"Bisogna rispettare il lavoro per rispettare la giustizia". Sono state queste le accese parole dell'Unione Precari della Giustizia (Upg) che ieri, 23 ottobre, hanno accompagnato la protesta avvenuta a Roma nei pressi del Senato in Piazza della Rotonda.
Tra loro una folta presenza di precari provenienti da tutto l'Abruzzo e in particolare da L'Aquila.
La manifestazione è stata indetta per sollecitare il Parlamento ad inserire nella Legge di Stabilità una disposizione che possa stabilizzare i 3400 posti di lavoro in questione.
Con un emendamento della Legge di Stabilità dell'anno scorso infatti i 3400 lavoratori stanno completando, direttamente sotto il Ministero della Giustizia, il percorso formativo da tirocinanti che terminerà il prossimo 30 novembre.
Solo alla Corte d'Appello di L'Aquila si parla di 210 tirocinanti che lavorano con un progetto formativo in tutta la regione.
L' Upg chiede che ora venga attuata un'esplicita previsione normativa che, oltre a far respirare gli uffici giudiziari, dia una speranza ai tirocinanti di tutta Italia: "Non chiediamo il rinnovo del tirocinio ma di trasformare quest'ultimo in un contratto a tempo determinato."
In solidarietà dei precari della Giustizia ieri sono scesi in piazza vari politici tra cui i Senatori Pd Stefania Pezzopane e Sergio Lo Giudice, il deputato di Sinistra e Libertà Gianni Melilla e l'ex deputato Antonio Di Pietro.
"Prendiamo 400euro lorde al mese" denunciano i precari che sperano di essere stabilizzati "riusciamo a malapena a pagarci le spese considerando che molti di noi sono pendolari".
"Siamo pronti a tutto per far sentire la nostra voce alle istituzioni nazionali" concludono dall'Upg, la cui richiesta è ben vista da tutti gli operatori del mondo giudiziario, ben consapevoli dell'apporto insostituibile di questi lavoratori al funzionamento della macchina giudiziaria.
Tutto ciò in un periodo complicato per il mondo della giustizia, già penalizzato dalla "razionalizzazione" del Ministro Paola Severino che ha creato altre proteste nei tribunali considerati minori, come quello di Sulmona.