Recupero del magnifico parco dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio: a quasi dieci anni dal terremoto siamo sostanzialmente all’anno zero.
Se ne è avuta piena contezza in Commissione territorio, convocata dal presidente Raffaele Daniele per discutere del così detto progetto del ‘Parco della Luna’.
Sia chiaro: le responsabilità sono diffuse, vengono da lontano, dall’amministrazione Cialente, e interrogano Asl e Regione Abruzzo prima della giunta di centrodestra che si è insediata 15 mesi e, da allora, non ha fatto passi in avanti.
Ma andiamo con ordine, lasciando da ultimo il 'Parco della Luna'.
Giusto ieri, avevamo spiegato [qui] che l'amministrazione attiva ha deciso di chiudere in un cassetto il progetto di sede unica comunale all’ex autoparco che, al contrario, tornerà all’antica funzione, con l’idea di realizzare, nel medesimo ‘organismo edilizio’, destinazioni direzionali per funzioni istituzionali di Protezione civile e di controllo del territorio, al fine di detenere un apparato organico per le attività emergenziali e di prima assistenza alla popolazione. In via Rocco Carabba, l’amministrazione vorrebbe realizzare anche un parcheggio multipiano da 230 posti, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo, nonché un parcheggio ad un unico livello interrato per circa 70 vetture di Polizia municipale e rappresentanza. Costo stimato dell’operazione, 13 milioni e mezzo di euro, a valere sulla delibera Cipe del 21 dicembre 2012 che ha stanziato 35 milioni per la realizzazione della sede unica comunale.
E le altre funzioni del Comune? Detto che Palazzo Margherita, oggetto d'intervento di restauro, tornerà ad essere la sede degli uffici di rappresentanza dell'Ente e del Consiglio comunale, verrà demandata alla previsione di un secondo lotto d'interventi la realizzazione di più sedi aggregate degli uffici comunali, con l'intenzione manifestata di recuperare ed utilizzare patrimonio edilizio pubblico con destinazione prevalentemente direzionale, in centro storico, o nelle immediate vicinanza.
Ebbene, Biondi ha chiarito l’intenzione di trasferire gli uffici proprio a Collemaggio, con l’acquisizione dalla Asl di 9 mila 224 metri quadri di edificato, al prezzo più che ragionevole di 180 euro a metro quadro, per un investimento stimato in circa 1 milione e 800 mila euro. E’ lì, dunque, che si intende localizzare i servizi al cittadino [nella mappa, gli edifici in grigio].
Si potrà discutere la scelta dell’amministrazione, alcuni saranno d’accordo e altri meno; ciò che ci interessa sottolineare al momento, però, è che la delibera Cipe che stanziava fondi per la sede unica non è stata ancora rimodulata, e non è dato sapere quanto ci vorrà per chiedere e ottenere che le risorse vengano allocate diversamente.
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Non ci sono ancora atti amministrativi in tal senso e, dunque, capirete che ci vorranno anni - tanti - prima che l’ipotesi possa divenire progetto e, infine, realizzarsi. “Passare alla realizzazione della sede unica in altro sedime, rispetto a quello individuato dalla passata amministrazione, l’ex autoparco appunto, può assolutamente essere legittimo se supportato da atti concreti e consequenziali come quelli messi in atto dalla Giunta precedente attraverso analisi di fattibilità e non da ultimo attraverso la verifica della disponibilità di aree già di proprietà comunale”, hanno inteso sottolineare Paolo Romano ed Americo Di Benedetto del Passo Possibile. “Per abbandonare quel progetto non si può soltanto eccepire che l’area dell’ex autoparco sarebbe a rischio idrogeologico – hanno aggiunto - se poi proprio lì si vorrebbero trasferire anche la Polizia Municipale e gli Uffici di Protezione Civile. La verità è che, non avendo ancora ricevuto alcun avallo governativo ad una rimodulazione dei fondi Cipe, non si ha la possibilità di procedere né al concorso internazionale di progettazione dell’ex autoparco, né tanto meno a quello per la sede Unica nell’area dell’ex ospedale di Collemaggio”.
