Il presidente Gianni Chiodi e l'assessore regionale alla Protezione civile Gianfranco Giuliante hanno reso noto di aver chiesto ufficialmente al Governo di dichiarare lo stato d'emergenza per l'Abruzzo per via delle piogge e degli allagamenti che si sono verificati nell'ultima settimana e che hanno colpito, in particolar modo, le province di Teramo e Pescara.
Insieme a questa speciale misura, Chiodi proverà a ottenere anche una deroga al patto di stabilità per gli enti locali. Sebbene una stima precisa dei danni ancora non sia stata fatta, si sa già, infatti, che per un ritorno alla normalità saranno necessari centinaia di migliaia di euro. E la deroga, hanno dichiarato sia Giuliante che Chiodi, è assolutamente necessaria, “altrimenti ci ritroveremo ancora una volta con debiti fuori bilancio che i Comuni non sapranno come affrontare”.
“E questa volta speriamo” ha aggiunto Chiodi “di non essere buggerati come successe in occasione delle nevicate di due anni fa, quando il Governo disattese completamente l'impegno che aveva assunto davanti a tutte le Regioni, quello cioè di risarcirle per le decine di milioni di euro spesi per fronteggiare l'emergenza. Lo stanziamento assicurato fu irrisorio”.
“La maggior parte dei danni provocati dalle piogge dei giorni scorsi” ha affermato Giuliante “sono localizzati nel teramano, in particolare lungo la fascia costiera, e poi a Montesilvano e a Pescara, dove ci sono stati allagamenti anche all'interno della città. La Protezione civile regionale aveva messo in moto un meccanismo di allertamento già il 9 novembre, dando sistematicamente notizia delle previsioni. La richiesta che abbiamo inoltrato al Governo di dichiarare lo stato di emergenza anche per l'Abruzzo” ha precisato Giuliante “comporta che dovremo fornire, in tempi relativamente brevi, una serie di documenti che dovranno pervenirci dagli enti locali e che serviranno a individuare in modo puntuale i danni che ci sono stati”.
Emergenza Sardegna, l'Abruzzo si mobilita con uomini e mezzi
Ieri il presidente Chiodi ha telefonato al suo omologo sardo Cappellacci per manifestargli la solidarietà degli abruzzesi. Una solidarietà tanto più sentita considerato il dramma vissuto quattro anni fa dalla nostra regione per via del terremoto. La Protezione civile abruzzese, ha fatto sapere Chiodi, ha messo a disposizione, tenendo conto della particolarità dell'evento, 8 idrovore, una cucina da 500 pasti l'ora, un gommone da 20 posti, 2 bobcat, una tenda mensa da 100 posti e un altro gommone da 23 posti con barella. In più, per la Sardegna partiranno circa 60 volontari. “E' il momento di restituire” ha detto Chiodi “una parte del sostegno ricevuto quattro anni fa. L'emergenza sarda è un'emergenza nazionale e, in quanto tale, il coordinamento dei soccorsi spetta direttamente al Dipartimento di Protezione civile nazionale, guidato da Franco Gabrielli”
Centro funzionale decentrato. Giuliante: "E'questione di giorni" ma Abruzzo in ritardo
A proposito di Gabrielli: poco tempo fa, l'ex prefetto aveva bacchettato la Regione Abruzzo per non aver ancora provveduto a dotarsi di un Centro funzionale decentrato, una struttura considerata di fondamentale importanza nell'attività di monitoraggio e allertamento in caso di catastrofi naturali.
“E' questione di giorni e il problema sarà risolto” ha assicurato Giuliante “Abbiamo espletato un concorso per l'assunzione del personale necessario all'allestimento della struttura e stiamo finendo le procedure di contrattualizzazione. Vorrei precisare, comunque, che le funzioni che svolgerà il Centro una volta entrato in funzione le abbiamo sempre avute, solo che, fino ad ora, sono state gestite da personale co.co.co. e non da una struttura interna. Quando il Centro funzionale sarà attivato, potremo fare in autonomia quello che finora è stato fatto attraverso la mediazione del Centro nazionale”. Nella nascente struttura lavoreranno una ventina di persone con diversi profili.
Casette di legno in zone a rischio alluvionale
Giuliante ha poi commentato le affermazioni rese dal sindaco dell'Aquila Massimo Cialente nei giorni scorsi sulla necessità di rimuovere le casette di legno provvisorie costruite dopo il terremoto in zone a rischio alluvionale e il botta e risposta tra il primo cittadino e le associazioni, spalleggiate, peraltro, dal consigliere comunale e assessore provinciale Roberto Tinari, che invece si oppongono alla rimozione.
“Come al solito” ha detto Giliante “Cialente si accorge dei problemi in netto ritardo. La sua presa di posizione si giustifica solo con il fatto che la catastrofe sarda ha riportato in alto il livello di attenzione su determinate problematiche. Ma bisogna constatare come finora abbiamo tirato a campare. Siamo stati molto fortunati perché non si sono verificati dissesti. Ricordo che lo scorso febbraio fui ascoltato da una commissione del comune dell'Aquila e in quella circostanza feci presente che lo stesso Comune aveva detto di aver risolto il problema avendo messo in piedi un meccanismo di avvertimento delle persone che avevano costruito casette in zone alluvionali che funzionava tramite sms. Per me era una follia: le casette in zone alluvionali non devono esserci e basta. Non esiste che un comune possa avvertire tramite sms che sta per succedere qualcosa. I comitati che si stanno lamentando con Cialente? Sono gli stessi” ha detto Giuliante “che hanno chiesto al Tribunale delle acque di bocciare il sistema delle vasche di laminazione, che, mitigando il rischio esondazione, avrebbero in qualche misura riportato in bonis quelle casette. Un segno che siamo ormai in preda a una schizofrenia collettiva” ha concluso Giuliante.