Mercoledì, 23 Agosto 2017 00:22

Incendio Morrone, ancora focolai. Casini: "Situazione in miglioramento"

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"Chiederò che venga subito fatta un'analisi geomorfologica delle aree a ridosso delle abitazioni per scongiurare il rischio di smottamenti".

Lo annuncia, con una nota, il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, in riferimento alle conseguenze dell'incendio che da giorni interessa il monte Morrone.

"Un provvedimento analogo, in materia di prevenzione, è stato attivato per analizzare la qualità dell'aria - aggiunge il sindaco - L'Amministrazione comunale ha richiesto all'Arta di fare un'analisi specifica. Prontamente l'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente ha installato apparecchiature per i rilievi strumentali finalizzati a verificare le condizioni di salubrità dell'aria".

"Ho voluto visitare oggi alcune case che sono state in pericolo per rendermi conto di persona della situazione. Ora dobbiamo chiudere questa fase di emergenza per pensare a interventi di bonifica" dichiara ancora il sindaco. "Restano attivi i presidi di Protezione Civile, Croce Rossa e Vigili del Fuoco, che continuano a lavorare alacremente di concerto con le Forze dell'Ordine e le Associazioni di volontariato. Si continua a monitorare costantemente la situazione, che attualmente si presenta in via di miglioramento" conclude il sindaco.

Diversi focolai ardono ancora sul versante nord e soprattutto nelle zone retrostanti la montagna. Resta operativa giorno e notte la sede del C.O.C.

Nella giornata di ieri sono andate avanti senza sosta le operazioni di spegnimento con due Canadair, sostituiti intorno a mezzogiorno da due elicotteri dell'Esercito e dei Carabinieri Forestali.

Sempre ieri mattina i Carabinieri Forestali hanno recuperato due fuoristrada che domenica scorsa erano rimasti bloccati tra le fiamme in località Vicenne. Dieci persone che erano salite fino alla chiesetta di San Pietro per ricordare un amico escursionista scomparso nei mesi scorsi sono riuscite a mettersi in salvo riscendendo a valle.

La procura di Sulmona apre inchiesta

La Procura della Repubblica di Sulmona ha aperto un'inchiesta sul rogo che da sabato sta bruciando il Monte Morrone. Ieri il procuratore capo Giuseppe Bellelli ha compiuto un sopralluogo. "Stiamo cercando le tracce e gli elementi utili a ricostruire le cause di questo incendio - ha dichiarato il magistrato - Si tratta di reati gravi, come incendio boschivo doloso, e forse anche di disastro ambientale, questo lo valuteremo. Di certo faremo di tutto per assicurare alla giustizia i responsabili".

Sinistra Italiana: "Gravi ritardi, evento sottovalutato"

"Gravi i ritardi con i quali sono iniziate le operazioni e sicuramente sottostimata la portata dell'evento".

E' il parere espresso da Sinistra Italiana a proposito dell'incendio sul monte Morrone, in una nota firmata da Daniele Licheri, segretario regionale d'Abruzzo, e Domenico Capaldo, segretario del Circolo Si Sulmona.

"Ci chiediamo come sia possibile che, per un'area parco quale quella colpita, non sia stata attivata nessuna forma di prevenzione, monitoraggio e controllo del territorio attraverso una vigilanza attiva soprattutto nei mesi estivi. Grave - prosegue la nota - la responsabilità della Regione Abruzzo che, pur sollecitata per tempo, non ha adottato alcun provvedimento, e altrettanto grave la responsabilità dei vertici del Parco nazionale della Majella, per aver lasciato completamente sguarnita l'area coinvolta nel disastro".

Secondo gli esponenti di Sinistra Italiana "sarebbe occorsa maggiore incisività e tempestività nell'azione di spegnimento, più mezzi aerei e provvedimenti atti a interrompere la linea del fuoco, che si è propagato anche per il vento forte in diverse direzioni, mettendo a rischio a tratti le case tra Marane e Badia e con il rischio di espandersi verso la stessa Badia Morronese".

Sinistra Italiana ringrazia "tutti coloro che hanno prestato in questi due giorni la loro opera, ma il disastro, se si fosse agito con maggiore tempestività, poteva essere contenuto maggiormente". "Le responsabilità, oltre quelle del/i piromane/i, vanno accettate e punite. Va anche detto - proseguono Licheri e Capaldo - che questo stato di cose, dopo l'accorpamento della Guardia Forestale è intollerabile, occorrono mezzi straordinari di fronte a una situazione straordinaria. Chi ha deciso l'accorpamento, ora, porta sulla coscienza non solo l'ennesima inutile riforma, ma ettari di bosco in fumo in Abruzzo e in mezza Italia. A costo di essere ripetitivi chiediamo al Governo di tornare indietro rivedendo il negativo assetto attuale come totalmente inefficace: si torni alla Guardia Forestale subito!".

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