Mercoledì, 08 Agosto 2018 17:37

'Periferie', Palumbo: "18mln sottratti a L'Aquila". M5S: "Polemiche strumentali"

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"Il governo del cambiamento colpisce ancora. L'ultima, solo in ordine di tempo, è lo stop in Senato al 'programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie' voluto dal governo Renzi che prevedeva investimenti per un valore complessivo di circa 4 miliardi di euro".

A dirlo è il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. Che aggiunge: "il programma era finalizzato alla realizzazione di interventi per la rigenerazione delle aree urbane degradate attraverso la promozione di progetti di miglioramento della qualità del decoro urbano, di manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione delle aree pubbliche, vedeva coinvolti città metropolitane e comuni capoluogo di provincia per un totale di 120 interventi previsti".

Ebbene, "tra questi c'era anche il Comune dell'Aquila che avrebbe beneficiato di un cofinanziamento di ben 18 milioni di euro destinato ad una serie di interventi tra cui:

  • la realizzazione di percorsi ciclopedonali pensati per favorire la mobilità in sicurezza degli studenti nelle zone di collegamento con i principali poli scolastici ed universitari;
  • una rete di centri sociali e servizi di quartiere nelle aree periferiche urbane, attraverso la ristrutturazione e il riuso di 10 scuole dismesse (Torretta, Gignano, Sant'Elia, San Sisto, Coppito, San Marco di Preturo, Menzano, Pescomaggiore, Valle Prepara, Tempera) con l'attivazione di progetti sociali finalizzati a stimolare partecipazione e aggregazione;
  • un intervento destinato alla riqualificazione edilizia, urbana e sociale del complesso Erp di San Gregorio;
  • la riconversione di alcuni insediamenti del progetto CASE di Collebrincioni, Arischia e Coppito da destinare a cooperative di giovani, ad anziani e studenti.

Il progetto denominato "Connecting City, Connecting People: ricucire le relazioni interrotte dal terremoto" e realizzato in collaborazione con ActionAid e ViviamolAq si era posizionato al 27° posto della graduatoria", ricorda Stefano Palumbo.

Nel dicembre del 2017 era stato addirittura approvato dalla Giunta lo schema di convenzione tra Comune dell'Aquila e Presidenza del Consiglio dei Ministri con il quale venivano stabiliti tempi e modalità per la realizzazione degli interventi previsti nella proposta progettuale. "Il Governo con un emendamento al decreto milleproroghe ha deciso di cancellare tutto questo", l'affondo del capogruppo dem.

"La rigenerazione di ambienti devastati dal terremoto, la riconnessione del tessuto urbano disperso e frammentato, la riqualificazione urbana e sociale delle periferie e dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, la ricucitura del tessuto delle relazioni sociali sono evidentemente per l'attuale governo questioni di secondaria importanza; del resto la scelta di sopprimere il Dipartimento Casa Italia e Casa Sicura creati dai precedenti governi per dare un cambio di passo sulla prevenzione sismica e la messa in sicurezza del Paese o la mancata nomina di un sottosegretario con delega alla ricostruzione, facevano chiaramente intendere quali fossero le attenzioni del governo gialloverde in merito alle problematiche che vivono ancora i nostri territori".

E' in circostanze come questa - ha ribadito Palumbo - che, "chi è al governo della città e chi ha la fortuna di sedere in Parlamento tra i banchi della maggioranza, dovrebbe far valere lo slogan 'prima gli aquilani' e non, come invece avviene, per suggestionare i cittadini su questioni irrilevanti e puramente ideologiche. Biondi e D'Eramo facciano valere una volta tanto il proprio ruolo difendendo le legittime rivendicazione di una città che non merita l'indifferenza con cui viene trattata".

Castelli (M5S): "Dal Pd polemiche strumentali"

Ma che cosa è accaduto esattamente in Senato? Con un emendamento al decreto 'Milleproroghe', il governo ha congelato fino al 2020 i finanziamenti per 96 città - tra cui L'Aquila - nell'ambito del così detto 'piano periferie', e parliamo di 2 miliardi di euro, garantendo le risorse soltanto agli enti virtuosi, quelli, cioé, che con i loro progetti avevano ottenuto il punteggio più alto; allo stesso tempo, è stato sbloccato 1 miliardo circa, ma per tutti i comuni italiani (140 milioni di euro per il 2018, 320 milioni per il 2019, 350 milioni per il 2020 e 220 milioni per il 2021).

