La Tua rinuncia alla "deroga assistita" che avrebbe consentito la proroga dei contratti dei 55 interinali per ulteriori 12 mesi e intanto il concorso annunciato dal 2016 ancora latita.
La denuncia arriva dal segretario regionale della Filt Cgil Franco Rolandi.
"I fatti dell’ultim’ora sono a confermarci che 55 operai della manutenzione impiegati dalla società Tua attraverso il ricorso alla somministrazione di lavoro mediante agenzie interinali sono stati mandati a casa, ufficialmente per evitare che l’azienda 'fosse costretta' ad assumerli a tempo indeterminato. Si sono susseguiti in questi giorni tentativi alquanto indecorosi di sfruttare il disagio di questi lavoratori precari a fini strumentalmente politici nel tentativo di delegittimare questa o quella forza politica rispetto alla responsabilità di quanto accaduto - ha sottolineato Rolandi - e non sono mancate critiche, a nostro avviso ingiuste, anche nei confronti delle stesse organizzazioni sindacali ree secondo alcuni di 'inerzia quasi totale o addirittura ostruzionismo nel cercare colloquio con l'azienda'".
La Filt Cgil Abruzzo, "pur rispettando la libera opinione e la libera scelta da parte di chiunque nel manifestare e nel trovare anche le eventuali 'sponde politiche' per perorare la causa", dissente totalmente dalla critica di aver colpevolmente ignorato un problema che, invece, "abbiamo posto con forza sin dall’inizio - ha rivendicato Rolandi - ovvero sottoscrivendo nel 2016 un accordo con la società TUA che prevedeva l’espletamento di un regolare bando di concorso, previsto espressamente per le società pubbliche, al fine di assumere personale manutentivo. Queste assunzioni tramite concorso non sono mai arrivate e sono invece sopraggiunti i contratti di somministrazione con le agenzie interinali. E di fronte ad un concorso che non si materializzava, sono iniziate a fiorire le continue proroghe (uno, due, tre , quattro…) prima con un’agenzia interinale e poi con un’altra e guarda caso utilizzando lo stesso identico".
La voce dissenziente della Filt Cgil non è mancata nemmeno quando il 7 febbraio 2018, vale a dire poco meno di un mese dalle elezioni politiche. andò in scena per l’ennesima volta ciò che il sindacato definì "un malcostume politico tipicamente abruzzese" ovvero quello di "utilizzare le aziende pubbliche e le società partecipate per fare promesse e annunci in funzione unicamente di scadenze elettorali. Due attuali parlamentari abruzzesi - il riferimento è a Luciano D'Alfonso e Camillo D'Alessandro, all'epoca governatore e consigliere delegato ai trasporti ndr - annunciarono negli uffici di Tua 'cinquantacinque posti di lavoro subito' tra meccatronici, carrozzieri, gommisti, meccanici, elettricisti e manutentori di infrastruttura, ma anche l’immissione di 58 nuovi bus e, per non farsi mancare nulla, anche 3 nuovi dirigenti".
Le elezioni politiche si sono concluse ormai da diversi mesi ed ora, in prospettiva, ci sono le regionali. "A questo punto vorremmo che qualcuno legittimamente ci spiegasse il motivo per cui quelle 55 assunzioni tramite concorso pubblico nelle officine, annunciate in pompa magna a febbraio, non si sono ancora concretizzate; vorremmo sapere che fine hanno fatto quelle migliaia di domande di partecipazione al bando di selezione che in tutta fretta giovani e meno giovani alla ricerca di un agognato posto di lavoro, hanno con tanta fiducia inoltrato a Tua. Infine, cosa fondamentale, vorremo chiedere alla società Tua (ma anche alla politica che scalpita e che ritiene di stare dalla parte dei lavoratori interinali mandati a casa) ciò che andremo sicuramente a chiedere nei prossimi giorni anche davanti al Prefetto di Chieti e alla Direzione Provinciale del Lavoro: per quale motivo l’azienda non ha voluto sfruttare quanto previsto dal D.L.vo n. 81/2015 (jobs act) - norma peraltro non interessata dalle modifiche intervenute con il Decreto Dignità (D.L. n. 87/2018) - e che consentirebbe ancora oggi di superare per ulteriori dodici mesi, il limite attuale massimo dei 24 mesi, attraverso il ricorso alla cosiddetta 'deroga assistita' da stipulare innanzi all’Ispettorato territoriale del lavoro".