Lunedì, 18 Novembre 2013 10:31

'Mia casa d'Abruzzo': un mese di lotta e solidarietà per il diritto alla casa

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“Iniziamo un mese di solidarietà e di lotta per il diritto alla Casa e per la urgente ricostruzione e messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica, delle Case E dell'ATER e del Comune dell'Aquila”. Ad annunciarlo il 'Mia Casa d'Abruzzo' che, da tempo, chiede al Consiglio regionale di approvare - prima della scadenza naturale della legislatura del 15 dicembre prossimo - una Legge Regionale ad hoc sulla ricostruzione e la messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica ed un provvedimento atto a consentire l'effettivo accesso al diritto alla casa, alla proprietà della prima casa e al "riscatto graduale e sociale" degli alloggi popolari ed ex GESCAL.

"Hanno cominciato gli Inquilini aquilani: ciascuno di essi, a turno, effettuerà un giorno di digiuno e farà 'visita' a Celestino V, anch'egli sfollato dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio e trasferito, dopo le celebrazioni della Perdonanza, nella Basilica Minore Romana di San Giuseppe Artigiano in via Sassa nel centro storico dell'Aquila, dove l'urna contenente le Sacre Spoglie è stata collocata nella cappella laterale, a destra dell’altare maggiore, ed esposta alla venerazione dei fedeli".

"Le famiglie sfollate", sottolinea il 'Mia Casa d'Abruzzo', "aspettano ancora l'inizio effettivo della ricostruzione delle loro abitazioni pubbliche e private, nonostante sin dal 15 agosto 2009 siano stati assegnate le risorse necessarie pari a 150 milioni di euro, richieste dal Commissario delegato e messe immediatamente a disposizione del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche, delle ATER e del Comune dell'Aquila, nella loro qualità di 'soggetti attuatori' della 'riparazione, consolidamento sismico e ricostruzione'.

"In attesa della 'ricostruzione', tutti gli Inquilini devono già pagare al Comune dell'Aquila un 'canone di compartecipazione' per coprire le 'enormi' spese di manutenzione e di gestione dei Complessi C.A.S.E. e M.A.P. i cui costi sono stati sproporzionati e ingiustificati rispetto agli obiettivi da raggiungere. Le spese per la gestione, manutenzione e amministrazione dei complessi e dei singoli alloggi sono “matematicamente insostenibili” da parte delle famiglie ancora sfollate".

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