Lunedì, 12 Marzo 2018 22:36

Tributi locali, a L'Aquila il massimo della tassazione Imu e Tasi anche per il 2018

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Si è riunita ieri la commissione consiliare ‘Programmazione e Bilancio’, presieduta da Luigi Di Luzio; all’ordine del giorno la materia tributaria e, in particolare, modifiche e integrazioni al regolamento che disciplina la fissazione dell'Imposta unica comunale (Iuc), delle aliquote relative alla Tassa sui servizi indivisibili (Tasi) e della determinazione delle aliquote dell'Imposta municipale unica (Imu) per l'annualità 2018.

Iniziamo col dire che il granello, al momento, non ha rotto alcun meccanismo, anzi; il livello di tassazione, a L’Aquila, resta al tetto massimo fissato per legge. Come noto, la somma delle aliquote di Tasi e Imu, per ciascuna tipologia d’immobile, non può essere superiore al 10.6 per mille; ebbene, in città l’Imu è all’8.1 e la Tasi al 2.5. Il massimo possibile, appunto. Dunque, l’amministrazione di centrodestra non ha toccato al ribasso la tassazione locale se non per la riduzione media della Tari di circa il 9.33% per le attività produttive e per l’abbassamento dell’aliquota unica della Tasi dal 2.5% al 2% a beneficio, però, soltanto dei fabbricati rientranti in alcune categorie catastali precise: opifici, alberghi, pensioni, fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale o commerciale. Un provvedimento che vale 290 mila euro circa, su un totale complessivo di servizi indivisibili parzialmente coperti da Tasi che ammonta a 15 milioni e 574 mila euro.

Una goccia nel mare.

Tra l’altro si è stabilito di coprire finanziariamente il provvedimento col recupero della Tasi evasa, se non fosse che ad oggi, e dall’introduzione della tassa sui servizi indivisibili, il Comune dell’Aquila non ha ancora proceduto all’accertamento e, dunque, non è possibile calcolare ciò che si potrebbe recuperare. Insomma, c’è il rischio concreto che sia la fiscalità generale a farsi carico delle riduzioni previste.

Tornando ai servizi indivisibili, la somma totale – come detto - ammonta a 15 milioni e 574 mila euro, circa 2 milioni e 693 mila euro in più dell’anno passato, il 2017. Si spiega, in particolare, con l’aumento delle somme a bilancio per l’illuminazione pubblica, per 1.3 milioni, e per la manutenzione degli edifici e delle aree comunali, per 1.5 milioni.

Sfogliando lo storico del Comune dell’Aquila, non si può che notare come l’illuminazione pubblica costi, oggi, 3 milioni in più che nel 2014 (si è passati da 2 milioni e 516 mila euro a 5 milioni e 605 mila, l’anno scorso era a 4 milioni e 329 mila euro); la manutenzione delle strade e del verde pubblico, invece, è in linea con gli anni precedenti (1 milione e 330 mila per il 2018, 1 milione e 206 mila per il 2017, 1 milione e 503 mila per il 2016, si attestava a 2 milioni e 140 mila nel 2014), così come i servizi assistenziali (3 milioni e 663 mila euro a fronte dei 3 milioni e 694 mila per l’anno passato, si spendeva 1 milione e 297 mila euro nel 2014); per ciò che attiene i servizi cimiteriali, la spesa si è contratta di circa 230 mila euro rispetto all’anno che ci siamo lasciati alle spalle, tornando sui livelli del 2014 (530 mila euro allora, 580 mila nel 2018) mentre le poste in bilancio per la manutenzione e la tutela degli edifici e delle aree comunali è schizzata da 2 milioni e 802 mila euro a 4 milioni e 269 mila euro.

Ai consiglieri commissari non è stato possibile entrare nel merito dei vari capitoli di spesa illustrati dall’assessora al bilancio Annalisa Di Stefano poiché, parole sue, le richieste sono pervenute dai diversi settori e non è compito dell’assessorato che istruisce il bilancio analizzarle analiticamente “voce per voce”; se non fosse che, poco dopo, la stessa Di Stefano ha ricordato di detenere la delega alla razionalizzazione delle spese, la promessa per gli anni a venire, evidentemente nient’affatto avviata.

