Martedì, 06 Febbraio 2018 22:54

Macerata: l'invasione che non c'è, fascismi di ritorno, debolezza della politica

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Partiamo dai fatti.

Pamela Mastropietro, ragazza di 18 anni originaria di Roma, viene ritrovata morta il 31 gennaio nelle campagne di Pollenza, vicino Macerata; il suo corpo fatto a pezzi e chiuso in due trolley. Innocent Oseghale – nigeriano di 29 anni, in Italia con permesso di soggiorno scaduto – è accusato di occultamento e vilipendio di cadavere, non di omicidio: finché non arriveranno i risultati degli esami tossicologici e dei rilievi effettuati daI Ris, infatti, non si può escludere che la morte della giovane sia stata provocata da una overdose. Sappiamo che Pamela si era rivolta a Oseghale per una dose di eroina, sappiamo che il nigeriano aveva contattato un altro pusher, un connazionale che l'ha venduta alla ragazza. L’imputato sostiene che la diciottenne si sia sentita male, che abbia avuto una crisi, e ha raccontato di essere scappato impaurito. Insomma, si dice estraneo ai fatti contestati: al contrario, gli inquirenti sono convinti che, con l'altro pusher, sia responsabile, come detto, dell’occultamento e del vilipendio del cadavere di Pamela, in attesa di capire se la morte sia sopraggiunta, effettivamente, per una overdose.

Sabato scorso, Luca Traini – un ragazzo di 28 anni, italiano – ha sparato all’impazzata tra le strade di Macerata, mirando e ferendo sei persone di colore, inermi, che stavano passeggiando: Jennifer Odion, Mahamadou Toure, Wilson Kofi, Festus Omagbon, Gideon Azeke, Omar Fadera. Dunque, si è avvolto in una bandiera tricolore e, salendo sui gradini del monumento ai caduti, ha fatto il saluto romano prima di essere arrestato. Sappiamo che Traini aveva pianificato l’attentato di stampo razzista, e l’ha pure rivendicato: l’intento – ha spiegato con atroce freddezza – era uccidere più neri possibile per lanciare un messaggio, “che bisogna contrastare l’eccessiva presenza di immigrati in Italia”. Traini si dichiarava fascista, ha una svastica stilizzata tatuata sul volto, era stato candidato alle elezioni amministrative con la Lega ed è vicino agli ambienti di Forza Nuova.

Questi i fatti. Atroci, terribili: l’occultamento e il vilipendio del cadavere di una giovane donna, in attesa di capire se sia stata uccisa o sia morta per overdose, l’attentato di stampo razzista col fuoco esploso su sei persone inermi che camminavano per strada. Fatti di cronaca gravissimi e che stanno assumendo, però, una rilevanza che va oltre le indagini che dovranno fare chiarezza e assicurare alla giustizia chi se ne è macchiato.

Succede che in molti – sui social, e non solo – stiano giustificando l’attentato: “Mi ferma la gente per darmi messaggi di solidarietà nei confronti di Luca”, ha dichiarato l’avvocato di Traini; “è allarmante, ma ci dà la misura di quello che sta succedendo”. Alla trasmissione radiofonica ‘La Zanzara’, un ascoltatore ha sottolineato che “ci vorrebbe un Traini in ogni provincia: chi di noi – si è chiesto – non ha mai pensato di voler fare una cosa del genere?”. E ancora: per alcuni, le responsabilità dell’attentato sarebbero del governo “che permette ad una bestia di poter circolare liberamente e ammazzare una ragazza”, comunque dei politici che “permettono a migliaia di clandestini di fare i loro porci comodi e rimanere impuniti”. A Roma è apparso lo striscione “Onore a Luca Traini” e Forza Nuova si è offerta di pagargli persino le spese legali.

Uno spaccato sociale assolutamente preoccupante.

Come non fossero bastati i fatti di Como, i discorsi sulla razza del candidato del centrodestra alla Regione Lombardia, le vicende di Ostia, la sindaca leghista di Gazzada Schianno che ha insultato il Giorno della Memoria minacciando il giornalista che raccontava la sua brillante uscita, la tentata strage di Macerata, da una parte, è stata derubricata all’atto di un folle, dall’altra, invece, condannata, con i dovuti distinguo però, evocando in modo ossessivo la correlazione causale con la terribile morte di Pamela Mastropietro. Ad un certo punto, era stata pubblicata persino la notizia di una relazione sentimentale tra la giovane e l’attentatore: una bufala, ovviamente.

