Si è aperta stamane, presso il tribunale di Bazzano (L'Aquila), la fase dibattimentale del processo per l'occupazione dello spazio sociale CaseMatte, con imputati 12 tra attivisti e attiviste che devono rispondere dell'accusa di invasione e occupazione dell'edificio pubblico. Fu la Asl 1 (Avezzano-L'Aquila-Sulmona), proprietaria dell'area di Collemaggio, a far partire tre anni fa la denuncia ai danni degli attivisti di 3e32, che in questi anni hanno fatto di CaseMatte un luogo di riferimento politico, culturale e musicale della città.
Oggi, l'Azienda Sanitaria ha sciolto il dubbio che in molti avevano da settimane: si è costituita parte civile, chiedendo una provvisionale (un anticipo in primo grado sul risarcimento totale richiesto) di 50mila euro agli imputati. Una richiesta sembrata piuttosto esagerata, soprattutto perché si motiva con i “danni all'immagine e al patrimonio” di cui sarebbe stata vittima la Asl, come ha confermato direttore generale Giancarlo Silveri. E, d'altronde, non potrebbe essere altro che “immagine”, visto che di danni alla struttura non c'è neanche l'ombra; anzi, come è possibile vedere nella pagina Facebook di 3e32, il bar oggetto dell'ipotesi di reato è stato riqualificato, dopo l'abbandono da parte della proprietà, perdurato per più di un decennio.
In apertura di udienza, gli avvocati difensori hanno prodotto prove documentali e depositato la lunga lista testimoniale. E' stata poi la volta della prima testimonianza chiamata dall'accusa, il direttore generale della Asl 1: “Ho proceduto alla denuncia a tutela dell'ente che presiedo e anche della mia persona, in quanto rappresentante legale dell'Azienda” ha esordito Silveri “a quanto ne so si tratta di un'occupazione abusiva, si sono aggiunti nel tempo altri manufatti abusivi ed è nato addirittura un orto”.
Giancarlo Silveri è determinato nel voler accusare i ragazzi che da quattro anni animano quell'area, ribattezzata CaseMatte: “Non conosco l'eventuale volontà di aggregazione degli occupanti, ma sicuramente non è comprensibile l'occupazione abusiva di un edificio privato di un ente pubblico”. Subito dopo, di fronte alle domande degli avvocati degli imputati, la sua inizia a sembrare quasi una difesa di quanto poco avrebbe fatto per Collemaggio l'ente che presiede: “Quell'edificio (CaseMatte, ndr) si trova all'interno della proprietà dell'Azienda Sanitaria – sottolinea – abbiamo recuperato dopo il sisma due o tre edifici tra tutti quelli presenti nel parco, il resto è ancora lì. Una delibera regionale stabilisce dal 2006 che Collemaggio è uno di quei beni che vanno dismessi, ma io ancora non attuo questa decisione”. Più che una testimonianza, quelle di Silveri sembrano le giustificazioni di un esponente politico che, intervistato, subisce pressioni da un giornalista.
Durante il dibattimento è stata segnalata al manager la lettera che Massimo Cialente inviò nell'aprile 2011, in cui chiedeva un incontro sulla questione di Collemaggio. Una lettera protocollata e arrivata all'Azienda Sanitaria che, però, non ha provveduto a rispondere al primo cittadino. Tutto ciò, nonostante Silveri ripeta continuamente (lo ha fatto anche oggi) il suo mantra: “Non venderò fino a quando l'amministrazione comunale non mi dirà cosa vuol fare dell'area”. Silveri, inoltre, non ha fatto riferimento al contesto in cui si sono create le condizioni per l'occupazione dell'edificio che sarebbe di lì a breve diventato CaseMatte, e cioè quello venutosi a creare nel periodo successivo al sisma, caratterizzato dall'emergenza abitativa e dalla mancanza di spazi sociali e aggregativi (soprattutto giovanili) in città.
Altro dato rilevante è l'obiezione di Alessandroni alle videoriprese in aula. L'avvocato dell'accusa si è opposto anche a operatori autorizzati dalla cancelleria del tribunale di Bazzano, ottenendo lo spegnimento delle telecamere. Anche questo è un segnale di debolezza e imbarazzo da parte dell'ente sanitario, al contrario degli imputati, i cui avvocati hanno acconsentito alle riprese.
Nel pomeriggio il 3e32, attraverso una nota, commenta duramente la costituzione in parte civile da parte della Asl: “Forse il danno di immagine si riferisce al fatto che l’area di CaseMatte, l’unica curata e viva all’interno del parco, mette in mostra ancor di più il degrado complessivo in cui la Asl ha abbandonato l’area”, tuonano gli attivisti del collettivo “La verità è che la Asl è intenzionata a vendere tutta l’area di ColleMaggio, e CaseMatte rappresenta un grave ostacolo a questa operazione. Altrimenti come mai non si è ancora neanche cominciato a ricostruire i tanti edifici del parco di ColleMaggio a più di 4 anni dal terremoto? In ogni caso questa intimidazione e repressione, che continuerà nei prossimi giorni con il processo per la manifestazione del 7 luglio 2010 (udienza a Roma martedì 14) e con la seconda udienza per l’occupazione della regione (udienza a L’Aquila lunedì 21), non fermerà certo la nostra volontà di continuare a batterci per la difesa dei beni comuni ed una ricostruzione giusta e trasparente”.
Nel frattempo, il comitato rilancia e invita la cittadinanza alla festa per i quattro anni di CaseMatte, prevista per il prossimo 31 ottobre. Il processo è stato invece aggiornato al prossimo 25 febbraio, quando a testimoniare saranno due agenti della Digos.