Rimuovere i cartelloni pubblicitari contenenti immagini di donne nude o seminude.
A chiederlo al Comune sono le associazioni della Casa delle donne dell'Aquila dopo che, in città, sono comparsi due 6x3 che reclamizzano un negozio di pasta e un noto ristorante (foto). In uno, quello del ristorante, c'è il disegno di una pin-up, raffigurata in lingerie e autoreggenti, che con una mano regge un piatto di spaghetti mentre porta l'altra alla bocca per leccarsi un dito. Il claim della réclame è "Per averti farei di tutto". Nell'altro cartellone, invece, che pubblicizza un rivenditore di pasta, la foto di una ragazza in carne e ossa semisvestita e coperta solo da un velo è accompagnata dallo slogan "La pasta più...bona che c'è".
"Il Comune rimuova subito questi orrori" chiedono le associazioni femministe "Il tempo delle analisi e delle spiegazioni è finito, è arrivato quello delle azioni".
La nota completa
Da qualche giorno, presso l’incrocio tra la Strada Statale 80 e la Strada Statale 17, campeggiano 2 enormi cartelloni pubblicitari che pubblicizzano un negozio di pasta, “Antichi sapori”, e un ristorante, “Osteria La Casereccia”.
In entrambi i casi il messaggio pubblicitario passa o dovrebbe passare, attraverso l’esposizione di un corpo di donna nudo o seminudo che dovrebbe evocare l’acquolina in bocca, la fame e chissà quale altro istinto tra quelli più bassi.
Non ci interessa capire le ragioni di questa scelta di marketing. Da tempo è finito il tempo delle analisi e delle spiegazioni. Ora è il tempo delle azioni.
L’amministrazione comunale e chi di dovere devono provvedere alla rimozione di quei cartelloni. E devono vigilare, d’ora in avanti, impedendo che in questa città vengano esposti simili orrori, come del resto fanno tutte le amministrazioni comunali che si dicono contrarie ad una cultura o sub-cultura sessista ed offensiva nei confronti delle donne.
E’ notizia di oggi, infatti, che il Comune di Imola ha espressamente vietato certo tipo di pubblicazioni offensive e sessiste e sta per adottare un regolamento che vuole introdurre criteri di correttezza e di rispetto anche negli slogan destinati a finire sulle affissioni pubbliche.
Quei cartelloni “pubblicitari”, dunque, devono essere rimossi. Immediatamente.
E le aziende che li hanno commissionati, dovrebbero scusarsi con tutte le donne di questa città.