E' una delle aziende più floride del territorio, fiore all'occhiello del polo aerospaziale aquilano, assett strategico su cui investire per il rilancio economico della città.
Hi-Tech nasce nel 1995, a seguito della chiusura di Selenia, dall'intuizione di 4 soci, al 25% ciascuno; capitale sociale di 1 milione di vecchie lire, oggi l'azienda vale 4-5 milioni di euro. Parliamo del principale sub fornitore di Thales Alenia Space: nel nuovo stabilimento di Pile, si realizzano sofisticati apparati elettronici per impieghi spaziali. In Hi-Tech lavorano circa 65 persone. Un'azienda in salute che ha vissuto, però, un inatteso scossone societario.
Il 4 novembre scorso, infatti, è stato messo alla porta Vincenzo Piombini, per 22 anni amministratore unico della società, nonché promotore di un'esperienza che, in quel lontano 1995, pareva davvero un salto nel buio; al suo posto, Romolo Di Sero, 36 anni: sarà amministratore delegato, con la modifica dello statuto che ha previsto la nomina di un Cda.
Piombini che cosa è successo?
"I motivi precisi non li conosco; per la prima volta in 22 anni, i soci hanno deciso di gestire in prima persona un radicale cambio di vertice, non consultandomi e non inserendomi nel percorso di definizione del piano industriale di Hi-Tech".
Un blitz, praticamente.
Nei fatti una rivoluzione, nel momento di massimo successo 'storico' di Hi-Tech; infatti, chiudiamo l’anno corrente con il miglior risultato dalla fondazione dell’azienda e con il nuovo stabilimento realizzato a Pile che ha triplicato il valore complessivo dell’impresa.
E allora, come si spiega il suo 'defenestramento'?
Le motivazioni sono da ricercare nella cultura dei miei 'amici' soci. Nello specifico, credo di poter sintetizzare la frattura in seno alla società con la forte divaricazione concettuale tra noi soci, determinata dalla mia volontà d'interpretare l’impresa come un soggetto 'sociale' orientato al bene collettivo e soprattutto del territorio ove è inserita, rispetto invece ad una volontà di bruciare i tempi e di interpretare il business come un mero ponte verso la massimizzazione del profitto, con una mentalità orientata al breve periodo" .
E' la logica del profitto, direbbe qualcuno.
E' proprio questo il punto! Lei ha mai visto un club sportivo esonerare l'allenatore dopo aver vinto lo scudetto? Sono altre le motivazioni che hanno spinto i soci a questo passo. Le faccio un esempio di questa divaricazione: molto tempo addietro – spontaneamente – ho deciso di ampliare il numero dei soci, donando un pacchetto azionario ad una persona amica, alla quale ero legato da amicizia profonda; quella persona in questi giorni non mi ha mai coinvolto o semplicemente spiegato le ragioni di questo cambio al vertice, trovandosi in mano una quota azionaria 'donata'. Quella persona è l’attuale e neo nominato Amministratore Delegato di HiTech. Cosa intendo dire: io riconosco il bene profondo dell’amicizia e dei sentimenti tra uomini d’onore anche nel contesto imprenditoriale, altri invece si prefiggono il massimo guadagno con il minimo dispendio di risorse, approfittando delle situazioni del momento; io continuo ad esser convinto che gli affari debbano avere un ruolo trainante 'etico' e di impatto esteso verso la collettività e la comunità, altri invece hanno come obiettivo l’accumulazione fine a se stessa. Se vuole saperlo, sono molto amareggiato non della perdita di una poltrona ma dai gesti e dagli atti dei miei soci. Questi amici, hanno ottenuto oltre il 5.000% di rivalutazione della quota iniziale consegnatami 22 anni fa per costituire HiTech ed oggi beneficiano del lavoro della 'collettività aziendale' e della conduzione industriale del sottoscritto di questi lunghi anni".
Piombini parla, appunto, di Romolo Di Sero, amministratore delegato di Hi-Tech; pochi anni dopo la nascita della società, uno dei soci fondatori, infatti, decise di far recesso della quota: a quel punto, l'allora amministratore unico tenne per sé il 10% lasciando il 15%, gratuitamente, a Di Sero; ed oggi, con quelle quote, sommate al 50% dei soci storici, il giovane ha ribaltato la governance dell'azienda, con Piombini messo alla porta sebbene detenga ancora la maggioranza relativa, il 35%.
"Hi-Tech sul territorio aquilano ed in Italia è conosciuta per essere un'azienda da sempre amministrata da Vincenzo Piombini", tiene a sottolineare l'oramai ex amministratore; "ora, inaugurato il nuovo corso, solo il tempo consentirà un'obiettiva valutazione dei risultati. Quelli da me ottenuti, lo ripeto, sono sotto gli occhi di tutti".
Piombini, ed ora? E' preoccupato per la 'sua' creatura?
"Vede, in Italia dobbiamo recuperare la cultura industriale che ci portò al boom economico del dopo guerra. Pensi soltanto al modello Olivetti o piuttosto alle grandi imprese lombarde, dove si cresceva industrialmente mantenendosi aderenti ai problemi dei lavoratori e della collettività territoriale; spero solo che Hi-Tech, nonostante il blitz – come lo ha definito – continui a coniugare i valori sociali e quelli imprenditoriali nella prosecuzione del percorso da me intrapreso. Questo è un concetto che voglio sia trasferito al tutto il territorio. Ovviamente, mi rammarica moltissimo non aver ricevuto la giusta riconoscenza dalla compagine societaria; nonostante ciò, auguro un futuro di sviluppo ai miei colleghi ma soprattutto alle maestranze ed alle loro famiglie".