Sta di fatto che il milione e mezzo in più appostato a bilancio per la manutenzione degli edifici e delle aree comunali dovrebbe andare a coprire i mancati introiti generati dalle abitazioni entrate a patrimonio del Comune a seguito d’acquisto equivalente e non ancora destinate, in alcuni casi neppure acquisite a dire il vero, e dai 650 alloggi vuoti del progetto Case, tenuti congelati dalla decisione dell’amministrazione di stoppare il bando così detto di ‘housing sociale’, a graduatoria istruita, con una semplice lettera del sindaco Pierluigi Biondi al dirigente delegato che potrebbe esporre l’Ente all’ennesimo danno erariale. Insomma, i cittadini aquilani stanno pagando la mancata strategia sulle abitazioni entrate a patrimonio del Comune e, cosa anche peggiore, la decisione, squisitamente politica, di non procedere con le assegnazioni degli alloggi del progetto Case poiché molti – troppi per il centrodestra – degli assegnatari risultati idonei al bando di fine anno sono di origine straniera.

E intanto, a quasi nove anni dal terremoto, coloro che hanno costruito un’abitazione provvisoria sfruttando la discussa delibera 58, e anche chi ha operato fuori le norme (sono almeno 4.640 le così dette ‘casette’, sebbene non ci sia ancora un censimento, 1.140 realizzate in conformità al deliberato e le altre abusive) non pagano neanche un centesimo di Imu e Tasi. A dire che non soltanto si persegue nel far finta di nulla - le casette, quelle in regola, potevano rispondere alle esigenze dei cittadini sfollati per un massimo di tre anni, delle abusive è meglio tacere - ma non si procede neppure con una ricognizione puntuale così da far pagare almeno sulle costruzioni conformi alla delibera 58, che andranno quasi sicuramente a sanatoria, le tasse locali, affinché si paghi meno ma si paghi tutto, come giusto.

Silveri: "Tagliate Tari e Tasi"

"L'amministrazione comunale dell'Aquila è già riuscita, nei primi sei mesi, ad aggredire le aliquote delle imposte locali, con un primo taglio di quasi il 10% della Tari per le attività produttive e del 20% della Tasi, relativamente alle attività produttive maggiormente colpite dalla crisi, ossia gli alberghi e le attività commerciali e industriali con immobili rientranti nelle categorie D (1/2/7/8)".

Ad affermarlo, in una nota, è il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Roberto Jr Silveri.

"Un'operazione necessaria per l'economia locale" scrive Silveri "a seguito della pesante eredità, ricevuta dalla precedente amministrazione di centro sinistra, in tema di pressione fiscale. Basti pensare che la Tari subì un incremento, nel 2016, rispetto all' anno precedente, pari addirittura al 37 per cento circa per le utenze domestiche, riferite ad un componente, e del 17 per cento per le utenze domestiche relative agli altri componenti. L'attuale amministrazione, invece, ha bloccato gli aumenti riuscendo, anzi, a ridurre di quasi 1 punto percentuale la tariffa".

"La vera notizia" continua Silveri "è che "il granello" non solo ha rotto il sinistro meccanismo di incremento annuale delle tasse per gli aquilani, ma addirittura lo ha invertito. Un risultato reso possibile grazie al grande lavoro dell'Ufficio Tributi, coordinato dall'assessore Annalisa Di Stefano, e raggiunto anche attraverso il recupero dell'evasione fiscale e dell'incremento dei contribuenti spontanei".

"Posso comprendere" conclude la nota "che un risultato così importante a qualcuno possa dispiacere ma non è altrettanto comprensibile come si possano creare infondati e pericolosi allarmismi tra i cittadini, paventando la copertura di queste riduzioni con l'aumento di altre imposte".

Ultima modifica il Martedì, 13 Marzo 2018 16:56

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