Sabato, 17 Febbraio 2018 17:35

Rocca di Mezzo, la vicenda grottesca dell'Hotel Vitalba: chiusa l'unica strada d'accesso. Via i clienti, i proprietari sono 'sequestrati' in casa

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Piazza Principe di Piemonte, Rocca di Mezzo.

E’ qui che sorge l’Hotel Vitalba che nel nome racconta il progetto di vita di due sorelle, Isabella e Tiziana Marziale, e del marito di Tiziana, Francesco Fracassi: l'alba di una nuova vita.

Una storia lunga anni. Trovare lavoro è difficile, e poi c’è quel vecchio sogno dei genitori chiuso in fondo ad un cassetto: aprire un albergo, costruirla lì, l’alba di una nuova vita. E dunque, Isabella e Tiziana hanno buttano giù il progetto facendo richiesta dei fondi per l’imprenditoria femminile; hanno ottenuto i finanziamenti, ma la burocrazia in Italia è un problema, si sa: avevano due anni di tempo per concludere i lavori, il Comune di Rocca di Mezzo ci ha messo 14 mesi soltanto per rilasciare la licenza edilizia e, dunque, una parte dei fondi è andata perduta.

Poco male. La famiglia si è tirata su le maniche e, finalmente, il 1 gennaio 2015 la vecchia casa di Rocca di Mezzo è diventata un Hotel che, in breve tempo, ha saputo farsi apprezzare dai clienti. Un’oasi di relax nel cuore del parco naturale Sirente – Velino, si legge sul sito internet; a sfogliare i commenti dei clienti sui principali portali di prenotazione online, pare proprio sia vero.

Sta di fatto che tre anni dopo, l’Hotel Vitalba rischia già di chiudere le porte. Infatti, con sentenza della Cassazione passata in giudicato è stato interdetto ai proprietari dell’albergo, e ai loro clienti ovviamente, di passare sulla strada che serve la struttura ricettiva, usata per decenni. Passa davanti ad alcuni condomini di abitazioni, per lo più frequentate poche settimane l’anno: tuttavia, il transitare dei clienti deve aver dato proprio fastidio se è vero che è stata intentata una causa che, qualche giorno fa, ha portato al pronunciamento definitivo della Cassazione.

Sentenza ha dato torto a Isabella, Tiziana e Francesco. Non si può più passare, transito vietato: negato il diritto di servitù di passaggio. E dunque? L’alternativa c’è, stando ai giudici: è l’altra strada a servizio della struttura che, però, passa su alcuni campi di privati che, per chiarire le loro intenzioni, hanno già provveduto a transennarli. Non solo. C’è anche un corso d’acqua e, per questo, servirebbe costruire un ponte per accedere all’Hotel Vitalba. In sostanza, i proprietari dovrebbero acquistare le porzioni di terreno interessate dalla strada e costruire un passaggio sul fiume. Con quali soldi? E quante autorizzazioni servirebbero?

Al momento, la famiglia – che vive nella stessa struttura – è stata costretta a mandar via i clienti che, in queste settimane, affollano Rocca di Mezzo per le settimane bianche; c'e pure l’ultimo degli sfollati del 2009, che alloggia ancora qui; e sì, perché la struttura ha ospitato i terremotati e, tra l’altro, i proprietari aspettano ancora il pagamento di 150mila euro dalla Protezione civile. C’è dell’altro: in sostanza, la famiglia è prigioniera della struttura; il passaggio sulla strada interdetta, infatti, è passibile di denuncia. Se non fosse che ci sono due ragazzi minorenni da portare a scuola, c’è da fare la spesa, andare a comprare dei medicinali, se necessario.

I proprietari della struttura si sono rivolti a Carabinieri, Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Comune, ovviamente: la commissaria prefettizia ha assicurato che si troverà una soluzione, intanto i giorni passano e la vicenda si fa di ora in ora più grottesca. Per domani, era prevista una manifestazione di solidarietà, organizzata dalle Pro Loco di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio: a quanto abbiamo appreso, però, è stata rinviata di una settimana, mancavano le autorizzazioni della Questura. “Non ce la facciamo più”, ha scritto la giovane figlia di Francesco e Tiziana su Facebook; “manifesteremo finché non di ridaranno la nostra strada, il nostro lavoro, la libertà di entrare e uscire di casa. Abbiamo minori che non possono andare a scuola, anziani bisognosi di medicinali, a chi dobbiamo rivolgerci?”.

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