Lunedì, 04 Giugno 2018 23:46

Locali: rischio multe, permessi lumaca e soldi Fare Centro mai arrivati

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“Sono venuti i vigili e un ispettore della Asl e hanno ispezionato il locale. Non mi hanno fatto multe né diffide, mi hanno rilasciato soltanto un verbale di servizio, avvisandomi, però, del rischio sanzioni che avrei corso, per via della famosa ordinanza sull’esposizione di frutta e verdura sui marciapiedi, se avessi iniziato a somministrare cibo e bevande all’esterno”.

A parlare – chiedendo di rimanere nell’anonimato, anche per via del clima pesante che si è venuto a creare nelle ultime 48 ore - è il titolare di un noto locale del centro storico dell’Aquila, che conferma, dunque, quanto questo giornale e il quotidiano Il Centro hanno raccontato a proposito degli effetti perversi che l’ordinanza sugli ortofrutta sta generando per via di un’interpretazione troppo rigida datale dalla polizia municipale.

Altro che non notizia, insomma, come ha ripetuto, ieri, di nuovo, il sindaco Pierluigi Biondi, questa volta in una nota congiunta firmata insieme agli assessori Carla Mannetti e Alessandro Piccinini (quest’ultimo, però, aveva inizialmente confermato la notizia).

Ricapitoliamo, per chiarezza: i vigili urbani non hanno comminato né ammende né diffide (nessuno, del resto, aveva mai scritto una cosa del genere). Quel che hanno fatto è stato avvisare informalmente alcuni esercenti sul pericolo contravvenzioni in cui sarebbero potuti incappare qualora avessero iniziato il servizio all’aperto, in nome dell’ordinanza che ha imposto il divieto di esposizione di frutta e verdura sul suolo pubblico (ma anche sul suolo privato purché soggetto al pubblico passaggio).

Dopo essere stati messi sul chi va là dai vigili, alcuni proprietari hanno deciso, nel dubbio, di non tirare fuori sedie, tavolini e gazebo, in attesa di ricevere dall’amministrazione comunicazioni chiare e inequivocabili.

D'altro canto, dicono altri commercianti, sempre dietro la garanzia dell'anonimato, sulla concessione delle autorizzazioni per l'occupazione di suolo pubblico il Comunesi sta comportando in maniera dilatoria e confusionaria.

Le richieste sono state presentate a marzo ma ad oggi non c'è stata ancora nessuna risposta. Risultato? Coloro che non sono titolari di convenzioni pluriennali ma hanno iniziato comunque, complice l'arrivo dell'estate, a effettuare il servizio all'aperto, lo stanno facendo senza permesso, a loro rischio e pericolo.

Una situazione particolare riguarda, poi, i proprietari dei locali su via Garibaldi e piazza Chiarino, il cuore di quel poco di vita notturna che è tornata in centro storico.

Sembra, infatti, che la possibilità di sistemare all'esterno tavoli e gazebo sia vincolata alla pedonalizzazione notturna dell'area. Ma, anche in questo caso, le lungaggini burocratiche e i rimpalli decisionali tra i vari uffici stanno tenendo tutto fermo da settimane e una decisione non è ancora stata presa.

Ultimo ma non ultimo, ad aumentare il clima di incertezza della categoria, ci sono i ritardi nei pagamenti relativi alla linea A del bando Fare Centro.

A inizio maggio, ai titolari delle attività entrate in graduatoria è arrivata una pec dalla Regione che li avvisava che si era “provveduto alla liquidazione e al pagamento a titolo di saldo del contributo richiesto”.

Peccato che quei soldi non siano ancora arrivati.

I soliti bizantinismi della burocrazia hanno fermato tutto, sembra addirittura che quando la Ragioneria della Regione sia andata a predisporre i trasferimenti non abbia trovato più le poste di bilancio dedicate, tanto che la giunta, nei prossimi giorni, dovrà intervenire per rimettere quei soldi al loro posto.

Passeranno, insomma, ben che vada, altre due settimane, ma forse anche di più. Nel frattempo, decine di attività, professionali e commerciali, che si erano esposte economicamnte e che avevano dovuto anticipare di tasca proprie decine di migliaia di euro di investimenti, continuano a aspettare, tra frustrazione e ansia per il futuro.

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