Respinta all'unanimità dal 'Comitato percorso nascite nazionali' del Ministero della Salute la richiesta di Regione Abruzzo di derogare alla chiusura del punto nascite di Sulmona.
Stando al dicastero, l'ospedale peligno non rientrerebbe tra le zone disagiate poiché "il bacino d'utenza non dista più di un'ora dai punti nascita alternativi e il disagio orografico - richiamato dalla Regione - sembra contenuto anche nel periodo invernale". Viene evidenziata, altresì, la bassa natalità dell'intero comprensorio e il fatto che "alcune donne, nel 2017, hanno già scelto di partorire in punti nascita alternativi", senza contare "le carenze nell'organico sia dei ginecologi che degli anestesisti e dei neonatologi".
Duro il commento del consigliere regionale Maurizio Di Nicola. "Lascia davvero sbalorditi la decisione di imporre la chiusura del Punto nascita di Sulmona ritenendo che il territorio peligno non sconti particolari complessità orografiche e prima che la Regione abbia potuto completare, con l'elisoccorso, una rete di protezione che comprende il servizio di trasporto in emergenza neonatale (Sten) e il servizio di trasporto assistito materno (Stam)". Adesso, "spero che piuttosto che dilungarsi a smentire la bocciatura decisa dalla Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute - l'affondo - tutti i parlamentari abruzzesi, e in particolare quelli delle zone interne, facciano pressione politica per difendere una scelta che Regione Abruzzo, negli ultimi 4 anni, aveva voluto e saputo difendere con le unghie e con i denti, anche contro il proprio Governo".
Cgil: "Pronti alla mobilitazione"
La Fp Cgil provinciale, in una nota, definisce "inaccetabile" quanto appreso dagli organi di stampa in merito alla "sciagurata chiusura del Punto nascita di Sulmona deliberata da parte del Comitato Percorso Nascite del Ministero della Salute".
"A nostro parere -spiega il sindacato- tale decisione configura un vero e proprio attacco non solo al territorio di Sulmona e della Valle Peligna ma a tutte le aree interne dell’Abruzzo. Sono anni che si ascoltano motivazioni assolutamente parziali e che evidenziano una completa ignoranza rispetto alla configurazione orografica del territorio e del reale bacino di utenza di riferimento, considerando tra l’altro la condizione di crisi economica che persevera nei nostri territori".
"E’ assurdo ed inaccettabile che debbano essere le future mamme a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni e non possa essere il servizio ad avvicinarsi a chi ne ha bisogno, essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimità. Il punto nascita di Sulmona è prima di tutto una questione di civiltà. Sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata".
"Si apprende -prosegue la Fp Cgil- che il suddetto Comitato avrebbe deliberato anche in relazione al numero di parti effettuati, ma tale criterio deve essere analizzato nella sua interezza. Infatti, non possono essere imputati ai cittadini e agli utenti i mancati investimenti, sia in termini di personale che in termini di tecnologie, che avrebbero consentito in questi anni un’inversione di tendenza dell’attrattività del reparto e il rilancio del nosocomio peligno".
"Riteniamo strategica e fondamentale la permanenza del Punto Nascita nel territorio della Valle Peligna anche in considerazione della qualità del servizio prestato dagli operatori sanitari. Ricordiamo che nel 2016 il reparto è stato trasferito nell’ala più sicura dell’ospedale, restituendo così maggiore fiducia alle mamme in termini di sicurezza logistica, un sito che ad oggi risulta tra i pochi presidi adeguati alle normative antisismiche".
"Sconcertanti appaiono inoltre le dichiarazioni del Comitato, che nell’escludere l’ospedale di Sulmona dalle cosiddette zone disagiate afferma che “il suo bacino di utenza non dista più di un’ora dai punti nascita alternativi” e nel contempo che “il disagio orografico, anche nel periodo invernale, sembra contenuto”. Tali affermazioni evidenziano per l’ennesima volta una grave disattenzione da parte della burocrazia ministeriale rispetto alle problematiche delle aree interne, che continuano a subire un inesorabile spopolamento. Infatti l’atteggiamento riscontrato da parte del Ministero non tiene conto della funzionalità e della necessità dei servizi di queste aree".
