La società Strada dei Parchi, che gestisce le autostrade A24 e A25, ha presentato un ricorso al Tar del Lazio contro il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e il ministero dell’Economia chiedendo l’annullamento del decreto 508 del 30 dicembre 2016 con cui i due dicasteri avevano posto un tetto ai rincari dei pedaggi per l’anno 2017.
Grazie a quell’atto, infatti, a partire dal 1° gennaio scorso, le tariffe sono aumentate “solo” dell’1,62% a fronte dell’11,07% chiesto dall’azienda, che contesta la percentuale di adeguamento tariffario riconosciuta dallo Stato e i criteri con cui è stata calcolata.
La stessa contestazione è stata mossa anche in riferimento al 2015 e al 2016: nel 2015, è scritto nel ricorso, gli aumenti tariffari calcolati erano del 9,06%, quelli riconosciuti dal Mef pari all’1,50%; nel 2016, invece, l’azienda aveva chiesto aumenti del 12,26% ma il Mef le concesse solamente il 3,45%.
Ora la società guidata dall’ad Cesare Ramadori non solo chiede che venga annullato il decreto del 30 dicembre ma domanda anche il ristoro dei danni, ossia dei mancati guadagni. Questi ultimi, secondo SdP, ammonterebbero a 34,5 milioni di euro: 16,9 per i mancati ricavi nel 2015 e 2016 e 17,5 per il 2017.
Strada dei Parchi è rappresentata dagli avvocati Arturo Cancrini, Angelo Clarizia e Sara Di Cunzolo.