"Il 21 dicembre scorso, la Giunta comunale ha approvato una delibera per assegnare 10 alloggi del progetto CASE e MAP a cittadini in fuga dal Venezuela. Non ci sarebbe nulla da eccepire se provvedimenti del genere fossero adottati in maniera equanime, cioè aliena da passioni e pregiudizi. Purtroppo, così non è".
L'affondo è di Fabio Pelini, già assessore del Comune dell'Aquila con delega all'assistenza alla popolazione. "Per questa Amministrazione - sottolinea Pelini - la priorità assoluta, dal giorno dell'insediamento, è stata quella di bloccare il bando di housing sociale approvato dalla precedente Amministrazione (della quale facevo parte); bando a cui avevano risposto quasi 1200 nuclei familiari, ai quali nessuno si è degnato di far sapere nulla, dopo un'attesa di mesi e con una graduatoria pronta per cominciare le assegnazioni".
L'amministrazione - "con lo slogan "prima gli Aquilani" sempre in bocca per conseguire consenso facile e tacitare ogni critica" - voleva "depurare la graduatoria da famiglie ritenute "poco aquilane" e quindi di serie B rispetto a quelle autoctone da generazioni". E, per questo, avevano annunciato due mesi orsono una delibera per dare gambe alle loro convinzioni. "Evidentemente, non devono aver trovato parere favorevole nel dirigente preposto, che immaginiamo deve essersi guardato bene dall'avallare un provvedimento illegittimo dal punto di vista amministrativo e, probabilmente, dal profilo incostituzionale".
Hanno dunque bloccato l'iter amministrativo di un avviso pubblico con quale atto? "Parrebbe di capire con un indirizzo di Giunta, vista l'assenza di delibere. Cioè, un intero iter amministrativo è stato bloccato così, sulla parola! E, non sapendo come uscire dall'enorme pasticcio in cui si sono ficcati per assecondare il loro furore discriminatorio, le assegnazioni di quel bando le hanno bloccate per tutti; mentre ci sono 600 alloggi vuoti a carico di tutta la collettività aquilana. Cose dell'altro mondo".