Giovedì, 13 Settembre 2018 01:01

Sicurezza A24 e A25, sindaci disertano incontro con Strada dei Parchi

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Doveva essere un evento chiarificatore, dirimente.

Invece l’incontro convocato da Strada dei Parchi all’Aquila per fare il punto sulle condizioni di sicurezza e lo stato di salute di A24 e A25, al quale era stato invitato un centinaio di sindaci di Lazio e Abruzzo, è stato un mezzo flop, per via della scelta di questi ultimi di disertarlo .

Alla fine gli amministratori presenti non sono stati più di venti; quasi tutti, peraltro, erano vice sindaci, assessori o semplici consiglieri comunali. Tra i primi cittadini delle quattro città capoluogo, c’era solo Marco Alessandrini, che quasi non credeva ai suoi occhi quando ha visto l’auditorium Bper mezzo vuoto: “Mi aspettavo un parterre decisamente più affollato, visto che si parlava di sicurezza”. Per Chieti c’era l’assessore ai Lavori pubblici Raffaele Di Felice mentre L’Aquila e Teramo si sono limitate a mandare solo tre consiglieri comunali (uno L’Aquila e due Teramo). Presenti anche Avezzano con il vice sindaco Lino Cipolloni accompagnato dall’assessore Leonardo Casciere e pochi altri comuni marsicani o dell’entroterra laziale confinante con l’Abruzzo.

Un forfait, quello delle fasce tricolore, in parte annunciato, anche se il vice presidente di Strada dei Parchi, Mauro Fabris, presente insieme all’ad della società Cesare Ramadori, ha parlato di “occasione persa. E’ un errore rifiutare le occasioni di incontro. Non si può barattare la sicurezza con questioni e polemiche di natura politica”.

Alla base della decisione dei sindaci c’è il rifiuto di riconoscere la società appartenente al gruppo Toto come interlocutore. “Riteniamo che il solo nostro interlocutore debba essere il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti” scrive il sindaco di Tornimparte Giacomo Carnicelli sulla propria pagina Facebook.

Quanto ai temi al centro dell’incontro, SdP ha ribadito, sostanzialmente, quanto già affermato nei giorni scorsi, ovvero che, al momento, A24 e A25 sono sicure e che gli oltre 170 viadotti delle due tratte non presentano criticità per quanto riguarda la tenuta statica.

Ramadori e Fabris hanno affermato che il terremoto dell’Aquila nel 2009 e quelli successivi hanno “testato” la sicurezza antisismica dell’infrastruttura ma hanno anche precisato che se si dovesse verificare una scossa di terremoto più forte di quella di 6.3 Richter del 6 aprile non ci sarebbero garanzie. “Del resto” ha puntualizzato Ramadori “in quel caso non le avremmo per nessuna infrastruttura del Paese”.

A24 e A25 necessiterebbero di urgenti lavori di messa in sicurezza antisismica, opere che rientrano nell’ambito degli interventi di manutenzione straordinaria e che secondo il contratto stipulato da SdP con Anas spetta allo Stato finanziare. La concessionaria, infatti, ha l'obbligo di finanziare solo le opere di manutenzione ordinaria, che vengono pagate sostanzialmente con i soldi dei pedaggi e per le quali ogni anno viene messo un tetto dal ministero dei Trasporti.

“Finora” ha spiegato Fabris “per la manutenzione ordinaria abbiamo speso il 104% della cifra prevista dal contratto, circa 25 milioni di euro l’anno. Il ministero non ci autorizza a spendere di più. Siccome quei soldi vanno nel computo della tariffa, fare di più significherebbe modificare anche i pedaggi”.

Gli interventi di adeguamento sismico sono, invece, molto più costosi. Infatti nel 2012 lo Stato aveva predisposto un Piano economico finanziario di 3 miliardi e 100 milioni, che però è rimasto nel cassetto.

Strada dei Parchi chiede che il documento venga approvato il prima possibile ma, nel mentre, domanda al ministero di iniziare a sbloccare almeno una parte di quei fondi: per la precisione, 192 milioni di euro, che verrebbero utilizzati per effettuare gli interventi su una dozzina di viadotti, a iniziare sui quattro che hanno presentato le maggiori criticità (viadotti A24-A25 di Popoli, gli svincoli di Bussi e Tornimparte, e il tratto di A25 che collega Pratola Peligna a Cocullo, ndr).

Queste risorse sarebbero solo una parte dei 350 milioni che alcune leggi e poi anche sentenze dei tribunali amministrativi hanno riconosciuto a Sdp affinché possa avviare i progetti di messa in sicurezza.

In definitiva, finora per quest’ultima, SdP ha speso “solo” i 170 milioni dei lavori per il cosiddetto antiscalinamento, che però non bastano.

"Siamo succubi delle scelte ministero" hanno affermato Fabris e Ramadori. "Ben venga l'apertura che c'è stata due giorni fa da parte di Toninelli ma bisogna fare presto".

Quest'ultimo, intanto, ha voluto dare rassicurazioni sulle cadute di intonaco verificatesi negli ultimi giorni - come quella che ha nteressato il viadotto di S.Giacomo, all’Aquila - e sui ferri a vista ossidati fotografate un po’ ovunque: “A livello di tenuta statica, sono problemi ininfluenti”.

Ultima modifica il Giovedì, 13 Settembre 2018 08:56

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