Prenotare, a marzo, un soggiorno di due notti per i primi due giorni d'estate (con tanto di anticipo versato) per poi scoprire, una volta arrivati, che l’albergo, in realtà, è chiuso.
L’albergo in questione è quello di Campo Imperatore e i protagonisti di questa incredibile vicenda sono 11 turisti belgi, rimasti esterrefatti quando hanno dovuto constatare l’evidenza.
Ecco come sono andati i fatti.
Il 26 marzo il capo della comitiva - composta, per l’appunto, da una dozzina di escursionisti e appassionati di montagna - manda una mail all’hotel per sapere se è possibile prenotare per tre giorni e due notti a mezza pensione, con, compreso nel pacchetto, anche il costo di trasporto dell’attrezzatura. Sì perché il gruppo è solito muoversi da un posto all’altro a piedi, facendo trasportare i bagagli agli albergatori.
La risposta da parte dell’albergo arriva subito ed è affermativa: sì, il posto c’è. Il pacchetto prevede pernotto per due notti, colazione e pranzo al sacco. Compresa nel prezzo, c’è anche la visita alla camera di Mussolini. Peccato solo per la piscina, “non funzionante” si legge nella mail di risposta “causa prossima ristrutturazione”.
L’albergo chiede un anticipo: 540 euro, che la comitiva versa tramite bonifico il 19 aprile. Il pagamento viene intestato al Ctgs, il Centro Turistico Gran Sasso, società di proprietà del comune dell’Aquila.
Andata a buon fine la prenotazione, per quasi tre mesi non succede più nulla. La comitiva non riceve altre mail dall’albergo. Niente, neppure un messaggio. Eppure si sa da tempo che l’hotel dovrà rimanere chiuso per tutta la stagione estiva, per permettere l’esecuzione di una serie di lavori di ristrutturazione.
Arrivati in Abruzzo, pochi giorni fa, durante una tappa a Intermesoli, gli 11 turisti belgi scoprono, per caso, che l’albergo è chiuso. Ad avvisarli è il proprietario della struttura della frazione del comune di Pietracamela dove risiedono.
A quel punto iniziano a chiamare e a scrivere messaggi, sia all’hotel che al Ctgs, senza, però, ricevere risposta. Nessuno che alzi il telefono o scriva una mail per dire: "Scusate, c'è stato un increscioso equivoco".
Incredulo, il gruppo decide di cercare un’altra sistemazione e la trova nel rifugio di Rocca Calascio.
Ora, però, i malcapitati escursionisti vogliono, oltre a una spiegazione – perché, pur sapendo che avrebbe chiuso, l’hotel ha accettato lo stesso la prenotazione? - anche la restituzione della cifra versata a mo di caparra. Perché quello che è successo non è solo un disguido, non è solo una brutta figura, l’ennesima collezionata dal comune dell’Aquila nella gestione degli impianti ricettivi del Gran Sasso. Quello che è accaduto ha tutta l’aria di essere una truffa.
Sembra, peraltro, che di episodi di turisti stranieri gabbati ce ne siano stati altri. Una decina di giorni fa, la stessa cosa è accaduta a un turista tedesco: arrivato a Campo Imperatore (in taxi), con in tasca, anche lui, una regolare prenotazione fatta in primavera, l’uomo si è trovato davanti l’ingresso dell’hotel chiuso a doppia mandata.