“Dopo nove anni, riscontriamo per la prima volta una diminuzione del numero di lavoratori impiegati nei cantieri, riflesso di un vistoso rallentamento della ricostruzione, specie di quella pubblica”.
La denuncia viene dalla Cgil L’Aquila, dal segretario provinciale della Fillea Emanuele Verrocchi e dal segretario della Camera del Lavoro Umberto Trasatti (nella foto qui sotto).
I dati forniti dal sindacato sono quelli ufficiali provenienti dai due Uffici speciali (Usra e Usrc), dalle casse edili e dall’Osservatorio per il monitoraggio dei flussi di manodopera della Prefettura dell'Aquila.
“I numeri” afferma Umberto Trasatti “certificano un rallentamento significativo nella capacità di spesa sulla ricostruzione. Assistiamo alla pubblicazione mensile di elenchi di buoni contributo da 25/30 milioni. In un anno fanno 300 milioni. Fino a qualche tempo fa questa capacità di spesa era di 1 miliardo. Prima spendevamo dai 100 ai 120 milioni al mese, adesso siamo a un livello nettamente inferiore”.
Per Trasatti non sta in piedi la spiegazione data più volte dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, secondo il quale il calo del tiraggio sarebbe fisiologico per via del fatto che si è passati dai grandi aggregati dell'Asse centrale ai piccoli aggregati dei centri storici delle frazioni.
“I grandi aggregati non si trovano solo nel centro storico dell’Aquila” obietta Trasatti. Come si spiega allora questo rallentamento? Con lo stallo della ricostruzione pubblica. “Secondo l’Usra” spiega Emanuele Verrocchi “mentre per la ricostruzione privata siamo al 74% del ricostruito, per la pubblica siamo al 62,51%, e questo solo per il comune dell’Aquila. Nel Cratere va anche peggio: su 180 milioni di euro di progetti finanziati, ne sono stati erogati 77 milioni, il 30%”.
La vera cartina tornasole della lentezza della ricostruzione pubblica sono le scuole.
“Dopo più di nove anni” osservano Verrocchi e Trasatti “nei 56 Comuni del Cratere, per le scuole, su 202 milioni di finanziamento stanziati, ne sono stati erogati appena 69. Un vero scandalo”. E all’Aquila non va certo meglio: nonostante i 42 milioni da tempo trasferiti nelle casse del Comune, nessuna scuola, di quelle rese inagibili dal terremoto, è stata ancora ricostruita e più di 3mila 600 bambini (il 60% del totale) continua ancora ad andare a scuole nei Musp, i moduli provvisori.
I dati forniti dalle casse edili, osserva Verrocchi, dicono che “tra il primo semestre 2017 e il primo semestre 2018 ci sono 1795 lavoratori denunciati in meno, un calo del 20%. Si tratta di un crollo drammatico. E anche chi lavora, lo fa di meno, per meno ore al mese”.
Quest’ultimo fatto, spiegano Verrocchi e Trasatti, si spiega anche con il dumping contrattuale a cui ricorrono le ditte.
“Nei cantieri” afferma Trasatti “si applicano decine di contratti nazionali di lavoro che non sono quelli del settore edilizio e che sfuggono quindi ai controlli. Dai nostri accertamenti abbiamo visto che si trovano persone assunte con contratti multiservizi, metalmeccanici o da florovivaisti. E’ un problema da risolvere urgentemente, così come è da risolvere il problema del Durc on line, che, da gennaio 2017, ha sostituito il Durc per congruità. Serve al più presto un Dpcm per tornare a quest’ultimo, come del resto è stato stabilito per il nuovo Cratere”.
Il Durc per congruità, dice Verrocchi, permetteva di andare a verificare, cantiere per cantiere, l’indice di congruità per manodopera - ossia il numero di operai che si suppone debba essere presente in un cantiere in base all’importo lavori. Il Dol, invece, non prevede la verifica cantiere per cantiere ma va a controllare genericamente la regolarità dell’impresa. Questa misura, introdotta dal governo Gentiloni per sburocratizzare le procedure, ha avuto, secondo la Cgil, effetti perversi, favorendo il venirsi a creare di sacche di illegalità.
Infine, per la Cgil, va risolta, una volta per tutte, la questione dei lavoratori pubblici della filiera della ricostruzione, ovvero i dipendenti dei Comuni e degli Uffici speciali assunti dopo il terremoto con il concorsone Ripam o con contratti a tempo determinato.