Giovedì scorso si è svolto l'atteso incontro tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le Regioni Abruzzo e Lazio, convocato per individuare un primo rapido intervento volto a ridurre l'incremento del pedaggio autostradale posto in essere da Strada dei Parchi.
E la soluzione individuata, come noto, prevede che le due Regioni finanzino l'applicazione dello sconto del 20% in favore dei pendolari. A dire che Strada dei Parchi - almeno per il momento - continuerà ad applicare le tariffe maggiorate del 12.89% rispetto all'anno passato, incassando il dovuto dai viaggiatori, pendolari e non; la fiscalità regionale - i cittadini tutti, dunque - copriranno invece le riduzioni.
L'accordo non è stato ancora formalizzato: sta di fatto che sarebbe un vero affare per la società del gruppo Toto, non c'è che dire, in attesa che la concessionaria torni a sedere intorno al tavolo della trattativa con i Ministeri dei Trasporti e delle Finanze "per la definizione di un nuovo piano economico e finanziario".
La proposta di Strada dei Parchi è chiara: investimenti per circa 3 miliardi di euro, con una valorizzazione dell'investimento da 6 miliardi, a patto che la concessione venga prorogata ancora, oltre la scadenza del 2030. Altrimenti, verrà rispettata - a costo di altri ricorsi al Tar - la convenzione 'capestro' che prevede, nero su bianco, aumenti che potrebbero divenire, con gli anni, davvero insostenibili.
Gli esiti della riunione di giovedì a Roma hanno scatenato un mezzo putiferio. Se il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, presidente della Commissione permanente Infrastrutture, ha parlato di "palliativo" che "non ci fa arretrare di un passo dalla battaglia per la sospensione immediata degli aumenti e la gestione pubblica di A24 e A25 alla scadenza della concesssione", la senatrice Stefania Pezzopane ha sottolineato come la misura sia "del tutto insufficiente".
"Trovo che sia vergognoso che le regioni Lazio e Abruzzo si siano impegnate a pagare con risorse pubbliche lo sconto del 20% per i pendolari sull'autostrada Pescara-Roma", l'affondo di Maurizio Acerbo, segretario nazionale del partito della Rifondazione comunista.
Sul piede di guerra anche i sindaci dell’Aquila, Pierluigi Biondi, Avezzano, Gabriele De Angelis, Sulmona, Annamaria Casini, e del presidente della Provincia dell’Aquila nonché primo cittadino di Castel di Sangro, Angelo Caruso, che hanno messo nero su bianco come la risposta sia "insufficiente e inadeguata rispetto alle esigenze e le istanze che da settimane stanno arrivando da cittadini e sindaci stanchi di essere vessati e presi in giro". La nostra richiesta - hanno aggiunto - "era e rimane quella di sospendere gli aumenti indiscriminati che penalizzano le popolazioni delle aree interne della nostra regione". Una vittoria di Pirro, quella delle Regioni Lazio e Abruzzo, "una elemosina - l'hanno definita i sindaci - che non ci farà muovere di un centimetro dalle nostre posizioni".
Palliativo, vittoria di Pirro, misura insufficiente, inadeguata, una elemosina: si dovrebbe aggiungere, in realtà, che l'esito del tavolo romano è una vera e propria presa in giro per i cittadini, pendolari e non.
Vi spieghiamo il motivo: Strada dei Parchi, dal 2015, già offriva lo sconto del 20% per i pendolari che utilizzavano il telepass. A dire che non solo la fiscalità regionale andrebbe a coprire lo sconto del 20% deciso al tavolo ministeriale, ma si tratterebbe di un ulteriore - l'ennesimo - beneficio per la concessionaria che garantiva già la stessa agevolazione, ma a proprie spese.
Anzi, il 5 gennaio 2017 la concessionaria si lamentava persino del fatto che pochissimi viaggiatori abruzzesi, "forse per una diffidenza verso lo strumento Telepass", usufruivano dello sconto.
Grottesco, se non fosse tragico. D'altra parte, è straordinaria la capacità della società del gruppo Toto nel gioco delle tre carte sui tavoli istituzionali.
Non solo. Parlare di 20% di sconto per i pendolari, infatti, non è proprio correto. La misura massima di agevolazione scatterebbe soltanto al 41esimo passaggio del mese al casello autostradale (ma non si possono conteggiare più di 2 transiti al giorno); il provvedimento è progressivo: si va da un minimo dell'1% di sconto, in caso di 21 transiti al mese - e avanti con la riduzione del 2% in caso di 22 transiti, del 3% in caso di 23 transiti e così via - fino ad un massimo del 20%, appunto, in caso di 40 passaggi e fino a 46. A partire dal 47° si tornerebbe a pagare la tariffa intera.
Inoltre, l'agevolazione sarebbe riservata soltanto a utenti che effettuano percorrenze di una determinata tratta autostradale con un percorso massimo di 50 km. I pendolari sulla tratta L'Aquila - Roma possono scordarsela, per fare soltanto un esempio.