Lunedì, 15 Ottobre 2018 14:42

A24 e A25, Marcozzi: "Ministero ha sbagliato ma indotto dalla Giunta"

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Un "errore" del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, "indotto, però, dalla delibera di Giunta regionale 499 del 9 luglio scorso; il Decreto Genova verrà modificato in queste ore, in Commissione ambiente alla Camera dei Deputati". Parole della consigliera regionale M5S Sara Marcozzi. 

E' il passaggio più significativo della lunga riunione convocata stamane a Palazzo Silone dal presidente vicario Giovanni Lolli per contrastare la scelta di utilizzare le risorse del così detto 'Patto per l'Abruzzo' per le attività di messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25; Lolli ha convocato in Regione tutti i parlamentari abruzzesi, i consiglieri regionali, gli amministratori comunali, gli enti locali e i soggetti beneficiari che hanno sottoscritto le convenzioni sui progetti previsti dal Masterplan.

In sostanza, Marcozzi ha ribadito ciò che era già filtrato nei giorni scorsi, e cioé la disponibilità dei ministri Danilo Toninelli e Barbara Lezzi ad emendare il decreto specificando come la copertura per i lavori di messa in sicurezza verrà individuata sul Fondo di sviluppo e coesione 2014/2020, tra le risorse che verranno repertite a valere sulle quote vincolate del medesimo fondo; in parole povere, verranno attinti tra le economie non vincolate del FSC, così come ripartiti tra le diverse regionali, e non a gravare soltanto su Regione Abruzzo e, in minima parte, su Regione Lazio, come previsto nel contestato provvedimento. 

Staremo a vedere. 

Non sono mancati i momenti di tensione, a Palazzo Silone. In effetti, i sindaci e gli amministratori presenti hanno più volte interrotto gli interventi degli esponenti pentastellati, Marcozzi appunto e il senatore Primo Di Nicola, che hanno difeso l'operato del Ministero per le Infrastrutture con argomentazioni, tuttavia, piuttosto deboli rispetto all'evidenza dei fatti; un crescendo di accuse incrociate piuttosto nervoso, sciolto dalla dichiarata disponibilità del Governo di modificare il Decreto Genova: "Il Partito Democratico ha portato avanti una propaganda elettorale basata su falsità per almeno dieci giorni", l'affondo di Sara Marcozzi; "è di lunedì scorso il comunicato stampa del ministro Toninelli che assicurava che nessun centesimo sarebbe stato sottratto al Masterplan e che i fondi presi in prestito, sulla base di una decisione assunta, tra l'altro, dalla Giunta regionale con delibera di luglio, sarebbero stati restituiti, al più tardi, tra un mese e mezzo, in Legge di Bilancio. Evidentemente i dem, già in campagna elettorale, non avendo un candidato presidente provano a 'buttarla in caciara' per gettare discredito sul governo del Movimento 5 Stelle che sta cercando di realizzare ciò che il Partito Democratico non è stato in grado di fare negli ultimi vent'anni, mettere in sicurezza le nostre autostrade".

Oltre contrapposizioni politiche, pure comprensibili a pochi mesi dalle elezioni, è importante che la vicenda trovi finalmente una soluzione: sarebbe incomprensibile, infatti, che la messa in sicurezza di una infrastruttura nazionale strategica fosse a carico di due Regioni, realizzata a valere su risorse destinate a progetti già individuati dagli enti locali. Tuttavia, non si può che sottolineare come la questione si sarebbe potuta risolvere giorni fa, con poche, semplici, parole, quelle utilizzate da Marcozzi stamane, in sostanza: 'si è trattato di un errore, una svista, può capitare a chi è chiamato ad importanti responsabilità di Governo, modificheremo il Decreto'. Sarebbe bastato. Poi, che una parte di responsabilità possa essere attribuita alla Giunta regionale, alla poca chiarezza della delibera 499 del 9 luglio scorso, è fuor di dubbio: sta di fatto, però, che l'incomprensione col Ministero delle Infrastrutture sembrava risolta già ad agosto, considerata pure la fruttuosa corrispondenza col capo di gabinetto del ministro Toninelli, il prof. Gino Scaccia. Non si capisce come si sia potuti arrivare a questo punto. 

Lo ribadiamo, comunque: l'importante è che il Decreto venga emendato, che i soldi del Masterplan non vengano toccati.

