Tre canadair, un elicottero dei Vigili del Fuoco e un mezzo dell'esercito CH47; oltre 50 gli uomini dei Vigili del Fuoco presenti sul territorio provenienti da Sulmona, Teramo, Chieti, Popoli, L'Aquila. Al lavoro anche Croce rossa, Protezione civile, forze dell'ordine, Polizia locale.
Si è lavorato alacremente per tutto il giorno nella frazine di Marane (Sulmona): nell'area prospiciente la chiesa di San Giuseppe sono giunte autobotti per coadiuvare le operazioni tese a bloccare l'avanzamento del fuoco ai piedi del Morrone. La frazione è inondata dal fumo denso. Il vento non aiuta. Si danno da fare anche i volontari residenti che con i trattori proseguono i solchi nelle campagne per impedire alle fiamme di avvicinarsi all'abitato. Sul posto, nella zona pedemontana verso Pacentro, il vicesindaco di Sulmona Mariella Iommi, insieme ai consiglieri comunali, i dirigenti in forza al Coc attivato ieri.
E' l'ultimo aggiornamento pubblicato dal sindaco Annamaria Casini che, in stretto contatto col Presidente della Regione Luciano D'Alfonso, giunto a Sulmona in serata, e con l'assessore regionale Andrea Gerosolimo, aveva dichiarato nel pomeriggio come la situazione fosse di massima allerta, tanto da richiedere l'intervento dell'esercito per potenziare i mezzi di soccorso atti allo spegnimento del fuoco che ha già divorato oltre 40 ettari di pineta del monte Morrone. A rischio anche l'Eremo di San Pietro, la piccola chiesetta dove papa Celestino V andava a pregare quando ancora era eremita.
Come detto, la situazione è ancora difficile: il vento che soffia in zona non facilita lo spegnimento delle fiamme che, da domenica pomeriggio, si sono spostate verso valle, fino a lambire le prime abitazioni delle frazioni di Fonte d'Amore e delle Marane, dove i cittadini hanno scavato trincee di protezione attorno le case. Non è stata disposta, tuttavia, l'evacuazione delle abitazioni.
Da ieri è stato attivato il C.O.C. con funzione tecnica, di protezione civile, di volontariato, di assistenza alla popolazione e alla viabilità.
L’incendio - chiaramente doloso - è divampato sabato, in località Passo San Leonardo a circa 1200 metri, tra Pacentro e Caramanico. Si tratta di un disastro ambientale con pochi precedenti, nella nostra Regione: "E’ una grande ferita per la nostra città e il nostro territorio", ha sospirato il primo cittadino di Sulmona.