Avverso il provvedimento si sono scagliati tanti sindaci e amministratori Pd, sebbene i rappresentanti dem in Senato abbiano votato a favore dell'emendamento. In serata, i senatori Alan Ferrari e Stefano Collina hanno diramato una nota spiegando che "il testo è involuto e formalmente assegna nuove risorse: tuttavia, se le intenzioni del governo sono truffaldine faremo di tutto per cambiare il provvedimento". Insomma, alla Camera a settembre l'atteggiamento sarà diverso.

"Rivendichiamo con orgoglio l’emendamento del decreto proroga termini da noi promosso grazie al quale si sblocca, finalmente, un miliardo di euro per investimenti degli 8mila Enti locali". Così, in una nota, Laura Castelli, del Movimento 5 stelle, sottosegretario all’Economia.

"Gli attacchi dei sindaci Pd al M5S sono strumentali - ha aggiunto il sottosegretario abruzzese Gianluca Vacca - l'emendamento che stanno demonizzando è stato approvato all'unanimità, quindi votato anche dai parlamentari del Pd".

"È il colmo che oggi il Pd ci attacchi - ha proseguito Castelli - visto che ha votato a favore dell’emendamento ma, soprattutto, dopo che ha promesso dei fondi con una norma sulla quale è intervenuta una pronuncia di illegittimità costituzionale: le sentenze della Consulta non valgono più per il Partito democratico?".

In merito alla questione dei fondi per le periferie relativi ai progetti locali bisogna fare chiarezza, l'affondo dei pentastellati. "Il Governo è intervenuto per dare attuazione alla sentenza della Corte costituzionale 74 del 2018. Abbiamo pertanto garantito immediata finanziabilità per i primi 24 progetti che hanno ricevuto un punteggio superiore a 70/100 ma, vista la necessità di rispettare la sentenza della Consulta, è stato necessario intervenire per analizzare i restanti progetti e valutare quali abbiano davvero una funzione di rilancio per le periferie. In ogni caso le spese progettuali già sostenute verranno rimborsate. Va comunque sottolineato che il bando per le periferie era stato finanziato dal precedente Governo per metà dell’importo complessivo. Si trattava quindi di mere promesse più che di risorse messe realmente a disposizione".

"Con tale strumento, inoltre, si è tolto ai sindaci il diritto di scegliere come usare le risorse come affermato dalla Corte Costituzionale - osserva Castelli -. Abbiamo perciò deciso di utilizzare le risorse stanziate per le convenzioni negli anni 2018 e 2019 non solo per alcuni dei progetti dei Comuni capoluogo che hanno partecipato al Bando, ma per tutti gli 8 mila Comuni d’Italia, al fine di consentire alle tante amministrazioni comunali con avanzi di amministrazione di poterli utilizzare immediatamente per investimenti in opere pubbliche, secondo un criterio di premialità e di equità e rispetto di principi costituzionali. Siamo convinti che i progetti non siano tutti uguali: è necessario distinguere tra i Comuni che hanno dato avvio a progetti già esecutivi e su cui si è già investito per il rilancio delle periferie e chi invece utilizza questo fondo al solo scopo di creare progetti di facciata. Ci lascia esterrefatti che il Pd, responsabile delle politiche di tagli e del crollo degli investimenti pubblici, accusi l’attuale governo che ha invece sbloccato risorse altrimenti ferme e ha esteso enormemente la platea a tutti gli 8 mila Comuni". 

Pezzopane: "Governo cala maschera tradendo periferie"

"Il governo pentaleghista che si professa 'avvocato' del popolo e anti-establishment cala la maschera. E lo fa girando le spalle ai comuni e tradendo le aree più difficili delle città italiane bloccando di fatto, con un emendamento al decreto Milleproroghe, il bando Periferie dei Governi Renzi e Gentiloni, uno stanziamento totale da quasi 4 miliardi di euro. Oltre che politicamente incomprensibile, si tratta di una misura scellerata perché potrebbe comportare un danno erariale per molti comuni che già hanno impegnato i bilanci in importanti progetti di riqualificazione urbana".

"In Abruzzo sono numerosi i comuni che hanno aderito al bando, che hanno fatto i progetti ed investito nei cofinanziamenti e che adesso vedono a rischio gli investimenti per la sicurezza delle periferie. Il Partito democratico è al fianco dei sindaci che in tutt'Italia si sono già mobilitati contro la sospensione del Bando e darà battaglia alla Camera per costringere il governo a fare un passo indietro".

Lo afferma Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd della Camera.

Ultima modifica il Giovedì, 09 Agosto 2018 20:48

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