Si è finito per porre sullo stesso piano un presunto omicidio, efferato fatto di cronaca, con un attentato di matrice razzista. L’ha fatto anche la politica, da destra a sinistra, ed è questo a lasciare ancora più interdetti; è evidente che la scelta sia stata dettata da questioni d'opportunità, ad un mese dalle elezioni politiche. Oggi, parlare di recrudescenza fascista è indigesto persino a sinistra, porsi con decisione al fianco di sei cittadini stranieri finiti nel mirino di un fanatismo tremendamente diffuso non porta consenso. Si interpreta così la pancia del paese, e fa tremare i polsi: l’Italia è un paese che si sta riscoprendo intollerante, tanti – troppi – gli episodi di un fascismo di ritorno e che forse, prendendo in prestito le parole dell’Anpi, non se ne è mai andato dalle nostre coscienze, dalla nostra cultura, in un'Europa che dal nazifascismo pensava di essersi liberata settant’anni fa e che, al contrario, se lo ritrova in casa, sempre più diffuso in strati della popolazione che sembrano non avere più nulla in cui credere e sperare, cercando nella paura dell’altro una ragione di vita.

Altro che allarme surreale.

E dunque Berlusconi che, con Forza Italia, ha sempre rappresentato un argine moderato alle pulsioni più radicali dei partiti di destra, all’indomani dell’attentato ha parlato di 600 mila immigrati da rimpatriare immediatamente – dovrebbe spiegarci quanto costerebbe, tra l’altro - avallando le tesi delle forze di coalizione che hanno ribadito come l’immigrazione crei insicurezza, aumentando i crimini e portando dritti allo scontro sociale. Di Maio è rimasto in silenzio, particolarmente ‘timido’ sull’argomento. Da parte sua, Renzi ha sottolineato come “la sicurezza debba essere affidata a professionisti come carabinieri e poliziotti, non a pistoleri invasati che sparano per strada”, quasi a lasciare intendere che l’intento di Traini fosse assicurare la sicurezza.

No, si è trattato di un attentato. Ma nessuno ha avuto il coraggio di dirlo, tra i leader politici. D’altra parte, soltanto Maurizio Acerbo – segretario nazionale di Rifondazione comunista, candidato di Potere al Popolo – ha fatto visita in ospedale ai sei cittadini colpiti a freddo, per strada, a Macerata. Soltanto lui. E che dire del ministro degli Interni, Marco Minniti? “Lo Stato deve rispondere in maniera netta e decisa – ha dichiarato – non possiamo consentire che ci si faccia giustizia da soli”. Di nuovo, di che giustizia stiamo parlando? Per quale reato avrebbero dovuto pagare Jennifer, Mahamadou, Wilson, Festus, Gideon e Omar? Quale giustizia poteva mai esserci per Pamela nella follia di Traini? Compito di Minniti sarebbe reprimere il neofascismo, come impone la Costituzione repubblicana, e non derubricare certi eventi all’eccesso di un folle che pensava di fare chissà quale giustizia. Pensi ad interdire dalla vita politica Forza Nuova, per esempio, che si è offerta di pagare le spese legali ad un attentatore.

La politica tutta, da destra a sinistra, dovrebbe finalmente dire parole chiare, rispettose dei principi sanciti dai padri costituenti. Dovrebbe smetterla di assecondare le pulsioni più irrazionali dei cittadini, smetterla di cavalcare la paura, la percezione del rischio di un’invasione di stranieri che, nei fatti, è una bugia, la peggiore possibile tra le fake news. "Macerata era molto diversa. Soprattutto dal 2015, la città è cambiata”, le parole del sindaco Romano Carancini (Pd). “È vero, ci sono tantissimi stranieri qui, fino a qualche anno fa non era così, ma noi politici dobbiamo stare attenti ai messaggi che lanciamo”. E allora si potrebbe iniziare a dire, per esempio, che a Macerata gli stranieri residenti sono cresciuti in cinque anni di cinque unità, da 3.874 a 3.879 (dati Istat). In tutte le Marche, i richiedenti asilo sono 5.699, uno ogni 250 residenti.

