste che riguardano D'Alfonso
Il governatore Luciano D'Alfonso, dunque, non sarebbe indagato per l'appalto di Palazzo Centi ma per le altre vicende riguardanti Penne, Pescara e il Lavinio.
I reati ipotizzati sarebbero corruzione, turbativa d'asta e abuso d'ufficio.
"Una cosa è certa: tutta la mia attività amministrativa è condotta in modo che prevalga sempre l'interesse pubblico. Sono pronto a tutte le critiche, purché però si parta da questo assunto", ha dichiarato il presidente della giunta regionale in apertura dei lavori del Consiglio regionale, intervenendo sulle vicende giudiziarie degli ultimi giorni. "Quando si è decisori pubblici - ha sottolineato - la rilettura dell'autorità giudiziaria incentiva la piena idoneità dell'attività amministrativa. Da parte mia, dunque, non c'è solo una condotta collaborativa, ma anche un apprezzamento di tipo istituzionale. Anche perché sono oltremodo interessato affinché si compia una puntuale diagnostica esaustiva di ogni aspetto".
D'Alfonso ha poi ripercorso alcuni passaggi delle contestazioni, precisando però di non avere piena contezza documentale degli atti dell'inchiesta. "I fatti che mi vengono contestati - ha spiegato - sono racchiusi in due fogli di carta e in un terzo documento, che raccontano 4 situazioni reali. La prima vicenda riguarda un fondaco di Penne, su cui io avrei sollecitato (su richiesta non di un privato, ma del sindaco, del vice sindaco e dell'assessore al ramo) il superamento di un vincolo per consentirne al Comune l'alienazione, sulla base di un piano di sdemanializzazione risalente al 2008. Il secondo riguarda attività amministrative iniziate su lavori di risanamento ambientale e igienico di alcune case popolari a Pescara. L'Ater chiedeva 5 milioni di euro per gli interventi su 70 appartamenti, che grazie a una nostra rilettura e al lavoro di professionalità che hanno sempre affiancato la giunta, si sono ridotti a 2 milioni e 400mila euro. C'è poi il Parco Didattico del Lavinio, per il quale è in corso un'attività di estimazione e progettazione tra Provincia, Comuni e Regione".
L'ultimo episodio - in ordine di tempo - riguarda, appunto, la delibera del 3 giugno scorso per la riqualificazione strategica del Parco di Villa delle Rose a Lanciano, "per la quale la copertura finanziaria deve essere rintracciata", ha chiarito il governatore. Che ha poi ringraziato i carabinieri per "la costumatezza e la misura" con cui hanno condotto la propria attività negli uffici della Regione, rimarcando come la sua attività politica e amministrativa "proseguirà con la stessa forza e impegno di sempre".