Lunedì, 04 Dicembre 2017 22:49

Tra scandali, inchieste e gaffes si chiude il progetto Ipa Adriatic

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Si è tenuto all'Aquila l'evento conclusivo dell'IPA Adriatic Cross-Border Cooperation 2007-2013, programma di cooperazione territoriale europea che ha coinvolto otto stati dell'area adriatico-ionica: Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Albania, Serbia, Grecia e Italia.

Nell'auditorium della caserma della Guardia di Finanza - alla presenza, tra gli altri, del presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, del vice David Sassoli, del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli, del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, del comandante generale della Guardia di Finanza, il generale di Corpo d’Armata Giorgio Toschi e delle delegazioni di tutti gli stati partecipanti - è stato fatto un bilancio complessivo di un progetto che ha visto impegnate, per l'Italia, diverse regioni - Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Molise - con l'Abruzzo come capofila.

All'Aquila, in particolare, ha avuto sede l'autorità di gestione, la cabina di regia, dell'intero programma, che poteva contare su uno stanziamento di 244 milioni di euro.

Centinaia i progetti finanziati, "il cui il fine ultimo" ha spiegato Paola Di Salvatore, la responsabile, per la Regione Abruzzo, dell'autorità di gestione "è quello di armonizzare i rapporti tra i Paesi aderenti, concentrandosi su svariate tematiche: dallo sviluppo delle infrastrutture e delle attività turistiche alla tutela delle coste; dalla salvaguardia dell’ambiente, alla gestione delle risorse naturali; dalla valorizzazione delle tradizioni e della cultura locale alla ricerca".

"Ipa Adriatic" ha affermato David Sassoli "ha permesso di costruire integrazione culturale, geografica, politica, economica. Ora dobbiamo fare in modo che non si concluda la collaborazione fra gli otto Paesi che hanno un mare in comune. Ci dev'essere l'impegno del sistema italiano a fare in modo che ci sia subito l'investimento a un altro progetto, per dare senso alla regione adriatico-ionico. Ipa Adriatic finirà nel marzo 2018 ma noi vogliamo scommettere che subito ne partirà un altro, in quanto ha rappresentato un momento fondamentale anche per quanto riguarda i temi della sicurezza, del mantenimento della pace e della gestione dei migranti".

"Progetti come questi" ha aggiunto Antonio Tajani "servono a far capire ai Balcani che noi abbiamo a cuore il loro destino e vogliamo che siano parte integrante dell'Europa di domani, perché anch'essi sono europei e certamente vivono una situazione di grande instabilità. Devono fare dei progressi per raggiungere tutti i criteri indispensabili per esserne parte, ma devono anche essere messi fuori dalla tentazione dei rischi che corrono nel momento in cui non soltanto i flussi migratori ma interessi extra europei cercano di mettere le mani sui Balcani. Non è un segreto che molto foreign fighters si stiano insediando in Kosovo e negli altri Paesi dei Balcani".

Scandali e gaffes

Fin qui le dichiarazioni istituzionali.

Ipa Adriatic, tuttavia, rimarrà alla storia anche e forse soprattutto per gli scandali e le gaffes internazionali che ne hanno costellato il percorso.

Un percorso che a un certo punto si è interrotto a causa di un'inchiesta penale che ha coinvolto anche alti dirigenti della regione Abruzzo e che ha portato al rinvio al giudizio di nove persone. L'inchiesta riguarda presunte assunzioni clientelari in cambio di appalti pilotati proprio con i fondi europei Ipa Adriatic.

Ma anche dopo che l'autorità di gestione guidata da Paola Di Salvatore è riuscita a far revocare la sospensione, di Ipa Adriatic si è sentito parlare più per alcune figuracce istituzionali che per i progetti e i risultati concretamente realizzati.

L'epsodio forse più clamoroso è stato quello raccontato da Lilli Mandara su Maperò, quando fu pubblicata la lettera che Walter Deffaa, il direttore generale per le politiche regionali della Commissione europea, scrisse proprio a Paola Di Salvatore per stigmatizzare il comportamento avuto dalla Regione Abruzzo, che aveva organizzato a Dubrovnik, senza però condividere l'iniziativa né con la Commissione europea, degli open days sul programma Eusair proprio nei giorni in cui nella cittadina croata era in corso un forum, quello sì svoltosi sotto il cappello dell'Unione europea, sul medesimo argomento.

"Tutto ciò è increscioso" scrisse Deffaa in quella lettera, uno dei tanti episodi poco trasparenti (gli altri sono raccontati sempre da Lilli Mandara su Maperò) che hanno accompagnato un progetto che ora tutti vogliono far passare come un fiore all'occhiello.

Ultima modifica il Lunedì, 04 Dicembre 2017 23:03

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