Trenta lavoratori della cooperativa sociale Leonardo sono senza stipendio da mesi perché la Regione Abruzzo non ha ancora trasferito alla Comunità montana sirentina, da cui la cooperativa dipende, i soldi necessari allo svolgimento delle attività di assistenza alla persona.
A denunciarlo, in una nota, sono i segretari della Funzione pubblica della Cgil della provincia dell’Aquila, Anthony Pasqualone e Francesco Marrelli.
La nota completa
E’ stato esperito nei giorni scorsi, in sede prefettizia, il tentativo di conciliazione a seguito della proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori della Cooperativa Sociale Leonardo, che svolge servizi socio educativi assistenziali presso l'ambito di competenza della Comunità Montana Sirentina,
Un tentativo che si è concluso con esito negativo.
Nel corso della riunione, a cui la Regione Abruzzo ha deciso di non partecipare dimostrando scarsa sensibilità nei confronti di chi garantisce servizi pubblici essenziali, è emerso che la problematica complessiva è riconducibile ai mancati trasferimenti dei fondi regionali e nazionali per le politiche sociali finalizzati al sostegno delle attività socio-assistenziali (Piano di zona, Piano locale per la non Autosufficienza e Servizi integrativi per la prima infanzia), tant’è che la stessa Comunità montana Sirentina ha dichiarato che, a causa dei mancati trasferimenti delle risorse da parte della Regione Abruzzo, la stessa Comunità montana viene a trovarsi nell’oggettiva difficoltà di adempiere al pagamento dei servizi svolti dalla Cooperativa sociale Leonardo, che vanterebbe un credito, a detta della stessa cooperativa, di oltre 500.000 euro.
Tale situazione si ripercuote inevitabilmente a discapito delle circa 30 lavoratrici e lavoratori della cooperativa sociale, che non percepiscono lo stipendio dal mese di gennaio 2018. Nonostante tutto le maestranze hanno continuato ad assicurare con costanza, grande senso di responsabilità ed enormi sacrifici, soprattutto economici, la continuità dei servizi definiti nel piano, anticipando le spese necessarie per gli spostamenti nei paesi del comprensorio di riferimento che si presenta, tra l’altro, di non facile accessibilità, soprattutto nei mesi invernali.
Tutto ciò al fine di non penalizzare gli utenti finali, che hanno il diritto di vedersi garantita una prestazione essenziale per la cura e la salvaguardia della vita. Si fa riferimento alle vere aree interne della Regione Abruzzo e a quella fetta di popolazione che ha deciso di continuare a vivere in queste zone. Tanti sono i disagi legati a tale scelta, solo parzialmente alleviati dai servizi prestati dai lavoratori che continuano a garantire le attività assistenziali con lo scopo, non ultimo, di rallentarne una condizione di inesorabile spopolamento.
Inoltre corre l’obbligo sottolineare che la stessa Regione Abruzzo deve ancora ricevere dal Fondo nazionale per la Non Autosufficienza relativo all’anno 2017 una quota di circa 10 milioni che dovevano essere ripartiti per tutti gli enti d’ambito regionali, che hanno già svolto i servizi alla persona, con una ulteriore incertezza rispetto ai fondi relativi all’annualità 2018 dei quali non si hanno notizie.
La Fp della provincia dell’Aquila, in questo desolante quadro, interverrà in tutte le sedi opportune al fine di far corrispondere quanto dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori per il lavoro svolto ed al fine di non compromettere la continuità dei servizi rivolti alle fasce più deboli e disagiate dei nostri territori.