Fa discutere le "cerchie aquilane" di Facebook un post di un genitore del capoluogo abruzzese. L'uomo ha denunciato attraverso il popolare social network il divieto ad entrare nell'area dei giochi gonfiabili montati al centro commerciale L'Aquilone che avrebbe ricevuto il figlio autistico, in quel momento accompagnato dalla madre.
"Forse avevano paura di essere contagiati. Che ignoranza che c'è", sono le parole amareggiate del padre del piccolo. "Se è malato, non può entrare", avrebbero risposto i responsabili dei giochi, scatenando le proteste anche di altre mamme presenti.
Generalizzata l'indignazione della rete, con la direzione del centro commerciale (la gestione dei giochi è affidata a un soggetto esterno) che, come riporta Il Centro, parla di equivoco: "Siamo dispiaciuti. Possiamo solo dire che aspettiamo di nuovo il bambino per accoglierlo nei nostri giochi e chiarire ulteriormente l'episodio".
Sulla vicenda interviene anche Chiara Mancinelli, referente provinciale dell'Osservatorio nazionale sostegno vittime: "Se quanto appreso dai social rispondesse a verità, ci troveremmo davanti all'ennesima forma di pregiudizio che favorisce lo stigma sociale rispetto al disturbo: considerando che uno dei sintomi più comuni dell'autismo è la difficoltà nell'interazione sociale, appare chiara l'importanza che riveste il non inibire gli stimoli, ovviamente sotto la supervisione di un caregiver di supporto al comportamento del bambino", sostiene Mancinelli.
"E' evidente che ci troviamo davanti ad una realtà sociale inconsapevolmente distante dal problema, a causa di politiche attuative probabilmente insufficienti e tardive", continua la referente locale dell'osservatorio. La famiglia del bambino riceve anche la solidarietà della presidente nazionale, Emanuela Aldrovandi: "L'autismo non è una malattia: è necessario informare e sensibilizzare sull'argomento, in modo da evitare errate percezioni del disturbo ed una loro dannosa strumentalizzazione".