Martedì, 24 Aprile 2018 13:57

Amministrazione personale, la Direr boccia la giunta D'Alfonso: "Macchina regionale disgregata e dirigenti umiliati"

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“Mancanza di trasparenza e chiarezza nel conferimento degli incarichi dirigenziali”, riorganizzazioni che hanno disgregato la macchina regionale, dirigenti interni “umiliati a favore di un mal riposta maggiore fiduciarietà/capacità esterna”.

E’ durissimo il giudizio che la Direr Regione Abruzzo (Federazione Dirigenti e Direttivi – Enti territoriali e Sanità) dà della giunta D’Alfonso in merito alle politiche riguardanti il personale dell’ente.

 

La nota completa

L’Assemblea dei dirigenti e quadri Direr esprime un forte giudizio negativo sulla amministrazione del personale della Giunta D’Alfonso. “Dall’inizio della legislatura abbiamo assistito ad un susseguirsi di riorganizzazioni che hanno disgregato la macchina regionale rendendo difficile la gestione quotidiana ed il rapporto con l’esterno. A volte le stesse riorganizzazioni sono state in realtà finalizzate a rendere vani i principi posti a tutela delle regole per il conferimento, la revoca e la durata degli incarichi dirigenziali (vedi la sentenza che ha obbligato il reintegro del Direttore del Dipartimento Turismo e Cultura)”.

Non solo. “E’ sempre mancata trasparenza e chiarezza sul conferimento degli incarichi dirigenziali”, l'affondo. “Fra gli stessi responsabili di vertice della amministrazione regionale c’è stato un continuo avvicendamento (forse il presidente D’Alfonso è stato poco bravo o poco accorto nello scegliere fin dall’inizio) con inevitabili negative ripercussioni sulla macchina organizzativa”.

Il sindacato ha più volte denunciato i procedimenti adottati dall’amministrazione regionale per il conferimento e la revoca degli incarichi dirigenziali che appaiono per molti versi lacunosi e viziati; è ancora aperto di fronte al Tar il giudizio che la Direr ha proposto sul bando per gli incarichi dirigenziali esterni, la così detta white-list compilata all’inizio della legislatura che tanti danni ha già prodotto. La classe dirigenziale interna è stata per molti versi umiliata nella professionalità e messa da parte senza motivo, a favore di un mal riposta maggiore fiduciarietà/capacità esterna”.

In ordine di tempo si richiama il recente provvedimento del giudice del lavoro con il quale è stato riconosciuto ad un dirigente regionale interno il risarcimento del danno per mancato conferimento di un incarico direttoriale a seguito della procedura selettiva indetta dalla Regione, ragion per cui si rimarca lo sconcerto per una gestione incerta ed opaca sulle nomine dei dirigenti apicali dell’Ente che getta lunghe ombre anche in relazione agli incarichi ancora da conferire. Ciò che lascia perplessi è la motivazione della 'riapertura dei termini', consistente in una 'nota di precisazione' del Presidente che andrebbe a chiarire i requisiti richiesti ai fini della partecipazione alla procedura selettiva, ossia la “non cumulatività” degli stessi, ma la alternatività”.

Fermo restando che l’intervento del Presidente della Giunta, in una procedura tecnica Direttoriale, desta dubbi e perplessità rappresentando una evidente menomazione del principio della separazione tra indirizzo politico ed attività gestionale. “Nello specifico già i bandi a suo tempo divulgati, per come formulati, non sembra necessitino di chiarimenti e/o precisazioni, dal momento che non è stato fatto altro che riportare il contenuto della norma regionale che utilizza la disgiuntiva 'ovvero'. Tra l’altro, sono passati ben quasi cinque mesi per cui appare del tutto irrituale una riapertura dei termini, a maggior ragione se non suffragata da una valida motivazione. Dunque sarebbe corretto aprire un nuovo avviso, dopo aver chiuso il precedente dichiarando, di fatto, che non sono stati rinvenuti candidati 'idonei'… O forse è proprio questo che non si vuole attestare, per non rischiare ulteriore contenzioso già perdente in partenza vista anche la recente pronuncia del Giudice del Lavoro”.

Si gioca sui termini e si cerca una interpretazione che prescinde dalle concrete esperienze di lavoro ai fini del conferimento degli incarichi dirigenziali a soggetti esterni cosa che contrasta con la giurisprudenza consolidata della magistratura contabile e della stessa Corte Costituzionale (come desumibile anche dalla sentenza n. 251 del 2016 ) secondo la quale i requisiti per partecipare ad avvisi per il conferimento di incarichi dirigenziali devono essere posseduti tutti in modo cumulativo in caso di particolare specializzazione professionale, culturale e scientifica. E se anche la nostra Legge Regionale utilizza la disgiuntiva “ovvero”, la norma ora va letta in conformità a quanto previsto dalle vigenti disposizioni di cui al D.Lgs. 165/2001 e ss.mm.e ii”.

Evidentemente tutto questo non può che essere causa per ulteriori contenziosi oltre a quelli già in corso ovvero conclusi. “Le procedure vanno poi separate e prima di procedere con l’esterno l’ente deve effettivamente accertare che non ci siano dirigenti interni disponibili ad effettuare i medesimi servizi. In ogni caso prima di nuovi ingressi esterni il sindacato chiede lo scorrimento delle graduatorie vigenti che presentano idonee professionalità”.

C’è qualcosa che non funziona e che non ha funzionato gestione della dirigenza della Regione voluta dal Presidente D’Alfonso e le pronunce dei giudici che fanno giustizia sulla questione degli incarichi sono comunque indice di una mala gestione. “Direr, che ora costituisce un Dipartimento del nuovo soggetto sindacale Fedirets, ritiene indispensabile riaffermare il ruolo e l’identità di una classe dirigente a cui va restituito interamente il suo delicato ruolo gestionale e che ha assolutamente bisogno di pieno riconoscimento della sua autonomia e delle sue competenze specifiche irrinunciabili. Per il conferimento degli incarichi dirigenziali vanno previste procedure chiare, trasparenti e pubbliche, basate su una valutazione comparativa e motivazione della scelta che deve riferirsi alla preparazione tecnico-specialistica e gestionale documentata dal curriculum del dirigente”.

“Qualsiasi diverso procedimento vedrà il sindacato schierato a fianco ed a sostegno dei dirigenti che vorranno chiedere giustizia di fronte alla magistratura per l’ennesima illegittimità”.

Ultima modifica il Martedì, 24 Aprile 2018 14:30

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