Ci sono altri fondi che insistono sul parco di Collemaggio: in particolare, con delibera Cipe 24/2018 la Asl ha avuto 2 milioni e 900 mila euro circa per il restauro degli edifici B7, B9 e B20 [nella mappa, gli edifici in blu] che si aggiungono al milione e 292 mila euro della legge 67/88, a valere sull’edificio B20. In queste strutture, l’azienda sanitaria locale porterà i suoi uffici. Di nuovo, la progettazione è ancora lontana considerato pure che le risorse sono state assicurate da pochi mesi.
Dunque, uffici comunali – le funzioni di sportello al cittadino, per intendersi – e direzionale Asl.
Non solo. Nel parco dell’ex ospedale psichiatrico verrà trasferita anche la sede dell’Arta che, fino al terremoto, insisteva a San Basilio. Ci sono 3 milioni e 721 mila euro stanziati con delibera Cipe 48/2016. Nei giorni scorsi, la Giunta comunale ha approvato un atto d’indirizzo che autorizza il sindaco a sottoscrivere il protocollo d’intesa con Regione, Asl e Arta per la realizzazione del masterplan di riqualificazione dell’area dell’ex San Salvatore: entro trenta giorni dalla firma, dovrà essere attivata la procedura per la stipula dell’accordo di programma. Il documento disciplina proprio la delocalizzazione dell’edificio dell’Arta a Collemaggio [nella mappa, l'edificio in viola]: in sostanza, Asl e Arta stipuleranno un atto notarile congiunto con il quale Arta acquisirà un immobile di proprietà dell’azienda sanitaria nel parco e l’Asl acquisirà l’immobile di San Basilio trasferendolo, contestualmente, all’Università.
Anche in questo caso, i tempi saranno lunghi: va ancora messo nero su bianco il protocollo d’intesa propedeutico all’accordo di programma, va poi stipulato l’atto notarile, e soltanto a quel punto si potrà procedere con la progettazione.
Ci sono, poi, i 6 milioni di euro stanziati per la ricostruzione dell’edificio che ospitava l’Accademia dell’Immagine [nella mappa, l'edificio in marrone]; come noto, l’Ente è in liquidazione e la palazzina dovrebbe tornare nella disponibilità di Regione Abruzzo, se non fosse che il contributo è stato rilasciato, e non è chiaro il motivo, al Comune dell’Aquila. Un intreccio burocratico di non facile soluzione, con i tempi che finiranno per allungarsi inevitabilmente.
E così, torniamo al punto di partenza, e cioè al Parco della Luna [nella mappa, gli edifici in giallo] per la cui realizzazione sono previsto 10 milioni di euro nel Masterplan. Biondi ne aveva già parlato in Consiglio comunale, qualche giorno fa: “sapete con che modalità è stato affidato il progetto? Sapete se è stata seguita la procedura corretta? Ve lo dico: no, la procedura non era corretta, era in violazione delle norme e il Comune è stato costretto a rimandarlo indietro alla Asl” aveva spiegato il primo cittadino, rivolgendosi alle opposizioni. Ebbene, il concetto è stato ribadito con estrema chiarezza in Commissione.
Ora, va detto che, in effetti, la procedura che ha calato il progetto del Parco della Luna all’interno del Masterplan è un brutto pasticcio amministrativo, responsabilità della passata amministrazione e della Asl; a farla breve, è stato rielaborato un vecchio progetto precedente al terremoto, affidato dall’azienda sanitaria allo studio tecnico Inverardi per la riqualificazione di un piano dell’edificio noto come ‘Villa Smeralda’ e che doveva essere destinato all’Albergo in via dei matti numero 0. Si trattava di un intervento da 430 mila euro, già cantierizzato nell’aprile del 2009, allorquando il terremoto fermò i lavori. Dato che il finanziamento concesso dal Cipe aveva tempi piuttosto stretti per la realizzazione, il contributo venne di fatto cancellato.