Lo ha ribadito anche il consigliere regionale forzista Mauro Febbo, pure assai critico sul 'Patto per l'Abruzzo' così come concepito dal governo Renzi e sottoscritto dall'allora presidente Luciano D'Alfonso: "E' urgente intervenire e garantire la messa in sicurezza delle autostrade A24 e A25 attraverso la salvaguardia delle risorse già inserite nella programmazione del Masterplan". Che ha pure avanzato una proposta: "Riteniamo che la soluzione ottimale sia la modifica immediata del Decreto Genova con un coefficiente paritario d'impegno tra la Regione Abruzzo e la Regione Lazio e con il taglio lineare dell'1% dell'intero fondo destinato alle Regioni, a cui andranno sommati i 111 milioni già disponibili ma bloccati da una causa tra l'Anas e il Governo. Questa è la nostra proposta seria e soprattutto realizzabile sulla quale il Governo regionale e quello nazionale devono lavorare da subito senza perdere ulteriore tempo".

"Negli interventi degli esponenti del M5s è emerso chiaramente che si è trattato di un errore del ministero dei Trasporti, tant'è che hanno anticipato la volontà di risolvere il problema in Parlamento, restituendo le risorse scippate", l'affondo della deputata dem Stefania Pezzopane. "Prendiamo atto che, sebbene tardivamente, il M5S abbia riconosciuto il danno subito dagli abruzzesi, da noi subito denunciato. A questo punto, vogliono rimediare all'errore? Benissimo, allora modifichino il Decreto oppure votino i nostri emendamenti. Ma sia chiaro: vanno restituiti fino all'ultimo euro i soldi ai Comuni e alla Regione. E' inammissibile lo scippo di 200 milioni a carico delle opere pubbliche programmate in Abruzzo. Ci sono disponibilità del Mit nel suo Piano Operativo". Si tratta della proposta avanzata nei giorni scorsi dal presidente vicario Giovanni Lolli e dal direttore generale Vincenzo Rivera, già discussa a Roma: in sostanza, Regione Abruzzo ha proposto "l’indicazione di un piano di temporaneo rallentamento dei flussi finanziari e delle relative concessioni di progetti per un ammontare di 45 milioni e 720 mila euro", a valere sui fondi PO Mit Abruzzo; altri 34 milioni e 560 mila euro verrebbero anticipati dai fondi destinati al Lazio, risorse che andrebbero a sommarsi ai 58 milioni già anticipati a Strada dei Parchi con la legge 205 del 2017, e ai restanti 111 milioni e 720 mila euro che derivano dalla sospensione dell’obbligo per il concessionario di versare le rate del corrispettivo della concessione relative alle annualità 2015 e 2016, ciascuna dell’importo di 55 milioni e 860 mila euro, così come stabilito dall’art. 52 quinquies del decreto legge numero 50 del 24 aprile 2017.

Insomma, la soluzione c'è: basta perseguirla. 

L'origine del 'pasticcio': la delibera 499 del 9 luglio 2018

Che cosa è scritto nel provvedimento? Testuale: la Giunta regionale delibera di ‘consentire temporaneamente per la realizzazione degli interventi, l’utilizzo da parte del Ministero Infrastrutture e Trasporti dei fondi FSC assegnati e non trasferiti in favore della Regione Abruzzo e che non possono essere oggetto per copertura di Sal entro il 31.12.2018, perché non riferibili a procedure contrattuali esecutive o in esercizio’.

E’ il punto contestato.

Cosa si intende per ‘fondi FSC assegnati e non trasferiti’? Va innanzitutto chiarito che il fondo FSC assegnato dall’Europa all’Italia ammonta a 11.5 miliardi di euro: una parte resta di competenza del Ministero per l’esecuzione del Piano Operativo Nazionale, condiviso con le Regioni e spalmato sui territori (all’Abruzzo, spettano 380 milioni); un’altra parte, invece, viene trasferito alle Regioni stesse per la messa in opera dei così detti Patti di Sviluppo, il Masterplan in altre parole, che destina 753 milioni all'Abruzzo sugli interventi individuati.

Stando a Rivera e Lolli, “i 753 milioni vanno considerati già, di fatto, trasferiti e, dunque, per fondi non trasferiti si intendeva far riferimento alle risorse del Piano Operativo Nazionale che non ha visto andare in appalto neanche 1 euro sui 380 milioni destinati”. Per Sara Marcozzi, invece, c'è una sostanziale differenza tra 'assegnazione' e 'trasferimenti', delineata nella delibera Cipe che, di fatto, ha approvato il 'Patto per l'Abruzzo': per fondi assegnati si intendono i 753 milioni di euro del Masterplan, per fondi trasferiti, invece, le anticipazioni del 10% per l'avvio dei progetti (al momento, parliamo di circa 40 milioni sui 753). Poi, i pagamenti avvengono per mezzo dei Sal. Dunque, "i fondi FSC assegnati e non trasferiti da anticipare - così come recita la delibera - sono i 713 milioni rimanenti, e non verranno trasferiti certo nel prossimo mese e mezzo. Inoltre, è chiaro il riferimento al Masterplan - sostiene ancora Marcozzi - considerato che il PO Mit non viene erogato con i Sal, gli stati d'avanzamento lavoro".

