Giusto dieci giorni fa, avevamo scritto [qui] della protesta che stava montando all'Ospedale San Salvatore per il servizio di ristorazione: tra i reparti, si parlava di scarsa qualità della fornitura, mancata prenotazione dei pranzi e mancata consegna al letto del paziente, persino di sostituzione arbitraria di pietanze senza che venissero tenute in debito conto le diete alimentari che i malati dovrebbero seguire.
Ebbene, il 16 giugno scorso si sono incontrati la Innova Spa che, in associazione temporanea di imprese con Agri Srl, gestisce l'appalto da 2.4 milioni l'anno - per cinque anni - dal marzo 2015, le Rsa e i rappresentanti di Filcams CGIL, Uiltucs UIL, Fisascat CISL; l'incontro è stato finalizzato proprio a verificare i problemi del servizio di ristorazione. Come denunciato da NewsTown, le organizzazioni sindacali hanno lamentato "forti carenze di organico" e sottolineato il fatto che "nonostante i numerosi solleciti" non sono state ancora risolte.
Le parti hanno condiviso la "necessità di normalizzare la situazione" e, pertanto, hanno firmato un verbale di accordo.
Un passo indietro.
Il 9 novembre scorso, con i lavoratori dell'associazione temporanea d'imprese in stato d’agitazione, si era tenuta una riunione in Prefettura per esperire un tentativo di conciliazione. Stante le rimostranze dell’azienda sanitaria locale che aveva messo nero su bianco le lamentele sul servizio offerto, anche le organizzazioni sindacali avevano manifestato il loro malcontento per gli esuberi dichiarati dall’ati che, di sua volontà, aveva deciso di rinunciare al servizio così detto ‘Domus’, di somministrazione, cioè, dei pasti ai dipendenti Asl. I sindacati rappresentarono che “la dichiarazione era priva di fondamento, considerato che i lavoratori in esubero erano già presenti al momento dell’aggiudicazione dell’appalto e, pertanto, non erano strettamente ricollegabili al servizio”. Non solo; dall’inizio del servizio – avevano chiarito – un dipendente era già stato licenziato, un altro era stato trasferito ed un altro ancora si era dimesso, addirittura due erano in congedo straordinario ex Legge 104 ed una dipendente con gravi problemi di salute non stava assicurando la presenza al lavoro. In questo quadro, “nessuno è stato sostituito – la denuncia – determinando la redistribuzione del carico di lavoro sul personale rimanete costretto ad un elevato monte ore di straordinario”.
Insomma, ai disservizi rappresentati dalla Asl si erano aggiunte, anche, le rimostranze dei sindacati per la gestione del personale.
In Prefettura, Innova e Agri si 'giustificarono' parlando di una perdita secca l’anno per l'impresa di 250mila euro: “il numero dei pasti forniti è inferiore alle attese – spiegarono – e l’erogazione del servizio ‘Domus’, affidato in estensione del contratto, non risulta remunerativo neanche dei soli costi di gestione”. Eppure, l’azienda sanitaria aveva ribadito che “il numero dei pasti erogati ai degenti e a mensa era quello conosciuto ed accettato dalla società in fase di sottoscrizione del contratto, che comprendeva – tra l’altro – anche il pasto ‘Domus’”.
Ovviamente, lo stato d’agitazione non venne revocato. Anzi, qualche giorno dopo il manager Rinaldo Tordera assicurò, in un'intervista, che avrebbe convocato l’azienda “per un confronto serrato e puntale che serva ad individuare le criticità, già più volte segnalate” sottolineò; “siamo più volte intervenuti per segnalare che il servizio non veniva svolto secondo gli standard di prestazione concordati e per sollecitarne il miglioramento”, aggiunse Tordera. “Non essendoci stati riscontri, convocheremo l’azienda perché occorre trovare una soluzione in tempi brevi”. D’altra parte, Innova ed Agri – in una nota – chiesero la convocazione di un tavolo di concertazione tra ditta, committenza e sindacati così da verificare “soluzioni collegiali” che potessero” contribuire alla “risoluzione definitiva dei problemi”.
Sette mesi dopo, però, i problemi non sono stati affatto risolti.
Partiamo dal personale: a quanto risulta, ad oggi sarebbero occupati 33 lavoratori al servizio di ristorazione, per un monte orario giorno di 173.33, che significa 1040 ore settimanali; l’offerta tecnica di Innova ed Agri, però, prevedeva l’impiego di 51 dipendenti, per 186.83 ore giorno, 1121 settimanali. Insomma, stando ai dati in nostro possesso – e ci siamo detti pronti a dare voce all’azienda, se la situazione, nel frattempo, fosse migliorata – ci sarebbero 18 unità di personale in meno, con i dipendenti costretti – dunque – ad un monte orario notevole se è vero che, in effetti, l’Ati assicura (solo) 81 ore settimanali di lavoro in meno rispetto all’offerta tecnica con cui si è aggiudicata il servizio.
