E’ ancora denso di nere nubi il futuro dell’Aquila Rugby Club.
La schiarita arrivata due giorni fa - quando era sembrato che la società avesse finalmente raggiunto un accordo con la Polisportiva per il trasferimento degli otto giocatori, provenienti dal vivaio di quest’ultima, necessari a iniziare la stagione – aveva illuso tutti.
Invece, in una lunga e animata conferenza stampa tenuta in mattinata dal presidente della Polisportiva Vincenzo De Masi e dall’intero consiglio direttivo – di cui fanno parte, tra gli altri, Maurizio Cora, Francesco Aloisi, Franco Mariani, Luigi Scipioni, Franco Cerroni - sono emersi ancora forti elementi di criticità, stanti i quali non è per niente scontato che i nulla osta per i trasferimenti verranno concessi. L’Aquila Rugby Club, che ha già a saltato la prima gara di campionato, rischia insomma di non poter giocare nemmeno domenica prossima per il derby con la Gran Sasso.
Il nodo da sciogliere è sempre quello dei pagamenti.
La Polisportiva non è disposta a fare sconti - avendo già, secondo i suoi dirigenti, fatto troppe concessioni - e continua a giudicare insufficienti e non credibili le garanzie fornite dall’Aquila Rugby Club a copertura della cifra (25 mila euro) chiesta per i trasferimenti – a titolo provvisorio e definitivo – degli otto ragazzi provenienti dal vivaio.
Il consiglio direttivo della Polisportiva ha definito irricevibile anche l’ultima offerta transattiva avanzata dalla Club attraverso il direttore tecnico Luigi Fabiani, che prevederebbe il pagamento dei nulla osta attraverso delle cambiali avallate da un membro del comitato dei garanti nominato per accertare i debiti e la situazione economico-finanziaria della società, nella fattispecie Carlo Caione.
Proposta che la Polisportiva non è disposta a prendere in considerazione. La società – che continua a rivendicare, nei confronti dell’Aquila Rugby Club, crediti per oltre 200 mila euro - rimane ferma sulle sue posizioni: i soldi per i nulla osta vanno pagati, anche a rate, ma attraverso degli assegni emessi dall’Aquila Rugby Club e garantiti da un mallevadore in caso di insolvibilità.
“Non sono soldi che chiediamo per noi” hanno specificato i vertici della Polisportiva “ma per il prosieguo delle attività della società. Privarci di otto giocatori, tra i migliori elementi di cui dispone il nostro settore giovanile, è un sacrificio che siamo disposti a fare perché il nostro obiettivo primario è quello di salvare il rugby aquilano. Ma vogliamo delle rassicurazioni, anche per essere certi di tutelare la salute dei nostri atleti. Se li cediamo è perché vogliamo che disputino un campionato, non una partita o due”.
Infatti, affermano i dirigenti della Polisportiva - ai quali non va giù il fatto di essere stati ormai etichettati come i cattivi, coloro che non vogliono far giocare i ragazzi dell’Aquila Rugby Club – anche se i nulla osta fossero concessi, L’Aquila Rugby Club non avrebbe lo stesso i giocatori per disputare il campiononato, visto che, ad oggi, la società avrebbe tesserato solo 14 persone (non tutti atleti, peraltro). Il che vuol dire che, anche potendo contare sugli otto under della Polisportiva, la Club avrebbe una rosa di appena 22 giocatori, insufficiente a disputare un’intera stagione, malgrado il campionato di quest'anno non preveda retrocessioni.
Durante la conferenza stampa, De Masi ha mostrato numerosi documenti – lettere, carte bollate, atti – che proverebbero la trasparenza e la rettitudine della condotta della Polispostiva: “Tutto quell che noi diciamo è documentato e annotato mese per mese, giorno per giorno”.
Nell’incontro con i giornalisti, De Masi e gli altri soci hanno ricostruito anche la vicenda della franchigia territoriale, un progetto che la Polisportiva, a detta dei dirigenti, ha proposto di fare più volte – la prima già nel 2014 – ricevendo “sempre e solo dinieghi” da parte della Club. “Una società” hanno tenuto a ribadire i vertici della Polisportiva “che ha solo tre anni di vita, mentre noi festeggiamo quest’anno i settant’anni di storia. Eppure molti aquilani ancora fanno confusione tra noi a L’Aquila Rugby Club”.
I toni e le parole usate dal presidente della Polisportiva, così come dagli altri consiglieri, durante la conferenza stampa, hanno confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che i rapporti tra le due società si sono guastati e incancreniti a tal punto che è davvero difficile immaginare un lieto fine.
Al termine della conferenza, comunque, il comune dell’Aquila ha diramato un comunicato nel quale si dà notizia che il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, “ha ricevuto questa mattina i vertici della Polisportiva L’Aquila rugby che hanno consegnato nelle mani del primo cittadino i nulla osta degli atleti ceduti, in prestito o a titolo definitivo, all’Aquila Rugby Club. Successivamente, a Palazzo Fibbioni, il direttore generale dell’Aquila Rugby Club, Luigi Fabiani, ha ritirato la documentazione necessaria per il tesseramento dei giocatori in vista del match di domenica con la Gran Sasso Rugby”.
“Non ho preso in consegna né assegni né cambiali” ha spiegato il sindaco (che ieri, in un incontro pubblico all’auditorium del Parco organizzato dai giocatori della Club per raccogliere fondi e sottoscrizioni, aveva auspicato una sorta di rottamazione dei vertici di entrambe le società) “ma l’impegno morale che L’Aquila Rugby Club ottemperi a quanto pattuito: adesso ci sono le condizioni perché la stagione dei neroverdi parta. A questo punto rivolgo un appello alla città ed alle forze imprenditoriali perché si stringano attorno ad un simbolo di questa terra che, seppur tra mille difficoltà, ha iniziato un percorso che andrà sostenuto fino alla fine del campionato”.
A tal proposito, gli imprenditori hanno già fatto sapere che sono disposti a dare una mano, a patto, però, di vederci chiaro nei bilanci e nei conti della società. Conti che, secondo i garanti, delineerebbero una situazione molto complicata (i debiti totali ammontano a circa 700 mila euro).
Ieri, intanto, è partita la campagna Save L’Aquila Rugby, promossa questa volta dai giocatori che sabato scorso avevano tenuto la conferenza stampa dopo essere stati costretti, loro malgrado, a rinunciare a scendere in campo. La raccolta fondi, che ha già fruttato alcune migliaia di euro, andrà avanti anche nei prossimi giorni.