"La Fp Cgil si oppone dunque a scelte che rischiano di mettere in ginocchio un intero territorio, ed è sin da ora pronta alla mobilitazione e, se necessario, anche alla proclamazione dello sciopero. Le istituzioni e la politica devono tornare a svolgere il loro ruolo a difesa del territorio, dei cittadini e degli operatori sanitari -conclude la nota- poiché hanno l’obbligo costituzionale di dover assicurare il diritto alla salute ad ogni cittadino senza dimenticare il contesto sociale, territoriale ed orografico in cui si vive".
Pietrucci: "Decisione inconcepibile"
"La decisione del Ministero della Salute di respingere la nostra richiesta di mantenere il punto nascita a Sulmona è inconcepibile, e contiene tra l'altro motivazioni assolutamente slegate dalla realtà. Come si fa a sostenere che Sulmona non rientra nelle aree disagiate? Non conoscono il territorio".
Così il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci. Che aggiunge: "Con un tratto di penna vengono cancellati anni di battaglie sul territorio. Io stesso non esitai ad alzare barricate, convinto che una battaglia per il punto nascita di Sulmona, una battaglia per i diritti delle aree interne, valesse più della ragione politica e di quella che inizialmente era la posizione della mia maggioranza. Ne pagai anche le conseguenze. Ora mi aspetto che i rappresentanti del territorio, consiglieri regionali e parlamentari, soprattutto dei partiti che governano, Lega e Movimento Cinque Stelle, facciano altrettanto, inducendo i loro riferimenti nazionali a invertire la rotta, e a confermare la nostra scelta. Facciano scelte di campo. Dimostrino attaccamento all'Abruzzo interno. E’ questa l’occasione per dimostrare coerenza e attaccamento alla propria terra come ho fatto io in questi anni andando spesso contro scelte dei governi amici o di appartenenza".
Pezzopane: "Parlamentari, Regione e sindaci tutti insieme dal Ministro"
"Il governo del 'cambiamento in peggio' ha deciso di chiudere il punto nascita di Sulmona, smentendo anche quanto M5s e Lega avevano promesso in campagna elettorale. Si tratta di una scelta grave, ingiusta, arbitraria, irragionevole, illegittima, che rigetta la richiesta presentata dalla Regione Abruzzo di proroga del decreto Lorenzin, approvato nella scorsa legislatura dal governo di centrosinistra".
A dirlo è la deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane. "In questi anni ci siamo battuti per difendere il presidio in tutti i modi. Ancor più sconcertante è poi la superficialità con cui il ministero della Salute ha bocciato questa richiesta, dimostrata dall'errore contenuto nella lettera di risposta a firma del ministero in cui la Regione Abruzzo viene scambiata con il Molise".
Nel merito, viene da chiedersi: come fa il governo a ritenere che il territorio di Sulmona non abbia una particolare asperità geografica e sia attualmente privo di coperture alternative come l'elisoccorso? "Ma non si rendono conto che stanno dando l'ennesimo colpo ad un'area già in grave difficoltà? Come Partito democratico, insieme agli enti locali, le associazioni e i cittadini, ci batteremo in tutti i modi per scongiurare questa ennesima decisione che tradisce Sulmona e l'Abruzzo. Ma i parlamentari eletti a Sulmona, Valle Peligna ed Alto Sangro espressione del governo non si vergognano per niente? Non bastava aver chiuso la sperimentazione di Casa Italia a Sulmona? Ora tutti i parlamentari d'Abruzzo si uniscano, andiamo tutti insieme con la Regione ed i sindaci dal ministro e blocchiamo questa ingiusta decisione".