Ecco il motivo per cui il Ministero avrebbe letto nella direzione indicata da Toninelli la delibera di Giunta: "si può sempre cambiare opinione - l'affondo della consigliera pentastellata - ma il riferimento in delibera era chiarissimo: l'Abruzzo autorizzava le anticipazioni dal Masterplan. E d'altra parte, le dichiarazioni dell'allora governatore Luciano D'Alfonso e della deputata Stefania Pezzopane, rilasciate all'indomani dell'approvazione, andavano in questa direzione".

Sta di fatto che l’incomprensione sembrava risolta.

L'interlocuzione della Regione con il Mit

Approvata la contestata delibera di Giunta, con nota 186 del 13 luglio 2018 a firma Danilo Toninelli, il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti comunica al Ministero per il Sud che “il presidente della Regione Abruzzo ha manifestato la propria disponibilità a rimodulare la quota di fondi FSC spettanti alla Regione per l’anno corrente” e, dunque, chiede “una valutazione in ordine alle modifiche e alle riprogrammazioni di risorse relative agli interventi inclusi nel Patto, nel Masterplan per intedersi”. La ministra Barbara Lezzi – con nota 225 del 18 luglio 2018 – prende atto della soluzione individuata, e cioè la rimodulazione dei fondi FSC 2014/2020, informando anche l’allora presidente della Giunta regionale, Luciano D’Alfonso.

A quel punto, il governatore prende carta e penna e il 31 luglio invia una nota al Mit, al Ministero per il Sud, all’Agenzia della Coesione territoriale ed all’Ispettorato generale per gli affari economici del Mef, chiarendo che – come già era stato spiegato da Lolli e Rivera in una riunione tenutasi qualche giorno, il 26 luglio, convocata dal capo di gabinetto di Toninelli, il prof. Gino Scaccia - i fondi FSC cui aveva inteso far riferimento la Giunta regionale nella deliberazione giuntuale "sono quelli del PO MIT Abruzzo (appunto, il Piano Operativo Nazionale), poiché in parte relativi a progetti di investimento per i quali sembrerebbero ancora non assunte le relative obbligazioni giuridicamente vincolanti”.

E ribadisce D’Alfonso: “Nell’ottica della leale cooperazione istituzionale, si esprime fin d’ora il concerto della Regione ad una riprogrammazione del piano operativo Mit riguardante l’Abruzzo, mediante un temporaneo rallentamento dei flussi finanziari dei progetti non ancora cantierati ai soli fini di anticipazione dei fondi stanziati con il dl 91/2017 (quello, per intenderci, che concedeva 250 milioni per la messa in sicurezza di A24 e A25 dal 2021). Tra essi – segnala il governatore – ritengo sicuramente meno urgente il prolungamento dell’asse attrezzato di Pescara inserito nell’asse tematico A del richiamato PO, rimettendo comunque al Ministero ogni più ampia e approfondita analisi in merito”.

Più chiaro di così.

In altre parole, Regione Abruzzo concedeva “per leale cooperazione istituzionale” che una fetta del PO MIT, concertato con la Regione ma di competenza del Ministero, potesse essere usato per anticipare i fondi della messa in sicurezza delle autostrade, considerato che le risorse non erano state ancora vincolate, segnalando, tra l’altro, interventi che si sarebbero potuti congelare fino al 2021. Mai l’Ente ha autorizzato di toccare il Masterplan.

Tant’è vero che il giorno 8 di agosto 2018, il capo di gabinetto del ministro Toninelli, preso atto dei chiarimenti forniti da Regione Abruzzo, ha invitato il presidente D’Alfonso – e così il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti – a proporre, “con la massima sollecitudine, le modifiche da apportare al Piano operativo infrastrutture”, considerato che i 15 milioni per il prolungamento dell’asse attrezzato vengono considerati insufficienti. A dire che il capo di gabinetto del ministro Toninelli aveva capito perfettamente i contorni della vicenda.

E dunque, con nota del 14 agosto 2018, il direttore generale Vincenzo Rivera propone “l’indicazione di un piano di temporaneo rallentamento dei flussi finanziari e delle relative concessioni di progetti per un ammontare di 45 milioni e 720 mila euro”, aggiungendo la sospensione temporanea del progetto di rinnovo del materiale rotabile ferroviario di cui all’asse tematico F per 30 milioni e 720 mila euro.

Ultima modifica il Lunedì, 15 Ottobre 2018 21:05

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