"Questa mattina ho avanzato ufficiale richiesta alla Procura dell'Aquila di conoscere la mia posizione ai sensi dell'articolo 335 del Codice di Procedura Penale; la stessa Procura dell'Aquila ha rilasciato un certificato a mio nome dal quale risulta, con chiarezza, che non sono iscritta nel registro degli indagati. Essere indagati peraltro non significa nulla ed è una tutela per tutti i cittadini".
A dirlo è la senatrice Stefania Pezzopane che smentisce, così, la notizia di una indagine a suo carico per finanziamento illecito ai partiti. "Non sono indagata, ma immediatamente perseguitata. Questo significa che da due giorni circolano notizie false su di me, senza che si sia fatta una verifica. Succede troppo spesso, questo è profondamente sbagliato. Ed ha a che vedere con la forza di una democrazia. Per questo ripeto: basta falsità".
Per quanto riguarda le presunte dichiarazioni rese da Angelo Capogna, "la magistratura, in cui confido pienamente, sta compiendo il suo dovere e sono certa che farà piena luce, giungendo alle giuste conclusioni su una vicenda che mi vede totalmente estranea ai fatti e alle circostanze riferite", ha aggiunto la Pezzopane.
Le dichiarazioni rese da Angelo Capogna
"Ribadisco che le dazioni di denaro in favore di Stefania Pezzopane sono state due: la prima di euro 5mila, da me consegnati presso la sede elettorale situata in zona Coppito, Statale 17, incrocio rotatoria per l’ospedale San Salvatore; la seconda, sempre dell’importo di euro 5 mila, presso gli uffici-container della Provincia di L’Aquila". Queste le parole di Angelo Capogna - come si evince dal verbale d'interrogatorio svelato da 'Il Centro' - che stanno facendo discutere da giorni.
L'imprenditore frusinate, amministratore della Saridue Srl - società che si occupa di illuminazione pubblica - è la 'gola profonda' che con le sue rivelazioni, tutte ancora da verificare, ha inguaiato 36 persone tra politici e funzionari di alcuni Comuni marsicani, descrivendo un sistema di "tangenti sui lampioni" con contanti e regalie in cambio di commesse nel suo settore [Leggi qui].
A seguito d'interrogatorio, i sostituti procuratori della Repubblica di Avezzano Maurizio Cerrato e Roberto Savelli hanno riscontrato un’autonoma fattispecie di delitto che coinvolgerebbe anche Pezzopane, in violazione della legge numero 195 del 1974, quella che regola appunto il finanziamento ai partiti. Per questo, è stato aperto un fascicolo autonomo e lo scorso 11 aprile le carte sono state trasmesse alla competente procura aquilana, dal momento che il fatto sarebbe avvenuto nel capoluogo.
E parlando con gli uomini della prima sezione della squadra Mobile, diretta dall’ispettore Sabatino Romano, Capogna ha svelato che "tali dazioni furono suggerite da Gianfranco Tedeschi (sindaco di Cerchio, ndr), il quale aveva già preso accordi con Pezzopane per permettere alla mia società di svolgere lavori di ristrutturazione dell’illuminazione pubblica nella città dell’Aquila". Come detto, le dazioni sarebbero state due: "Nella prima circostanza, ero in compagnia di mio padre Domenico Capogna e di mio fratello Fabio", ha spiegato l'imprenditore frusinate; "nella seconda circostanza, invece, ero in compagnia della mia collaboratrice dell’epoca Lauretti Francesca": in quella occasione, Capogna ha chiarito di aver consegnato la dazione "a lei personalmente, presso i container adibiti a uffici della Provincia che, all'epoca, erano stati ricollocati nella zona della Caserma dei Carabinieri".
Secondo quanto appreso da fonti investigative, anche in questo filone si starebbe verificando la possibile sussistenza di ipotesi accusatorie di corruzione.
“Ricordo che nel periodo pre-elettorale per le elezioni provinciali dell’Aquila nell’anno 2010, su richiesta di Gianfranco Tedeschi mi recai all’Aquila in compagnia della mia ex collaboratrice Lauretti Francesca per consegnare la somma di euro 5 mila all’allora presidente della Provincia dell’Aquila Stefania Pezzopane”.
Come si legge sul quotidiano Il Centro che cita il verbale di uno dei due interrogatori di Capogna, l’imprenditore “gola profonda” ricorda “in particolare di avere consegnato il denaro a lei personalmente presso i container adibiti a uffici che allora erano stati ricollocati nella zona della caserma dei carabinieri dell’Aquila”.
Parlando con gli uomini della prima sezione della squadra Mobile, diretta dall’ispettore Sabatino Romano, Capogna svela che “tale dazione mi fu suggerita da Tedeschi (Gianfranco, sindaco di Cerchio, ndr) il quale aveva già preso accordi con la Pezzopane per permettere alla mia società di svolgere lavori di ristrutturazione dell’illuminazione pubblica nella città dell’Aquila. Nonostante tale dazione, non ho mai avuto contatti né svolto alcun tipo di attività in quella città”.
E prosegue il verbale con l’interrogatorio di Capogna: “Ribadisco che le dazioni di denaro in favore di Stefania Pezzopane sono state due, la prima di euro 5 mila, da me consegnati presso la sede elettorale situata in zona Coppito, Statale 17, incrocio rotatoria per l’ospedale San Salvatore, e la seconda, sempre dell’importo di euro 5 mila è avvenuta presso gli uffici-container della Provincia di L’Aquila”.
“Nella prima circostanza ero in compagnia di mio padre Domenico Capogna e di mio fratello Fabio; nella seconda circostanza ero in compagnia della mia collaboratrice dell’epoca Lauretti Francesca”, conclude il passaggio incriminato.