E' iniziato il trasferimento dei migranti richiedenti asilo ospitati nel cas di via Roma, all'Aquila.
Entro il 31 gennaio, tutti gli 87 ragazzi attualmente residenti nella struttura, gestita dalla onlus Movimento Celestiniano, dovranno essere ricollocati in altri centri di accoglienza.
Il trasferimento è un atto dovuto in seguito all'esclusione del Movimento dal bando indetto dalla prefettura dell'Aquila per l’affidamento del servizio di accoglienza dei cittadini stranieri.
Tuttavia, tempi e modi dello spostamento sono stati stabiliti dalla prefettura non in maniera coatta ma proprio in collaborazione con la onlus.
Per facilitare le operazoni e rendere il trasloco il meno traumatico possibile, i migranti sono stati sudivisi in quattro gruppi, ciascuno dei quali è stato formato in base ad alcuni criteri, come ad esempio quello della nazionalità, oppure i rapporti di amicizia nati in questo periodo di permanenza.
Mercoledì 17 il primo gruppo, composto da una ventina di persone, ha abbandonato via Roma per raggiungere Sulmona. Altri gruppi saranno ricollocati entro la fine del mese a Cese di Preturo (in una nuova struttura aperta da poco), Avezzano e Canistro. Ma c'è anche chi ha manifestato la volontà di rinunciare all'assistenza e di rimanere all'Aquila pur di non interrompere il percorso di integrazione iniziato.
Il centro di accoglienza di via Roma, tuttavia, non chiuderà. Il Movimento Celestiniano ha deciso di tenerlo aperto per continuare a dare un ricovero sicuro proprio ai migranti che hanno rifiutato di essere trasferiti, a quelli che hanno perso già da qualche tempo l'assistenza e in generale a tutti coloro, italiani e stranieri, che non hanno più una dimora e si sono ritrovati nella condizione di senza tetto.
Lo scorso ottobre il cas di via Roma era finito al centro di alcune polemiche sollevate da un gruppo di residenti del centro storico dell'Aquila, capeggiati da Andreina Pellegrini, che ne aveva chiesto la chiusura in quanto fonte di degrado. Il caso era finito anche alla terza commissione del consiglio comunale.