I Comitati cittadini per l'ambiente che da anni si battono sulla questione metanodotto Snam hanno scritto una lettera al capo della Protezione Civile, ex prefetto dell'Aquila, Franco Gabrielli, " informandolo circa gli ultimi sviluppi riguardanti la centrale di compressione che la Snam intende ubicare a Sulmona". I Comitati chiedono al Capo della Protezione Civile di far conoscere "la sua autorevole opinione in merito all'impugnazione della Legge della Regione Abruzzo che prescrive studi sismici di dettaglio prima della collocazione sul territorio di centrali di compressione a gas".
Secondo i comitati di cittadini l'impugnazione della legge regionale da parte del Governo nazionale è in aperta "contraddizione con la cultura della prevenzione che dovrebbe guidare le decisioni dei poteri pubblici, soprattutto alla luce dei tragici eventi che hanno colpito l'Aquila nel 2009".
La lettera dei comitati a Gabrielli:
"Gent. Dott. Gabrielli,
Le scriviamo questa lettera aperta da Sulmona, area sismica di prima categoria, dove la Snam Rete Gas intende costruire una centrale di compressione al servizio del metanodotto "Rete Adriatica", che dalla nostra città dovrebbe raggiungere Minerbio (BO). La grande infrastruttura - un tubo da un metro e 20 di diametro - dovrebbe snodarsi lungo la dorsale appenninica, proprio attraverso le località dell'Aquilano tragicamente colpite dal sisma del 6 aprile 2009 e le località di Umbria e Marche colpite dal sisma del 1997.
L'opera era stata inizialmente concepita per passare lungo la fascia Adriatica (da cui il nome) ma, in un secondo momento, è stata inspiegabilmente dirottata all'interno della penisola lungo le aree più altamente sismiche del nostro Paese. Va precisato che l'infrastruttura è di mero attraversamento territoriale, essendo funzionale al disegno della Snam di diventare l'hub del gas per il sud Europa. Sull'opera, così come progettata dalla Snam, hanno espresso la loro contrarietà numerose Istituzioni ed Enti Locali (Regioni, Province e Comuni).
Il 26 ottobre 2011, anche la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati si è pronunciata contro con voto unanime. La Commissione, proprio in ragione dell' "elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità della condotta", ha chiesto al Governo di disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica e di convocare uno specifico tavolo per la individuazione di una soluzione alternativa. Tuttavia, fino ad oggi, la chiara volontà espressa dagli organi elettivi a tutti i livelli è rimasta inascoltata.
Nel giugno scorso la Regione Abruzzo ha approvato una legge (la n.14 del 7 giugno 2013) che disciplina la localizzazione e realizzazione di centrali di compressione a gas in aree sismiche. Ma il Governo l'ha impugnata davanti alla Corte Costituzionale perché la legge prescrive "uno studio particolareggiato della risposta sismica locale attraverso specifiche indagini, geofisiche, sismiche e geologiche di dettaglio". Tenga presente che, nel formulare tale norma, la Regione Abruzzo non ha fatto altro che recepire una specifica prescrizione contenuta nel parere della Commissione nazionale V.I.A. in merito alla centrale di compressione Snam di Sulmona; prescrizione che, con il successivo decreto del 7 marzo 2011, è stata fatta propria dal Governo. Pertanto il Governo, impugnando la legge della Regione Abruzzo, è come se avesse impugnato e quindi disconosciuto un proprio atto!
Ma ciò che più desta sorpresa, è la motivazione dell'impugnazione : secondo il Governo, la Regione "introducendo una disciplina di dettaglio" che è "suscettibile di porre limiti stringenti alla stessa localizzazione delle centrali di compressione, di interesse nazionale, finisce per impedirne la localizzazione su larga parte del territorio nazionale". Ad avviso del Governo, dunque, lo studio preventivo del territorio al fine di mitigare il rischio sismico, sarebbe incostituzionale! Ciò che è ancora più sorprendente, è che la Giunta regionale ha accolto la tesi del Governo rinunciando, così, a difendere la propria legge davanti alla Corte Costituzionale.
Le scriviamo per conoscere il Suo autorevole punto di vista sulla questione. Non le sembra paradossale che, mentre da un lato la comunità scientifica è unanime nel ritenere che la conoscenza dettagliata del territorio sia elemento basilare ai fini della prevenzione sismica, dall'altra il Governo blocchi tali studi considerandoli addirittura incostituzionali? Dobbiamo forse arrivare a pensare che la terribile esperienza del terremoto dell’Aquila, che Lei ha vissuto in prima persona, non ha insegnato proprio nulla? Ma non è proprio la Costituzione, all'art. 41, a sancire che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con la sicurezza? E non è sempre la Costituzione ad affermare, all’art. 32, che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività? Possono, dunque, tali diritti fondamentali essere subordinati agli interessi economici ed al profitto?
Conosciamo ed apprezziamo l'impegno che il Dipartimento da Lei diretto sta profondendo affinché si diffonda, nelle amministrazioni pubbliche e nei cittadini, la cultura della prevenzione. E sappiamo che il Dipartimento della Protezione Civile sta moltiplicando i propri sforzi affinché tutti comprendano che l'analisi della pericolosità sismica del territorio, propedeutica ad una corretta pianificazione urbanistica e alla stessa pianificazione dell'emergenza, è una componente centrale ed irrinunciabile della cultura della prevenzione. Non le sembra, pertanto, che l'irragionevole posizione assunta dal Governo in merito alla legge della Regione Abruzzo si ponga in aperto contrasto con l'azione e con le stesse finalità istituzionali della Protezione Civile? In attesa di una Sua gradita risposta cogliamo l'occasione per inviarle i nostri più distinti saluti".
(Articolo di Giuseppe Cantelmi)