Giovedì, 10 Maggio 2018 16:15

Valle Peligna: l'incredibile vicenda del ristorante isolato per la chiusura delle strade d'accesso. Si lavora a soluzione, Mazzocca: "Colpa di qualche burocrate"

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La vicenda che sta vivendo Francesco De Chellis, giovane proprietario di un ristorante sito a Pacentro, in località Fonte Romana, "ci spinge a credere che la Valle Peligna non sia un luogo per giovani (e non solo)".

A raccontare la storia di Francesco che, dopo essersi laureato e aver maturato esperienze lavorative fuori dalla Valle Peligna, "ha fatto una scelta coraggiosa, quella di sviluppare e radicare la propria vita nella sua terra d’origine, è il collettivo Altrementi della Valle Peligna. "Il giovane ristoratore, come tanti altri ragazzi, ha cercato di mutare la frustrazione – derivante dalle condizioni in cui è intrappolato il territorio peligno e dalla difficoltà di trovare un lavoro gratificante che dia senso e ossigeno alla propria esistenza – in azioni costruttive. Ha deciso di cercare vicino alla sua Pacentro il percorso verso un’occupazione dignitosa, avviando un’attività di ristorazione sostenibile e poco impattante, che valorizza una struttura preesistente, nel duro contesto dell’Abruzzo interno e montano. Nonostante ciò, Francesco ha scoperto, il 24 aprile, che ogni strada d’accesso alla sua attività era stata sbarrata senza preavviso. Che i suoi clienti non potevano più raggiungere un ristorante che avevano già prenotato da tempo. Che questo diventava accessibile solo a piedi o in elicottero. E che, d’improvviso, lui e i suoi collaboratori si ritrovavano nell’impossibilità di continuare un progetto in cui avevano investito energie e speranze".

In effetti, la struttura di Fonte Romana non è più raggiungibile, chiuse per dissesto sia la Strada regionale 487 - con dei blocchi di cemento - che la Strada provinciale 54, le arterie che, da due versanti, conducevano al ristorante. "Francesco ha deciso allora di iniziare uno sciopero della fame fino al momento in cui sarà certo che la strada verso Fonte Romana sia riaperta. È una vicenda, quella di Francesco - denuncia il collettivo Altementi - che racconta della malagestione, dell’incuria e dell’abbandono totale in cui versano le aree interne, periferiche e di montagna: la Provincia, svuotata negli anni di risorse, ha smesso di preoccuparsi delle condizioni in cui versano le strade che utilizzano tutti i giorni i suoi abitanti; la Regione, presa dalle luci della ribalta di un Masterplan fatto di grandi opere e impianti di risalita, se ne infischia delle condizioni in cui versano le piccole infrastrutture che fanno la qualità quotidiana delle nostre esistenze".

La Valle Peligna si ritrova strozzata dalla mancanza di solidarietà tra le istituzioni locali. "A quest’ultimo riguardo basta osservare un dato", sottolineano gli attivisti: "l’altroieri, durante la contestazione contro la chiusura della strada regionale 487 e della provinciale 54, erano assenti diversi rappresentanti istituzionali della Valle Peligna. Il Sindaco di Sulmona, ad esempio, non c’era. L’Assessore regionale alle aree interne? Non pervenuto. Il comprensorio peligno non è, dunque, un paese per giovani (e non solo). Ma non a causa dei suoi giovani, troppo spesso additati ingiustamente come fannulloni: la Valle Peligna non è un paese per giovani a causa di una politica latitante, presente solo per le sfilate davanti alle telecamere. Una politica che non gioca più il suo ruolo, che scarica troppo spesso le scelte politiche sui funzionari/dirigenti amministrativi (come nel caso della Biblioteca regionale del Centro Servizi Culturali di Sulmona). Una politica che ha scelto la via della spoliazione dei servizi essenziali (come le tristi vicende del Tribunale e dell’Ospedale peligni – e non solo peligni – dimostrano)".

 

Il sopralluogo della Provincia: per riaprire le strade serve un controllo che l'Ente non può assolvere. C'è l'impegno delle amministrazioni di Pacentro e Campo di Giove: riapertura in tempi brevi

Sul posto, si è tenuto ieri - 9 maggio - un sopralluogo della Provincia per verificare le condizioni delle carrabili e i provvedimenti da adottare. Erano presenti il Presidente della Provincia dell'Aquila Angelo Caruso, il consigliere delegato alla viabilità Mauro Tirabassi, l'ing. Francesco Bonanni e l'ing. Monica Cirasa per il settore viabilità della Provincia, per la Regione Abruzzo l'ing. Giancarlo Misantoni, l'arch. Gilberto Di Giorgio con l'interessamento del sottosegretario della Regione Mario Mazzocca, per il Comune di Pacentro il sindaco Guido Angelilli e per il comune di Campo di Giove il vice sindaco Stefano Di Mascio. "La strada regionale 487, come la SP 54 - ha tenuto a chiarire Caruso - è stata interessata, nel corso degli ultimi anni, da numerosi cedimenti a causa di frane e massi che hanno invaso la carreggiata, costringendo il dirigente a emettere ordinanze di chiusura (n. 9 dell'11/03/2014 e n. 54 del 28/09/2014 e l'ultima n. 19 del 24/04/2018)".

