Giovedì, 16 Novembre 2017 11:56

Bollette Case e Map, Giudice riconosce le ragioni del Comune: "Corretto il calcolo delle utenze a metro quadro"

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"Appare corretto e privo di censure il comportamento tenuto dall'ente locale che, in ragione del malfunzionamento dei contabilizzatori, spinto dalla necessità di recuperare le spese anticipate con la società fornitrice, aveva provveduto a ripartire le spese affrontate sulla base di criteri oggettivi".

Lo ha stabilito il giudice Daria Lombardi del Tribunale civile dell'Aquila che ha riconosciuto le ragioni del Comune, rappresentato dagli avvocati Domenico de Nardis e Andrea Liberatore, nell'aver adottato il criterio dei metri quadri per il calcolo delle utenze dei progetti Case e Map nel periodo compreso tra aprile 2013 e dicembre 2014, scelta avversata da alcuni inquilini che hanno istruito ricorso assistiti dall'avvocato Fausto Corti.

"Quand'anche in alcuni immobili fossero risultati funzionanti i contabilizzatori ed in altri no - ha sentenziato il Tribunale - l'attribuzione delle spese in alcuni casi mediante contabilizzatori ed in altri con il diverso criterio di calcolo della superficie dell'alloggio, avrebbe determinato una disparità tra i vari assegnatari. Al contrario, in presenza dell'ampia inutilizzabilità dei contatori, il Comune dell'Aquila ha deliberato di adottare il criterio oggettivo ed uguale per tutti di calcolo sulla base della dimensione dell'alloggio".

Come riposta stamane il quotidiano 'Il Messaggero', il Comune dell'Aquila - attraverso una serie di relazioni tecniche - ha evidenziato l'impossibilità di poter eseguire la corretta lettura delle utenze, così come previsto dalle ordinanze della Presidenza del Consiglio dei Ministri, poiché i contabilizzatori "erano non funzionanti, danneggiati o manomessi"; dunque, la decisione dell'amministrazione Cialente di prevedere come metodo di pagamento il calcolo sull'erogazione in base ai metri quadri, "con delibera comunale non impugnata dagli assegnatari" ha inteso sottolineare il giudice Lombardi.

Che ha aggiunto: "Sono state applicate modalità di calcolo uniformi tra tutti gli assegnatari, relazionate a criteri oggettivi e che hanno tenuto in considerazione anche delle differenze dei consumi tra i piani terra ed i piani superiori, dei mesi di occupazione dell'alloggio e dei costi medi mensili sopportati generalmente dalle famiglie aquilane".

Al contrario, è stata accolta la richiesta dei ricorrenti relativa alla cancellazione del pagamento di 1 euro e 30 centesimi "per le spese di gestione amministrativa".

 

Cialente: "Finalmente una parola definitiva. Ora si applichino norme e leggi"

"Finalmente una parola definitiva. Sul problema del pagamento delle bollette del progetto CASE credo di poter affermare di aver avuto infiniti problemi e guai, soprattutto perché ne era stata fatta una pesante strumentalizzazione politica tesa solo a mettere in difficoltà l’amministrazione. Se andate su youtube troverete decine e decine di interviste e manifestazioni dove io, da solo, cercavo di difendere l’interesse di tutta la collettività".

E' il commento dell'ex sindaco Massimo Cialente alla notizia del pronunciamento del Tribunale civile dell'Aquila sulla vicenda delle bollette dei progetti Case e Map. "Il problema nasce perché all'inizio molti assegnatari pretendevano che lo Stato continuasse a pagare anche i loro consumi individuali. Forti della successiva strumentalizzazione (i vari Liris, 5 Stelle, De Matteis, baronesse decadute, personaggi in cerca d’autore), molti non hanno voluto pagare. Oggi il Giudice dà ragione al Comune, sentenziando che si è comportato nel modo più corretto possibile. Ora basta con gli alibi". ù

"L’amministrazione deve recuperare, con tutti i mezzi, come avevo cominciato a fare, quelle cifre", l'affondo di Cialente. "E’ un fatto di giustizia sociale nei confronti degli altri aquilani. Lo dico serenamente perché per le famiglie meno abbienti il problema non si pone, poiché il Comune, nell’ambito delle sue politiche sociali, si è fatto carico di assistere nel pagamento coloro che non potevano. Non hanno voluto pagare cittadini che avrebbero potuto farlo, che possono farlo. Per molti è stata addirittura una scelta politica. Ora basta".

Negli ultimi mesi, il recupero delle somme non versate è crollato. "Chiaro che il centrodestra, dopo aver cavalcato la 'ribellione', ora è in difficoltà a far rispettare le regole e tutelare l’interesse dell’intera collettività e dell’amministrazione. Ora Biondi ed assessori, in particolare Liris, devono recuperare le somme. Lo devono agli altri 65 mila aquilani. Una lezione però per gli pseudo politici: cavalcare battaglie sbagliate dall’opposizione ti si ritorce contro. Queste contraddizioni alla base della campagna elettorale del centrodestra spiegano perché dopo 140 giorni la giunta Biondi ed i gruppi di maggioranza ancora non hanno fatto nulla, ma proprio nulla. E non si commenti col solito 'lasciateli lavorare'. Dopo 5 mesi qualcosa dovrebbero averla già fatta. Ora si applichino le norme e le leggi".

Ultima modifica il Giovedì, 16 Novembre 2017 12:57

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