La Italiana Beverage, società del gruppo facente capo al patron dela Santa Croce Camillo Colella, ha presentato ricorso al Tar contro l'esito del bando di gara con cui, il 22 marzo scorso, la Regione Abruzzo ha assegnato in modo provvisorio alla Norda Spa, del gruppo dei fratelli Pessina, la concessione di Acque minerali "Sant'Antonio-Sponga" di Canistro (L'Aquila).
La vicenda è nota e lo scontro sulla concessione delle acque tra Santa Croce e giunta regionale - in particolar modo con il vice presidente Giovanni Lolli - è aspro da tempo.
Alla base dell'istanza, l'assenza di una valutazione di impatto ambientale (via) precedente al bando, pubblicato il 15 dicembre scorso, e il mancato rispetto del requisito della convenienza economica per l'amministrazione regionale, nei riguardi della ricorrente.
In altre parole viene contestato il fatto che la Italiana Beverage sia risultata "inidonea" all'aggiudicazione, non essendole stato assegnato un punteggio sufficiente per entrare nella graduatoria con la gara che non ha fatto registrare un secondo classificato. Insomma, la Santa Croce va all'attacco e afferma neanche troppo velatamente che la Regione abbia voluto estrometterla dalla corsa alla concessione delle acque di Canistro.
Nel ricorso, gli avvocati Filippo Satta, Anna Romano, Giulio Mastroianni e Raffaele Fragale sostengono che l'assegnazione sia da annullare, in quanto i parametri di valutazione adottati hanno fatto sì che l'offerta della Italiana Beverage non abbia ottenuto l'affidamento, risultando addirittura "inidonea" all'aggiudicazione, nonostante, sotto il profilo economico, "fosse ben più conveniente per l'amministrazione".
Nel bando la Norda ha ottenuto un punteggio complessivo pari a 80,35 punti e un punteggio parziale per il piano industriale pari a 55,35 punti; la Italiana Beverage ha conseguito invece un punteggio complessivo di 58,25 punti e un parziale per il piano industriale pari a 54. Lo sbarramento era posto a quota 65.
Secondo i legali, la società non può essere definitivamente estromessa dalla procedura nonostante la sua proposta risulti, a tutti gli effetti, seconda classificata. Le altre concorrenti - la Bruni Industry Srl-Comit e Acqua Srl - non sono state valutate poiché le due società non avevano prodotto la documentazione attestante l'idoneità economico-finanziaria.
Al bando non ha invece partecipato la Santa Croce Spa, sempre facente parte del gruppo che fa capo all'imprenditore molisano Colella, che fino allo scorso anno aveva avuto la concessione, poi revocata con motivazioni impugnate dalla stessa azienda, che ha in corso con la Regione un duro contenzioso. Colella, intanto, ad oggi conserva la proprietà del marchio nazionale Santa Croce e dello stabilimento di Canistro.
In questa vicenda, Colella denuncia anche "un'altra illegittimità legata al fatto che la Regione, nonostante più richieste e diffide, ci ha finora negato l'accesso agli atti, quindi abbiamo dovuto presentare il ricorso senza la documentazione di gara". I legali di Colella osservano inoltre anche che sono stati attribuiti ben 15 punti con la cosiddetta "clausola sociale", cioè al concorrente che si fosse impegnato ad assumere per il periodo della concessione gli "stessi lavoratori della precedente società affidataria della concessione, secondo le esigenze tecnico-organizzative e di manodopera previste dal piano industriale relativo all’attività di sfruttamento della risorsa mineraria".
Clausola che al concessionario garantirà, prevede il bando, "un'enorme riduzione", pari circa al 90%, del canone da corrispondere alla Regione Abruzzo: secondo l'azienda, il contributo passerebbe da 4 euro a 30 centesimi di euro ogni mille litri imbottigliati. Considerando una stima di circa 184 milioni di litri di acqua imbottigliati in un anno, il contributo della concessionaria alla Regione passerebbe a 736mila euro a soli 55mila.
La Norda Spa, facente parte del gruppo di aziende dell'acqua dei fratelli Massimo e Carlo Pessina, è proprietaria di marchi noti come Gaudianello e Sangemini.