Martedì, 05 Giugno 2018 14:29

Indennità di rischio a Guardie mediche, Febbo: "L'argomento tornerà all'esame della Commissione vigilanza"

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"Sulla vicenda relativa alla sospensione e alla restituzione delle indennità di rischio ai dottori delle Guardie mediche l'assessore Paolucci assume un atteggiamento politico camaleontico, addirittura oggi esprime un pensiero e una posizione diametralmente opposti a quanto sostenuto con arroganza e superbia fino a ieri".

E' quanto dichiara il Consigliere regionale Mauro Febbo.

La vicenda, lo ricordiamo, riguarda la sospensione, da parte della Regione, dell'erogazione delle indennità di rischio ai dottori delle Guardie mediche e la contestuale richiesta del recupero delle somme percepite dagli stessi negli ultimi dieci anni (circa 70mila per ogni medico). Alla base della discussa decisione del governo regionale, una richiesta di spiegazione avanzata dalla Corte dei Conti, che aveva sollevato dubbi circa la legittimità dell'erogazione di tali somme. Ne seguì una vertenza, avviata a luglio dello scorso anno dai sindacati, che, in un primo momento, aveva convinto la Regione a sospendere il recupero delle somme erogate dal 2006 in attesa della sentenza dei giudici. Tuttavia di fronte a una nuova richiesta della Procura della Corte dei Conti, la Regione fece un passo indietro e tornò a incalzare le Asl affinché procedessero alla riscossione.

Qualche giorno fa, finalmente, la sentenza favorevole ai medici di guardia da parte del giudice del Lavoro del Tribunale di Chieti, che ha stabilito la legittimità dell'accordo regionale del 2006 che stabiliva il riconoscimento delle indennità di rischio di 4 euro l'ora aggiuntive.

"Dopo un anno – sottolinea Febbo - il duo Paolucci e D'Alfonso, si accorge del grande pasticcio creato e del danno arrecato a centinaia di medici di guardia chiamati a restituire ingenti somme, senza tener conto che le stesse sono state legittimamente erogate negli anni dalle Asl e regolarmente assoggettate a tassazione".

"Infatti, questa tematica tornerà domani di nuovo all'esame della Commissione vigilanza – spiega Febbo - per ribadire da una parte la legittimità del diritto acquisito da parte dei medici e dall'altra il pasticcio creato da Paolucci che da subito si è arroccato su una posizione di chiusura senza sentire le ragioni di medici e sindacati, a differenza di quanto deciso nelle altre regioni. E' paradossale come, solo adesso, all'indomani della sentenza favorevole da parte del Giudice del Lavoro, si voglia trovare una strada percorribile che possa accogliere le ragioni dei medici e sospendere il recupero delle indennità, quando il 19 settembre scorso non si è dato seguito alla risoluzione approvata all'unanimità in quinta Commissione mentre in Consiglio regionale che andava proprio incontro alle richieste avanzate dai sanitari al fine di sospendere le procedure di recupero".

"Ricordo, inoltre, che avevo inutilmente fatto osservare in tutti i tavoli di confronto, e durante il Consiglio regionale, come la Regione avesse intrapreso una strada illegittima, frettolosa e incoerente mentre altre Regioni avevano assunto atteggiamenti più cauti e azioni meno dannose nei confronti dei dottori che hanno percepito l'indennità dopo aver siglato più di dieci fa un preciso accordo con la ASL. Purtroppo - prosegue Febbo- questo è il risultato di anni di mal governo regionale nel corso dei quali sono mancati il confronto, la condivisione e l'istituzione di tavoli tematici su argomenti importanti e vitali per la Regione Abruzzo come la sanità".

"Domani, a partire dalle 10 a L'Aquila, in Commissione Vigilanza oltre al tema delle Guardie mediche verranno affrontati altri due punti fondamentali inerenti la situazione dell'Ospedale di Atessa e quello di Guardiagrele.

"Su entrambe le strutture – conclude Febbo - è urgente attivare, preso i Ministeri e il Tavolo di Monitoraggio, tutte le opportune procedure per riconvertire i presidi ospedalieri quantomeno in Ospedali di area Disagiata. Passaggio fondamentale per evitare che le aree interne della Provincia di Chieti rimangano senza le adeguate strutture sanitarie"

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