Undicesimo filone dell'inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica dell'Aquila su una serie di appalti gestiti da Regione Abruzzo; si indaga sull'assegnazione attraverso procedure negoziate, cioè gare a inviti di un certo numero di imprese, di alcuni lavori, legati anche alla ricostruzione post-terremoto 2009, promossi dal segretariato del ministero dei Beni culturali.
Non si conoscono altri particolari né le ipotesi di reato, perché in questo fronte di indagine, come su tutta l'inchiesta, viene mantenuto il più stretto riserbo. Ci sarebbero, comunque, altri indagati.
La scorsa settimana i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) hanno effettuato una serie di blitz nella sede in via Filomusi Guelfi all’Aquila per acquisire documentazione in particolare presso l’ufficio contratti; la vicenda dell'assegnazione di opere attraverso procedure negoziate, era balzata agli onori della cronaca negli anni scorsi, per le denunce, ripetute, di affidamenti che andavano sempre alle stesse imprese, senza alcuna rotazione.
Si allarga, dunque, l’inchiesta che - finora - ha coinvolto 33 indagati tra cui dirigenti e funzionari regionali, professionisti esterni, imprenditori, oltre al presidente, Luciano D’Alfonso, e agli assessori regionali Marinella Sclocco, Silvio Paolucci e Dino Pepe. Le ipotesi di accuse, a vario titolo, sono di corruzione, turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore Michele Renzo e dal sostituto Antonietta Picardi e portate avanti dai carabinieri del Noe e dalla squadra Mobile della questura di Pescara.