D’altra parte, stando ad Eurispes più della metà degli italiani pensa che i migranti siano il 30% della popolazione, e non sono neanche l’8% in realtà: è così che si diffonde l’idea dell’invasione, è così che si mina la tenuta sociale del paese, rendendo ingovernabile la gestione dei migranti. E non c’è una contronarrazione capace di restituire la dimensione reale dei fenomeni, meglio cavalcare le paure per strappare un voto in più.

Vale per tutti, o quasi.

Fino ad ora, in pochi hanno avuto il coraggio di dire la verità, che sta nei numeri, nelle statistiche ufficiali; ebbene, dal 2007 al 2015 gli stranieri residenti in Italia sono passati da circa 3 milioni a poco più di 5 ma i principali indicatori con cui misuriamo la criminalità sono diminuiti: meno delitti, meno omicidi - mai così pochi dall’unità d’Italia - meno rapine e meno violenze sessuali. E’ vero, dal 2004 al 2014 sono aumentate del 34.3% le denunce per reati compiuti da stranieri, ma contestualmente sono cresciute del 40% le denunce agli italiani.

E’ altrettanto vero che le carceri italiane sono piene di stranieri, un terzo della popolazione reclusa, più o meno; uno studio del 2016 di Francesco Palazzo, che insegna Diritto penale all’università di Firenze, afferma però che il dato è fuorviante per analizzare il rapporto fra immigrazione e criminalità. La maggiore concentrazione di detenuti stranieri, infatti, si spiega soprattutto col fatto che i condannati “hanno una maggiore difficoltà ad accedere alle misure alternative al carcere”, sia perché non possono permettersi una difesa diversa da quella d’ufficio sia perché a volte non dispongono delle condizioni necessarie per ottenere le misure in questione, come una casa o un lavoro stabile. Di nuovo, sono i numeri a dirlo: nella prima metà del 2016 sono stati approvati in tutto 19.128 affidamenti in prova ai servizi sociali, di cui solamente 2.722 a detenuti stranieri (circa il 14%). Nello stesso periodo di tempo, la detenzione domiciliare – cioè la possibilità di scontare l’ultima parte della pena a casa propria – è stata concessa a 14.136 detenuti italiani e solamente a 3.306 stranieri.

Vanno aggiunti altri dati, interessanti. Stando al Sole 24 Ore, tra il 1 agosto 2016 e il 31 luglio 2017 sono state denunciate o arrestate 839.496 persone, fra cui 241.723 stranieri; il 28.8% del totale, a fronte, come detto, di una popolazione dell’8% rispetto a quella italiana. Come fa notare un rapporto dell’ISTAT del 2012, però, la gran parte degli stranieri che vivono in Italia e che hanno subìto un’incriminazione è finita nei guai perché si trova clandestinamente nel territorio italiano, o perché ha mentito a un pubblico ufficiale sulla propria condizione. L’ISTAT stima che nel 2009 si trovassero in questa condizione 28.813 stranieri che si trovavano in Italia, cioè il 20.6% per cento del totale degli imputati stranieri.

Sappiamo inoltre che gli stranieri si sono specializzati in crimini da pene lievi, come la rapina o i furti nelle abitazioni: i detenuti italiani in media ottengono delle condanne molto più alte. Detto questo, la maggioranza dei reati sono attribuibili agli stranieri irregolari, a coloro, cioè, che non possiedono un permesso di soggiorno lavorativo né una forma di protezione internazionale. Per lo Stato italiano queste persone non esistono: non pagano le tasse, non possono andare a scuola, trovare un lavoro o accedere a cure sanitarie a meno di quelle urgenti o essenziali. In altre parole sono persone che per sopravvivere devono necessariamente muoversi in un contesto criminale o illegale (per dire, lavorando come braccianti per gli italiani che gestiscono la raccolta della frutta in Puglia o in Calabria, per pochi euro all’ora).

Quanti sono gli immigrati irregolari? Stando ad alcune stime 400mila, c’è chi arriva a dire - come Berlusconi - che sono 600mila su una popolazione residente di poco superiore ai 60 milioni. Ebbene, si può dire che esiste una correlazione fra la condizione d’irregolarità e la propensione a compiere reati: una politica seria, degna di questo nome, dovrebbe iniziare da qui, rivedendo anche, e soprattutto, le politiche migratorie del paese che, bene ribadirlo, fanno riferimento, ancora, alla famigerata legge Bossi-Fini.

Ultima modifica il Mercoledì, 07 Febbraio 2018 17:59

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