Occupazioni abusive, assegnazioni condotte con criteri tutt'altro che trasparenti, bollette non pagate.
Sono alcune delle accuse contenute in due denunce presentate alla procura della Repubblica e a quella della Corte dei Conti sul villaggio map dei vigili del fuoco costruito all'Aquila dopo il terremoto.
Si tratta, ovviamente, di fatti e circostanze tutte da dimostrare ma dagli esposti emergerebbe un quadro abbastanza grave, peraltro noto da tempo, sul quale stanno indagando sia i pm che i magistrati contabili.
Nei 24 map del villaggio - situato su via Panella e costruito con i soldi della Protezione civile subito dopo il terremoto per dare un alloggio ai vigili del fuoco rimasti senza casa - continuerebbero a risiedere alcune famiglie che non avrebbero più titolo a rimanervi, avendo, nel frattempo, riavuto la propria abitazione. Ci sarebbero addirittura dei casi in cui gli alloggi sarebbero stati "ceduti" dagli assegnatari ad alcuni parenti sprovvisti dei requisiti necessari.
Non solo. Nelle denunce si fa riferimento a migliaia di euro di utenze non pagate per anni dagli assegnatari e addebbitate direttamente al comando provinciale dei vigili del fuoco. I magistrati indagano anche sulle modalità con cui sono stati assegnati i map - il regolamento redatto all'epoca prevedeva che, per accedere alla graduatoria, fosse necessario avere una casa inagibile, non possedere altri immobili agibili in un raggio di 50 chilometri e essere in servizio all’Aquila, più tutta una serie di altri requisiti sullo stato di famiglia - e su alcuni presunti abusi edilizi che sarebbero stati commessi all'interno del villaggio.
Gli esposti alla magistratura sarebbero partiti da alcuni vigili del fuoco che avevano provato a rivolgersi e a segnalare gli stessi problemi ai propri superiori, senza ricevere mai una risposta o un segnale che denotasse la volontà di intervenire per sanare abusi e situazioni al limite della legalità.