Basilica di Santa Maria di Collemaggio inaccessibile a disabili e portatori di handicap costretti a muoversi in carrozzina.
A denunciarlo è un cittadino aquilano, Massimo Prosperococco, che da anni si batte per avere una città a misura d'uomo e senza barriere architettoniche e una ricostruzione attenta alle esigenze di tutti, anche dei disabili.
Prosperococco ha dovuto rinunciare a entrare nella chiesa - riconsegnata alla città due settimane fa dopo il restauro da 12 milioni di euro finanziato dall'Eni e curato dalla Soprintendenza unica del Cratere - perché l'ingresso principale era sprovvisto di scivoli e pedane. Un'assenza, scrive Prosperococco, che preclude l'accesso non solo ai disabili ma "a chiunque viaggi su ruote, passeggini compresi".
"Mi è stato segnalato" si legge nell'amaro sfogo pubblicato su Facebook "che potevo entrare dalla “porticina” secondaria laterale alla parte opposta della Porta Santa. A parte che era chiusa e mi privava dell'emozione che si prova ad entrare dal portale principale, ma sottolineo che dagli ingressi secondari entrano e escono le persone che devono nascondersi e quelle delle quali bisogna vergognarsi di far entrare dalla porta principale".
Le responsabilità della mancata rimozione delle barriere architettoniche, secondo Prosperococco, sono da addebitarsi al Mibact, che non ha voluto che si mettessero scivoli o pedane poiché, pare, giudicate troppo impattanti sul pavimento in pietra trecentesco della basilica. "Il Mibact non è nuovo a scelte "integraliste" che favoriscano la “pietra” piuttosto che l’essere umano" scrive Prosperococco.
Se si vuole parlare di interventi impattanti, bisogna dire che la stessa Soprintendenza però non si è fatta troppi problemi ad autorizzare la posa di una pedana di legno sull'altare principale e di canaline passacavi lungo la navata centrale per dotare la chiesa di banchi riscaldati e del riscaldamento a pavimento.
Proponiamo, qui di seguito, il post integrale pubblicato su Facebook da Massimo Prosperococco.
Queste sono righe che non avrei mai voluto scrivere.
Ho atteso qualche giorno affinché le folle scemassero per visitare la meravigliosa Basilica di Santa Maria di Collemaggio, sapete con la folla intorno è difficile da seduto vedere lontano non volevo perdere la “grande bellezza” della prospettiva al momento dell’ingresso di Collemaggio dopo il restauro.
Purtroppo con enorme sconforto e delusione scopro che l’accesso nella Basilica è precluso dall’ingresso principale a chiunque viaggi su “ruote”, passeggini compresi.
L’amarezza è forte perché è chiara la scelta volontaria, e non per mera dimenticanza, di non posizionare uno scivolo mobile non impattante, del costo di poche centinaia di euro, a fronte dei 12 milioni di euro donati donati dall'Eni.
Voglio eliminare qualsiasi tipo di polemica contro vecchie e nuove amministrazioni comunali, personalmente ritengo che se la responsabilità esista, sia del Mibact Abruzzo, non nuovo a scelte "integraliste" che favoriscano la “pietra” piuttosto che l’essere umano. Gli esempi a L’Aquila sono innumerevoli, il primo è l’assenza di una qualsiasi tratta accessibile, anche di pochi metri, nella passeggiata intorno alle mura, ora in fase di completamento, le enormi difficoltà e frequenti divieti per inserire ascensori in palazzi storici ricostruiti e restaurati, per rendere più facile l’accesso a persone anziane e disabili.
Mi è stato segnalato che potevo entrare dalla “porticina” secondaria laterale alla parte opposta della Porta Santa. A parte che era chiusa e mi privava dell'emozione che si prova ad entrare dal portale principale, ma sottolineo che dagli ingressi secondari entrano e escono le persone che devono nascondersi e quelle delle quali bisogna vergognarsi di far entrare dalla porta principale.
La cosa è ancora più inaccettabile se penso a Santa Croce e Santa Maria Novella a Firenze, Sant’Antonio e alla Cappella degli Scrovegni a Padova, al Duomo di Milano e alla Cappella Sistina a Roma, tutte accessibili con scivoli dalle porte principali.
Provo ulteriore disappunto se penso che il giorno dell’inaugurazione nessuno dei potenti invitati si sia accorto di questa grave carenza: il ministro, il Presidente della Regione, deputati e senatori, il sindaco, i giudici, il vescovo e il clero, le autorità militari e tanti e tanti altri cittadini, ma li capisco, erano presi da cotanta bellezza da non poter pensare ad altro.
Il problema è culturale: non possiamo essere solo noi, persone disabili, a monitorare e segnalare la presenza di barriere architettoniche. E' difficile e problematico. Il Disability Manager è, probabilmente, una soluzione giusta ma non è sufficiente.
Scrivevo anni fa che la ricostruzione dell’Aquila era un'occasione, che mi auguravo irripetibile, di avere una città a misura d’uomo.
Credo che l’occasione sia andata perduta. Nutro ancora speranze che un poco si possa ancora fare, ma necessitano persone illuminate che abbiano lo sguardo oltre le nostre bellissime montagne.
Oggi non sono entrato nella Basilica e non credo che ci entrerò mai finché l’ingresso principale non sia reso accessibile.
È una questione di dignità e di rispetto verso la parte più fragile della nostra città.
Buona giornata e per fortuna questa mattina c’erano sprazzi di cielo azzurro che solo L’Aquila può regalarci, mi sono consolato con quelli.