Sta di fatto che – a leggere il capitolato amministrativo – “l’impiego di personale insufficiente o inadeguato a garantire il livello di efficacia ed efficienza del servizio” sarebbe motivo di risoluzione del contratto.
Non solo. Rispetto al numero di pasti forniti che – stando all’ati – sarebbe inferiore alle attese, avevamo sottolineato che il rup del procedimento di gara nell’aprile 2012, con nota protocollo 0035404/12, aveva chiarito alle imprese interessate a partecipare che “il numero complessivo dei posti letto da cui ricavare, pur con la dovuta approssimazione, alcuni elementi rilevanti” era di 500 circa, tra il San Salvatore e la Rsa di Montereale; “i dati sono del tutto presuntivi – era scritto nel chiarimento – e l’impresa aggiudicataria non potrà avere nulla a che pretendere per le eventuali variazioni rispetti ai pasti previsti giornalmente”. Tra l’altro, la Asl forniva pure “il riepilogo pasti del mese di febbraio 2012” che “direttamente potrà costituire fonte di calcolo ai fini della predisposizione dell’offerta”; ebbene, i pasti forniti erano – in totale – 379 a colazione, 375 a pranzo e 370 a cena. Per questo, le altre imprese che hanno risposto al bando d’assegnazione hanno calibrato l’offerta sulle 370-380 giornate alimentari erogate (colazione, pranzo, merenda, cena) mentre Innova e Agri si sono attestate a 500, sebbene anche i dati del 2015 confermassero che le giornate alimentari da erogare non fossero più di 400.
E’ evidente che calibrandosi sulle 500 giornate alimentari erogate, l’ati che si è aggiudicato il bando di gara ha potuto abbassare i costi del servizio offerto, attestandosi a 17 euro e 70 centesimi; 2 euro per la colazione, 2 euro e 40 centesimi per il pranzo, 9 euro e 40 per la cena, 1.50 per la merenda cui si aggiungono 1 euro e 34 centesimi per il panino (dialisi e Ct) e 2 euro e 40 per il servizio Domus che è un prezzo, in effetti, insostenibile, come riconosciuto pure dall’azienda che ha deciso di recedere dall’incarico. Le altre imprese che hanno partecipato alla gara, invece, avevano presentato offerte ben più alte: 23.50 euro Serenissima, 19.85 euro Sirio, 23.15 euro l’uscente Vivenda). Rispetto al passato il bando prevedeva ulteriori prestazioni come la prenotazione e distribuzione al letto dei degenti e il ritiro di eventuali residui; e va aggiunto, altresì, che per il riallineamento delle offerte come previsto dal decreto sulla spending review, il prezzo dell’offerta è stato portato a 14 euro e 75 centesimi (sui 15 euro e trenta, escluso servizio Domus e panino).
Insomma, ci siamo chiesti se fosse possibile fornire un servizio all’altezza delle aspettative e delle legittime necessità dei degenti a questi prezzi. E con meno personale di quello previsto.
In ultimo, avevamo evidenziato che Innova e Agri, ancora in Ati, hanno ottenuto l’aggiudicazione del servizio mensa dell’Esercito sul territorio aquilano; così, la produzione del Centro cottura dell’azienda, in località Pizzoli, è cresciuto enormemente passando da 400 pasti giornalieri circa (per il servizio alla Asl) a 1200. A dire che ogni giorno, da un unico centro di cottura, devono uscire 1200 giornate alimentari erogate.
Torniamo, dunque, all'accordo del 16 giugno scorso. Innova spa si è impegnata ad inserire 4 nuove figure con contratto a tempo determinato fino al 31 ottobre 2017 presso il centro di cottura di Pizzoli (3 asm e 1 aiuto cuoco); per quanto attiene l'ospedale dell'Aquila, la società inserirà un asm a tempo determinato fino al 31 ottobre 2017 anche se i sindacati ne ritengono necessari almeno 2; Filcams CGIL, Uiltucs UIL, Fisascat CISL hanno chiesto, inoltre, di verificare il corretto impiego del personale di cucina spesso "impiegati in attività operative che ne condizionano negativamente il lavoro". Non solo. Le organizzazioni sindacali hanno rivendicato pure il fatto che "non vengono pagati gli straordinari che regolarmente vengono effettuati"; sul punto, l'azienda si è detta pronta a verificare l'accaduto con un'analisi delle timbrature del mese di maggio e giugno.
Innova spa dovrebbe operare le assunzioni concordate a partire dal 19 giugno, "fermo restando i tempi necessari per individuare le persone da inserire ed effetturare le assunzioni". Basterà? Continueremo a seguire la vicenda, per capirlo.