"La Regione ricorrerà al Tar Lazio contro la delibera del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera al progetto della centrale di compressione della Snam a Sulmona, ma contemporaneamente continuerà a lavorare con Palazzo Chigi per arrivare a una nuova e diversa valutazione di un'opera inutile e dannosa".
E' la presa di posizione del presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso che ha chiarito come, a breve, potrebbe esserci un incontro col premier Paolo Gentiloni per discutere della vicenda. "Anche in caso di scioglimento delle Camere - ha spiegato il presidente - il Governo continuerà a lavorare e siamo pronti ad andare fino in fondo, così come è accaduto per Ombrina. Dalla nostra, infatti, abbiamo argomenti rilevanti e resistenti a qualunque controdeduzione, a partire dalla inutilizzabilità di gran parte del suolo su cui andrebbero a insistere sia la centrale, sia il metanodotto".
D'Alfonso ha sottolineato come alla determinazione del Consiglio dei Ministri si sia arrivati proprio a causa dei ripetuti dinieghi arrivati dalla Regione nel corso del tempo. "Di qui - ha proseguito - l'intervento del potere sostitutivo del Governo, contro cui proseguiremo la nostra azione di contrasto. Anche perché lo Stato non può investire ingenti risorse per tutelare il patrimonio artistico di Sulmona (il riferimento è al progetto da 12 milioni di euro per la Badia Celestiniana) e contemporaneamente sostenere un progetto che ne devasta il territorio".
A confermare che, a breve, potrebbe esserci un incontro con Gentiloni è la senatrice Stefania Pezzopane. "Stiamo lavorando con il Presidente della Regione Abruzzo ad un incontro nei primi giorni di gennaio con il governo. Ricorso al Tar e confronto serrato devono correre di pari passo, perché sul gasdotto Snam Rete Adriatica la posizione è stata sempre e rimane contraria. Ora si sposta sul piano dei ricorsi e della battaglia politica di un intero territorio. Io non mollo di certo".
Stando a Pezzopane, non è tardi per considerare almeno un tracciato alternativo e, visto l'elevato rischio sismico della Valle Peligna confermato anche dalla Commissione Grandi Rischi, "ci sono tutti i presupposti per vincere il ricorso al Tar che la Regione Abruzzo ha annunciato. La nuova legge sugli Usi civici approvata di recente dal Senato e presentata con esperti a L'Aquila giorni fa, chiarisce che l'uso civico è inalienabile ed indisponibile. Con uno staff adeguato la Regione può avere la meglio".
Su questa base, va anche affrontato il confronto con l'Esecutivo che doveva rinviare ogni decisione. "Già ad ottobre - ha proseguito Pezzopane - con un'interrogazione ho chiesto al governo di rivedere il tracciato. Sappiamo che Snam ha considerato almeno un'altra alternativa e che poi ha vinto quella attuale perché più economica per loro, ma inaccettabile per tutti noi. I sindaci hanno ragione, e si va a testa alta, perché tutti abbiamo sempre detto 'no' a realizzare la centrale e il gasdotto in un'area che corre il rischio di un sisma del settimo grado Mercalli. E' un'imprudenza troppo grande, inaccettabile. Per questo auspichiamo un blocco dell'iter della decisione assunta dal Consiglio dei Ministri e stiamo lavorando alla riapertura del confronto con il governo che ha assunto una decisione frettolosa, dai rischi sottovalutati. Il governo ha fatto tante cose buone anche per Sulmona e la Valle Peligna, ma questa scelta entra proprio in contraddizione con quanto è stato fatto. E per me viene sempre ed innanzitutto la mia terra".