Martedì, 29 Maggio 2018 11:00

Case popolari di San Gregorio, braccio di ferro tra amministrazione e inquilini

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"Chiediamo una rimodulazione del masterplan da 16 milioni di euro approvato dalla vecchia giunta Cialente, finalizzata a ridimensionare la portata degli interventi realizzando sostanziali economie ed evitando ulteriori disagi e stress psicologici agli affittuari".

L'hanno ribadito gli abitanti del complesso di edilizia residenziale pubblica di San Gregorio, riuniti nel 'Comitato per la riqualificazione e la ricostruzione'. Ieri sera, in una conferenza stampa organizzata dal portavoce Antonio Perrotti è stato chiarito che, se l'amministrazione Biondi dovesse procedere nel verso indicato dalla precedente Giunta, verranno istruiti ricorsi alla Corte dei Conti e finanche alla Corte europea per i diritti umani avverso "le violazioni urbanistiche e procedurali, i tempi dilatori e lo sperpero di denaro pubblico". 

Un passo indietro.

Poco più di un anno fa, una ventina di famiglie avevano presentato ricorso avverso l'ordinanza di sgombero firmata dal Comune dell'Aquila a valle dei controlli d'agibilità eseguiti su alcune palazzine del quartiere dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, classificate A e B a seguito del sisma 2009; le verifiche avevano fatto emergere criticità, a fronte delle quali l'amministrazione aveva deciso di evacuare alcuni edifici e di spostare i residenti-assegnatari in alloggi del progetto Case in attesa della piena attuazione del masterplan di riqualificazione del comparto immobiliare approvato in Giunta. L'ordinanza venne impugnata e lo sgombero non venne mai effettuato. Stando ai residenti, le palazzine non avevano danni strutturali ma solo lesioni superficiali, risalenti al terremoto 2009, mai riparate, e che necessitavano, tuttavia, d'interventi minimi. Ebbene, il ricorso non è stato ancora discusso nel merito: tuttavia, il Tar non ha inteso concedere la sospensiva del provvedimento assunto dall'Ente, decisione impugnata dai ricorrenti innanzi al Consiglio di Stato che, però, non ha accolto la richiesta. 

Dunque, l'attuale amministrazione guidata da Pierluigi Biondi ha disposto un'ulteriore valutazione della inagibilità degli alloggi e, a seguito delle verifiche ha reiterato la proposta di trasferire le famiglie in un alloggio del progetto Case: due nuclei familiari hanno accettato, altri 18, invece, restano fermi sulle loro posizioni. Non intendono lasciare San Gregorio. E contestano la perizia istruita. "Non possiamo che dare atto della prima sostanziale considerazione sulla 'permanenza di una sensibile situazione di degrado igienico sanitario dovuto all’ammasso di rifiuti posti al di sotto del blocco B che non risulta isolato ed interdetto al passaggio' e sottolineare che la stessa deriva da un completo e pluriennale disinteresse dell'amministrazione comunale che, fin dall’inizio, si è limitata a installare labili recinzioni e che, irresponsabilmente, non ha provveduto alla demolizione mirata della parte a valle del giunto del blocco B", si legge nelle controdeduzioni dei comitati inviate al dirigente del settore ricostruzione beni pubblici del Comune, al sindaco Biondi, al presidente dell'Ordine degli ingegneri, all'Usra, al Genio civile, alla Protezione civile.

Per quanto riguarda invece il rischio di caduta delle pannellature sulle vie interne, il Comitato fa presente che "le stesse sono state realizzate con materiali leggeri (tipo sicorex) e che le strutture portanti svolgono anche una funzione di controventamento nei confronti dei pilastri alti almeno 6 metri; va poi sottolineato che i due eventi sismici (2009 e 2016) non le hanno danneggiate più di tanto: infatti, non presentano che qualche crepa e non interferiscono con gli alloggi ancora oggi classificabili in categoria A". Il comitato precisa, inoltre, che per tali pannellature, esterne alle abitazioni, "tutti i residenti hanno comunque da tempo proposto il recupero statico facendosi carico delle spese".

In sostanza, sostengono gli inquilini, questa relazione ribadisce sostanzialmente la permanenza dell’iniziale stato di danno di cui alle schede AEDES (classificazione degli alloggi A e B) e la conseguente agibilità degli alloggi con la sola eccezione del blocco B per il quale, per la parte a valle del giunto, anche il Comitato auspica una pronta demolizione. Ed è notizia di questi minuti che i lavori d'abbattimento sono stati affidati all'associazione temporanea di imprese composta dalle ditte Todima srl e Panone srl; sono in fase di ultimazione le opere di predisposizione del cantiere che partirà entro la prossima settimana. "Verrà demolito il blocco di alloggi che risulta inagibile, quindi con esito E, dal terremoto del 2009", ha spiegato il sindaco, Pierluigi Biondi.

Gli assegnatari ribadiscono, altresì, come il degrado igienico sanitario, con particolare riferimento alla rete fognante (che perdura da 30 anni), "può essere affrontato con interventi esterni senza interferire con gli alloggi abitati". Insomma, si potrebbero operare degli interventi in economia, per restituire la piena agibilità e il decoro al complesso di San Gregorio, senza spendere i 16 milioni di euro previsti nel masterplan.

Tra l'altro, gli inquilini si sono detti disponibili a pagare gli affitti, passati e futuri; dal terremoto del 2009 ad oggi, infatti, gli assegnatari non hanno versato il dovuto all'Ente che, d'altra parte, avrebbe dovuto svolgere i lavori previsti sugli alloggi A e B entro i primi mesi che seguirono al sisma, come accaduto per gli altri cittadini del cratere. Va anche detto che, in questi anni, i residenti hanno cambiato idea più volte, arrivando a praticare lo sciopero fiscale (la sospensione del pagamento dei canoni di affitto) per protestare contro il Comune, che aveva deciso di continuare a far vivere intere famiglie in edifici che avevano denunciato fossero "non sicuri".

Di piroetta in piroetta, siamo arrivati alla situazione attuale, che vede i residenti opporsi a qualsiasi ipotesi di sgombero e al progetto di riqualificazione approvato dalla giunta Cialente, il masterplan da 16 milioni di euro che prevede, in sostanza, l'abbattiamento e la ricostruzione dell'intero quartiere con la realizzazione di nuove palazzine, nuove strade, nuovi impianti fognari e nuovi servizi, condiviso, evidentemente, dalla maggioranza di centrodestra. "Un programma dispendioso e dilatorio" protesta il comitato "che probabilmente si tradurrà in una vera e propria espulsione degli attuali assegnatari".

L'alternativa presentata è una proposta che si basa su una serie di interventi mirati, "chirurgici", che non prevedono l'abbattimento di tutto il complesso ma solo quello delle due palazzine attualmente inagibili e a rischio crollo. Quanto al resto, i residenti chiedono il rifacimento in tempi brevi di tutti gli altri alloggi; la realizzazione di un nuovo sistema fognario e di una nuova viabilità; la sistemazione delle aree verdi; la riqualificazione della piazzetta dove si trovano il bar e il forno di San Gregorio, diventato un vero e proprio polo commerciale in barba alla destinazione d'uso prevista dal piano regolatore. Costi previsti: 5 milioni di euro. Nel frattempo, stop agli sgomberi e agli "atteggiamenti decisori" ostentati, dice il comitato, anche dal sindaco Biondi. 

Ultima modifica il Martedì, 29 Maggio 2018 19:11

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