Mercoledì, 28 Febbraio 2018 15:49

Sottoservizi, l'ex direttore della GSA Melaragni: "Non si amministra con ignoranza e arroganza". Biondi: "Casta di potere non accetta il cambiamento"

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"Con il presidente Americo Di Benedetto avevamo dato vita ad una fervida attività di coordinamento che coinvolgeva tutti i soggetti interessati e che, sulla base delle normative, del buon senso, della pazienza e dell’amore verso la città dell’Aquila, aveva dato i suoi frutti tanto da raggiungere circa il 70% dei lavori. Questa attività è stata oggetto di attacchi furiosi in campagna elettorale e quando ho fatto presente la situazione ai nuovi amministratori, sono stato tacciato di presunzione".

E' clamoroso lo sfogo dell'ex direttore tecnico della Gran Sasso Acqua, Aurelio Melaragni, a commentare l'impasse del cantiere dei sottoservizi che, ha ribadito, "non stupisce, anzi, era già nei fatti".

"Prima del mio pensionamento - l'ex direttore è stato mandato in pensione il 1° gennaio, sebbene avesse chiesto la proroga ndr - in una serie di colloqui con il nuovo presidente Fabrizio Ajraldi e con il sindaco Pierluigi Biondi, avevo paventato l’attuale scenario consapevole, grazie all’esperienza maturata negli anni, degli enormi problemi che sottendono alla realizzazione di un’opera così importante e complessa, forse unica al mondo in relazione al contesto in cui è inserita. Come più volte sottolineato le variabili in gioco, nella realizzazione dell’opera, sono molteplici - ha sottolineato Melaragni - a cominciare dai vari settori del Comune (Lavori pubblici, Lavori privati, Viabilità, Commercio, Ambiente, Polizia municipale), e passando per la Soprintendenza, la Provincia, l’Arta, la Asl fino ai gestori di altri servizi come Enel, 2iRete Gas, Telecom, Wind, alle imprese della ricostruzione, ai commercianti che hanno riaperto le loro attività, ai cittadini che sono tornati a vivere in centro".

In questi mesi "ho taciuto aspettando, come consiglia un vecchio proverbio cinese; ora, posso affermare, a ragione, ma lo dico con profondo dispiacere, che l’ignoranza (che si cerca di nascondere con facili locuzioni latine) e l’arroganza non sono le basi per una buona amministrazione", l'affondo durissimo.

A stretto giro, la replica piccata del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi. "Mi rendo conto che è molto difficile parlare senza dire qualcosa di troppo e comprendo che il nervosismo di Aurelio Melaragni sia legato alla fine dell'incasso delle legittime, e ricche, prebende di cui godeva quando ricopriva il ruolo di direttore della Gran Sasso Acqua. Sono, però, necessarie alcune puntualizzazioni. Per esempio, l'ex direttore potrebbe ricordare come siano stati realizzati i sottoservizi nelle zone più agevoli della città, senza affrontare i problemi che oggi si stanno riscontrando in corso d'opera", le parole del sindaco. Che ha aggiunto: "Nonostante ciò, ancora non viene chiarito quali siano le responsabilità e gli eventuali risarcimenti legati ai danni che il tunnel avrebbe provocato alla torre civica di Palazzo Margherita e in diversi edifici del Corso stretto. Altro scotto che oggi si sta pagando è quello legato al mancato accordo stipulato con i gestori dei servizi, per cui sono necessarie opere aggiuntive per venire incontro alle esigenze delle aziende. Nessuno, infine, si è preoccupato di individuare un piano di gestione della più importante opera pubblica del post sisma una volta che questa verrà terminata".

È curioso – ha concluso Biondi – che parli di presupponenza e arroganza chi, in piena campagna elettorale, "ha autorizzato una transazione lampo per delle riserve sui lavori richieste dall'azienda appaltatrice. La vera arroganza è quella di chi fa parte di una casta di potere che fatica ad accettare il cambiamento, testimoniato da persone perbene e competenti come il presidente della Gran Sasso Acqua, Fabrizio Ajraldi".

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Febbraio 2018 16:00

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