Ebbene, non si è potuto far altro che constatare le criticità, consistenti - è stato spiegato - "in un diffuso dissesto del manto stradale, con la presenza di diversi punti franosi caratterizzati anche da caduta massi".

Il Presidente della Provincia dell'Aquila Angelo Caruso ha raccolto dalle comunità l'esigenza di una riapertura immediata dei tratti inibiti al traffico. In questo senso, ha informato che sono stati già programmati e appaltati, nel tratto di strada regionale Caramanico Terme Km 44+030, lavori per un importo di 632 mila euro, spiegando, altresì, come siano necessarie opere ulteriori per l'eliminazione delle criticità rilevate durante il sopralluogo, con un ulteriore investimento che dovrà essere sostenuto, auspicabilmente, dal competente settore regionale della difesa del suolo. In ogni caso, per una immediata riapertura delle strade, Caruso ha concordato che tale richiesta possa essere accolta unicamente con lo svolgimento di una attività di controllo e gestione puntuale e continua della viabilità, che non potrà essere assolta dalla Provincia. A tal proposito il sindaco di Pacentro Guido Angelilli e il vice sindaco di Campo di Giove Stefano di Mascio, preso atto di quanto rappresentato, nonostante le conclamate difficoltà economiche e la ristrettezza del personale, "si sono resi pienamente disponibili a collaborare alle attività di controllo e gestione puntuale e continua della viabilità, che verrà svolta nelle modalità e nei tempi che saranno concordati dai competenti organi tecnici della provincia e dei comuni. 

Insomma, le strade dovrebbero essere riaperte "in tempi brevi".

 

Mazzocca: "L'apposizione di blocchi di cemento rasenta l'assurdità. La responsabilità è di qualche burocrate"

Al sopralluogo, come detto, ha partecipato anche il sottosegretario di Regione Abruzzo, Mario Mazzocca. "Pur in assenza di specifiche competenze regionali sulla materia, quale ex Sindaco e cittadino di una comunità montana limitrofa, non potevo esimermi da un simile impegno, che anzi mi ha sollecitato ad intervenire sul tema con toni perentori dando così risposta pubblica alle tante telefonate che mi sono arrivate da parte di cittadini inferociti e preoccupati per la situazione", le sue parole.

Il Presidente Caruso, il Sindaco Angelilli e l’Ing. Misantoni, che ringrazio per lo spirito collaborativo mostrato, mi hanno comunicato la positiva soluzione della vicenda che consentirà la riapertura del tratto stradale in tempi brevi. "L’apposizione di blocchi di cemento – ha sottolineato Mazzocca – in un tratto stradale fondamentale per la zona rasenta l’assurdità. L’isolamento preventivo e scriteriato porta al repentino degrado delle attività commerciali, produttive e turistiche del territorio, le quali assorbono buona parte della forza lavoro attiva dell’area creando reddito e dignità per le popolazioni locali. Viste le difficoltà in cui versano le Province, complice una scelta scellerata, la Regione Abruzzo ha ripetutamente sopperito alla mancanza del governo centrale provvedendo a più riprese a stanziare fondi cospicui per il ripristino di condizioni viarie accettabili della rete provinciale. Tuttavia, l’atteggiamento noncurante e asettico di una certa burocrazia linciante sta creando esasperazione e sconcerto. Siamo in piena stagione primaverile, proprio quando è prevista l’intensificazione dei flussi turistici della zona. E come può, la comunità, presentarsi con tale cartolina d’ingresso? Cosa diremo poi agli albergatori, ai ristoratori e a chi ha preferito rimanere piuttosto che migrare, investendo la propria esistenza a favore della sopravvivenza della cultura montana che gran parte d’Italia ci invidia?".

Proprio ieri – ha aggiunto il Sottosegretario – "sono stato ricevuto dai vertici ANAS regionali per contribuire allo spedito trasferimento della titolarità di questa ed altre arterie dalle Province; recentemente, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che consentirà, una volta sottoscritti i relativi atti convenzionali, al materiale passaggio ad ANAS della relativa rete stradale nelle prossime settimane. Ma una cosa va detta con chiarezza: la responsabilità stavolta non è della politica ma di qualche burocrate che ha deciso per tutti e contro tutti, confutando nei fatti tutta la teoria di Max Weber sulla bontà di questo strumento. Anzi inizio a convincermi ora dopo ora che la radice di molti mali in Italia sia proprio dovuta a questi orientamenti che trovano nella legge Bassanini la più alta espressione e legittimazione dello strumento tecnico rispetto al dialogo politico. Seguirò direttamente la vicenda e solleciterò tutti sulla questione, che va risolta in fretta. Di isolamento si muore e nemmeno lentamente. Lunga vita alle comunità della montagna abruzzese e ai suoi abitanti resilienti".

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