Anni dopo, però, quel progetto è stato lo spunto per l’ideazione dell’intervento del Parco della Luna che, oltre a Villa Smeralda, dovrebbe interessare anche l’attuale edificio di CaseMatte, animato dal comitato 3e32; se non fosse che il costo stimato per l'intervento è lievitato a 7 milioni circa e, così, l’importo economico della progettazione che avrebbe richiesto, dunque, l’affidamento a valle di una gara europea. Non è andata così. Per questo, bisognerà ricominciare daccapo: sul punto, Biondi è stato molto chiaro. Così come è stato piuttosto esplicito rispondendo alla consigliera Carla Cimoroni che chiedeva i tempi presunti d’attuazione: “ci sono altre priorità, le scuole per esempio, e poi la sede unica comunale, appunto, il cui finanziamento risale alla fine del 2012”, le parole del primo cittadino. Come dire, se ne riparlerà.
Il sindaco dell’Aquila non ha escluso che l’idea progettuale sottesa al Parco della Luna possa essere realizzata e, anzi, ha lasciato intendere come potrebbe immaginarsi un polo della cultura e della socialità proprio nell’area dove attualmente insiste l’edificio ex Accademia dell’Immagine. Al momento, però, ci sono altre priorità, e pare proprio che il pasticcio amministrativo lasciato in eredità dalla passata amministrazione sia, in realtà, una scusa, un modo per prendere tempo, per rinviare un intervento che l’amministrazione non condivide e che, non è un mistero, vorrebbe rimodulare in altro modo.
Sta di fatto che, sebbene i termini per progettare l’intervento siano stati prolungati al 31 dicembre 2021, la convenzione sottoscritta dal Comune dell’Aquila con Regione Abruzzo parla di revoca del contributo se la stazione appaltante non dovesse assumere obbligazione giuridicamente vincolante entro il 31 dicembre 2019, il termine previsto inizialmente. Dunque, innanzitutto va modificata la convenzione: soltanto così si potrà arrivare alla fine del 2021 per l’aggiudicazione, almeno provvisoria, dell’appalto di progettazione. Altri tre anni, senza considerare il tempo che ci vorrà poi per arrivare ad una progettazione definitiva, all’affidamento dei lavori e, quindi, alla consegna del cantiere. Non stiamo considerando, tra l'altro, il rischio che le risorse, i 10 milioni per Collemaggio, possano finire nel ‘calderone’ dei fondi non impegnati nei Patti di sviluppo che potrebbero essere dirottati per la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25. E chissà quando verrebbero ‘restituiti’.
Insomma, il finanziamento rischia di andare perduto, e così l’intervento. Ma davvero in 15 mesi l’amministrazione non avrebbe potuto risolvere l’impasse, salvando il finanziamento e il progetto del Parco della Luna o, quantomeno, rimodulandolo? “Siamo persuasi che ad ogni cambio di amministrazione non si possano arenare o, peggio, rimodulare i progetti che godono di una linea certa di finanziamento, tanto più che abbiamo già visto questo Governo fare incetta di tutti quegli investimenti statali che non avevano gli appalti espletati”, la presa di posizione di Americo Di Benedetto e Paolo Romano. “Se, come emerso dalla Commissione Territorio, insistono situazioni di difficoltà nella progettazione del Parco della Luna, questo non può diventare un alibi per l’amministrazione che, di norma, è chiamata proprio a risolvere tutte le criticità che si frappongono tra un’idea progettuale e la sua realizzazione. Qualora l’intenzione del Sindaco fosse stata quella di far dialogare il parco di Collemaggio con il suo passato di ex psichiatrico, con la basilica di Collemaggio e il parco del Sole – se ne sono detti convinti i consiglieri del Passo Possibile - di certo si sarebbe trovata una soluzione. Come quella del concorso internazionale di progettazione, per esempio, utilizzato già dalla precedente amministrazione per il Masterplan di Piazza D’Armi e, nelle intenzioni, per la realizzazione della sede unica comunale”. Non è andata così.