Dopo lunghi mesi di lavoro, questa mattina sarà liberata dall’impalcatura la facciata della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, meglio nota come la Chiesa del Cimitero: tornano così visibili, nell’originario splendore, la peculiare scansione lineare della bicromia rossa e bianca della facciata, l’imponenza del rosone e l’elegante portale lapideo finemente scolpito, che richiama tipologicamente altri edifici monumentali aquilani.
Santa Maria del Soccorso e l’annesso convento rivestono un notevole interesse culturale quali preziosa espressione architettonica e artistica tardo-quattrocentesca della cultura dell’Ordine degli Olivetani e testimonianza delle correlazioni tra l’ambiente toscano e quello aquilano, impersonate all’epoca dalla figura di San Bernardino da Siena. I significativi danni prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 hanno richiesto un impegnativo lavoro di restauro, ormai in avanzata fase di realizzazione, la cui conclusione è prevista entro il prossimo autunno.
“Sono particolarmente lieto che un'altra tappa nel lungo e complesso processo di graduale riconsegna del grande patrimonio culturale aquilano ai cittadini e al mondo sia compiuta. – dichiara con soddisfazione il Segretario Regionale Stefano D’Amico –. Questo permetterà a tutti di apprezzare nuovamente l'eleganza e le peculiarità della facciata della Chiesa all'interno del panorama architettonico ecclesiastico cittadino, ma anche di cogliere la cura e la dedizione con cui il lavoro è condotto. Mi rallegro, quindi, per l'ennesima prova di alta professionalità con la dottoressa Colasacco e l'architetto De Vitis per l'impeccabile conduzione dei lavori dal punto di vista, rispettivamente, storico-artistico e architettonico, nonché con l'architetto Garofalo, che segue con la consueta cura l'intero procedimento. È evidente che risultati come questi nascano dall'intima collaborazione tra le strutture regionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; ringrazio quindi il personale del Segretariato regionale e la Soprintendenza dell'Aquila e cratere per l'efficace sinergia in atto ed auspico vivamente che la conclusione dei lavori possa rispettare la scadenza prevista”.
"Con la chiesa di S. Maria del Soccorso torna al pieno godimento un'altra parte importante del patrimonio culturale cittadino – dichiara la Soprintendente Alessandra Vittorini –. Un luogo dal forte valore simbolico, che rappresenta anche una importante traccia delle numerose e diverse presenze monastiche all'Aquila, in questo caso di provenienza toscano-senese, nel solco della presenza di San Benedetto. L'originale e insolito gioco cromatico dei ricorsi bianco-rosati in facciata e la ricca decorazione degli elementi scolpiti del rosone e del portale, sapientemente restaurati nei minimi dettagli, con il pieno recupero delle coloriture originali, restituiscono pregio e valore ad un luogo di particolare fascino, tutto da riscoprire, e che presto tornerà ad offrirsi alla visita anche nei sobri e suggestivi spazi interni. Un altro importante passo dell'intenso percorso che ha visto la costante collaborazione del Segretariato regionale e della Soprintendenza nell'appassionante lavoro di recupero e nella restituzione alla città dei suoi luoghi più belli".
“Bellezza e sicurezza possono essere protagoniste della ricostruzione, attraverso modelli innovativi che per la prima volta si stanno sperimentando in questa città - dichiara il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi – La facciata della chiesa di Santa Maria del Soccorso è un esempio di questa esperienza unica di cui L’Aquila è, e continuerà ad essere, protagonista ancora a lungo, e un momento di riconquista e scoperta del territorio".
L’intervento, gestito dal Segretariato Regionale MiBACT per l’Abruzzo, con la collaborazione della Soprintendenza ABAP per l’Aquila e i Comuni del cratere, è stato seguito dal RUP architetto Antonello Garofalo e diretto dall’architetto Franco De Vitis per gli aspetti architettonici e dalla dottoressa Biancamaria Colasacco per quelli artistici.
La sollecitazione sismica del 2009 aveva prodotto anche sulla facciata importanti dissesti e lesioni strutturali attivando preoccupanti cinematismi nelle murature, su cui si è intervenuti senza alterare la percezione visiva del prospetto, con evidenti ripercussioni sui conci del paramento ed evidenti distacchi di porzioni di modellato nella cornice del rosone e dei marcapiano e lungo le colonne tortili ed i capitelli del portale.
Il restauro ha evidenziato come anche prima del sisma lo stato di conservazione della pietra era stato fortemente compromesso per forme di degrado correlabili con la natura e la tipologia del materiale lapideo utilizzato. La“breccia rossa”, in particolare, presentava una superficie caratterizzata da micro-fratturazioni e profonde esfoliazioni prodotte nel tempo dalle sollecitazioni termo igrometriche ambientali e dagli agenti aggressivi stagionali, quali le fasi di gelo e disgelo, l’irraggiamento solare, i sali inquinanti e i prodotti di degrado dei protettivi applicati nel corso degli interventi di manutenzione.
In estrema sintesi il restauro della facciata ha richiesto grande impegno nella fase di consolidamento del materiale lapideo e di pulitura e rimozione del particellato atmosferico, delle croste nere, delle patine biologiche mediante applicazioni di impacchi chimici e biocida e finitura con azione meccanica. Sono state rimosse tutte le pregresse stuccature a cemento, estremamente dannose per le superfici originali, opportunamente sostituite da mirate integrazioni in malta a base di calce idraulica ed inerti.
Il delicato intervento di restauro e la sensibilità delle maestranze impiegate hanno restituito alla facciata della chiesa del Soccorso l’originaria qualità architettonica ed artistica che si integra perfettamente con il trattamento cromatico delle superfici laterali intonacate ed esalta l’eleganza del rosone e del portale d’ingresso.
Un ulteriore elemento di tutela e valorizzazione del prospetto scaturirà dal previsto intervento di rifacimento della pavimentazione del parvis in materiale lapideo che, integrato da un nuovo organico sistema di regimentazione delle acque meteoriche sul piazzale, concordato con l’amministrazione comunale, dovrà risolvere le problematiche di inondazione che hanno in più occasioni interessato il monumento.